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Leon, 12 Marzo 2017. Il più sorpreso è Thierry Neuville, che ci ha provato due volte e due volte gli è andata male. Il belga, ricorderete, è uscito di scena a un soffio dalla fine del Monte-Carlo e dello Svezia, quando era in testa alla corsa. Ecco, Kris Meeke ha tentato la stessa “sortita”, è volato fuori dalla pista ed è atterrato sulla terra smossa del parcheggio. Ogier e Neuville, in diretta mille metri più in la, sulla linea del traguardo del Power Stage, ultimo strappo del 14° Rally Mexico, si sono messi le mani nei capelli, increduli. L’uno stava ereditando la vittoria, l’altro avrebbe potuto dire che nel WRC c’è “giustizia”. Invece è bello, né l’uno né l’altro hanno pensato “sporco”, e si sono limitati a dispiacersi per il collega in quell’attimo in fondo al barile della disperazione.
Ma quando la “camera” torna sulla scena del potenziale disastro, Meeke sta guidando a fondo tra le machine parcheggiate. Non si può fermare perché ha una ruota bucata, e la terra molle potrebbe trattenere la Macchina per sempre. Continua a guidare cercando di non far stallare l’Auto e cerca una via, un trampolino per risalire sulla piccola scarpata e rimettersi in pista. Passano i secondi, via i due terzi del patrimonio di vantaggio accumulato su Ogier nei tre giorni di gara precedenti, e finalmente la C3 si riallinea al percorso sulla veloce strada sterrata che conduce all’arrivo, alla fine del Rally poco, pochissimo più avanti.
Sotto la tenda Citroen saltano tutti in piedi e trattengono il fiato. Forse è anche per questo che Yves Matton si è preso un anno sabbatico, per dar modo alle coronarie di recuperare dallo stress che il suo pupillo irlandese gli procura.
Meeke e Nagle tagliano il traguardo, scendono dalla macchina: hanno vinto! Meeke continua a camminare agitato lì attorno, non si sa cosa stia cercando, poi finalmente sale sul tetto con il navigatore e si concede al pubblico e alle “formalità” del successo. È un successo strepitoso, epico. Meeke stringe gli occhi, penso che gli venga da piangere, più per l’emozione che per la felicità. Forse per entrambi i detonatori emozionali.
È la sintesi di un romanzo del WRC. La più bella pagina della stagione 2017 solo al terzo appuntamento, la più forte con il finale più intenso. Meeke precede Ogier e Neuville, al quale oggi ha insegnato qualcosa e che ha vinto il Power Stage.
Il successo riporta la C3 WRC ai fasti presupposti del progetto, cancella in un solo colpo tutte le criticità di interpretazione delle precedenti gare. Yves Matton aveva detto: “Abbiamo provato soprattutto sulla terra, i risultati del “Monte” e dello Svezia non sono attendibili e sono stati influenzati anche dalla sfortuna!”.
Ma nessuno aveva voluto credere al “Boss” del Team Citroen Total Abu Dhabi. Scuse, dicevano. No, non sono scuse, è la semplice, cristallina verità. In Messico la C3 WRC alla terza gara ha vinto quattro speciali, tutte le giornate di gara tranne l’ultima, ma il vantaggio accumulato fino a quel punto da Meeke ha permesso di interpretare nel modo più avanzato la furia spettacolare del Rally. Tutto questo in uno dei Rally tradizionalmente più difficili del Campionato, senz’altro il più incline al colpo di scena intriso di spettacolo. Tutto questo senza denunciare il minimo limite tecnico e meccanico. La C3 WRC è una macchina inedita, anche per il suo enorme potenziale espresso, in pieno e in così poco tempo. Ricordiamolo: è il primo Rally della Stagione in cui nessuno ha regalato nulla, e tutto quello che ha prodotto in termini di successo è stato frutto della conquista. Meeke si ferma, finalmente: “Per prima cosa, ho commesso un errore. Per seconda… abbiamo vinto!”
Foto: Manrico Martella, Gerardo Isoard, Mario Armas