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Torsby, 12 Febbraio 2017. Il Rally di Svezia si presta perfettamente, almeno nel suo rocambolesco e insospettabile inizio, ad essere palestra dei luoghi comuni. Quella che solitamente è letteratura di circostanza, si rivela di assoluta attualità di fronte a delle dinamiche che definire “imprevedibili” è davvero poco. Il nuovo Regolamento, le nuove Macchine sviluppate in quella funzione, le vicende di fine stagione e i programmi tattici dei singoli Team sono al centro di un calderone in ebollizione che scatena l’emotività e richiama immancabilmente le frasi fatte. Ecco che bisogna prestare massima attenzione a non commettere errori, oggi si può dire neanche piccolissimi, ecco che il Campionato è tutto da scoprire, tutto da svelare nella sua essenza, ed ecco che è necessario, per prima cosa, “conoscersi”.
Il Team Citroen Total Abu Dhabi, certamente, non si sottrae alla regola estemporanea dell’inizio della stagione più pazza del… secolo, e ai leit motiv in comune con gli altri Team aggiunge quella che oggi si deve considerare come la chiave tattica della squadra di… domani. Se da una parte l’evoluzione della nuova C3 WRC è senz’altro il centro di richiamo tecnico del progetto Citroen WRC, dall’altra è cruciale l’evoluzione del programma che coinvolge il “materiale umano” della Squadra. Doppio lavoro per Yves Matton, che è il promotore della strategia di Citroen in ogni sua declinazione Racing, e che deve seguire i diversi filoni dell’unico progetto con l’obiettivo non negoziabile di centrare gli obiettivi con il successo dell’insieme.
Dunque la nuova C3, Kris Meeke Pilota di punta e “arma”, e i giovani “pulcini” del Team, l’investimento più importante nella prospettiva del tempo. Al Monte-Carlo Stephane Lefebvre e Gabin Moreau avevano portato temine la missione salendo sulla C3, accedendo al privilegio della Top Ten dopo un inizio difficile, e soprattutto incidendo sulla carrozzeria della C3 la “tacca” della vittoria iconica sul Col de Turini, per un soffio non doppiata da un exploit stratosferico nel Power Stage finale. In Svezia sulla seconda C3 WRC del Team Citroen Total Abu Dhabi sono saliti, come da programma, Craig Breen e Scott Martin, con il compito condiviso di “far girare” la Macchina e, possibilmente, alzare il velo sul potenziale di competitività dell’Equipaggio. Sempre alla stessa condizione: non commettere errori nel rispetto della tabella di marcia di evoluzione della Macchina. Dopo che l’ennesimo colpo di sfortuna aveva rallentato Meeke, “venialmente” colpevole di un piccolo errore dalle conseguenze esagerate, il ruolo di Breen è diventato ancor più delicato. Tuttavia, il Pilota irlandese non si è sottratto al “dovere”, e ha, anzi, interpretato in modo eccellente il ruolo di responsabilità ereditato con il ritardo di Meeke.
Il Rally, lo sapete, si è concluso dopo l’ennesimo, incredibile colpo di scena assoluto, capace di ribaltare risultato e assetto tattico, classifiche e tensione spettacolare. Neuville ha sbagliato ancora uscendo di scena da una Gara “quasi” vinta, Latvala ha ereditato ruolo e, alla fine, Titolo, e si è imposto nel confronto, salito in testa al cartellone, con Tanak.
In questo scenario “infernale” la palma della regolarità e del “sangue freddo” è andata a Craig Breen che, incurante delle “esplosioni” attorno alla C3 #8, ha mantenuto la promessa dell’attenzione e della massima concentrazione, prima entrando e poi risalendo progressivamente nella corrente impetuosa della Top Ten
In questo scenario “infernale” la palma della regolarità e del “sangue freddo” è andata a Craig Breen che, incurante delle “esplosioni” attorno alla C3 #8, ha mantenuto la promessa dell’attenzione e della massima concentrazione, prima entrando e poi risalendo progressivamente nella corrente impetuosa della Top Ten. Non sempre perfettamente soddisfatto del risultato parziale, ma consapevole che in quel ritmo c’era la salvaguardia del Rally e di un ruolo divenuto improvvisamente importante. Il quinto finale, che “sulla carta” non c’era, dimostra che con la nuova C3 bisognerà far l’abitudine alle buone sorprese, a patto di rispettare le consegne inderogabili del tempo di maturazione necessario a un giovane, seppure di talento come Breen, per emergere.
A proposito di consegne, per la seconda volta dispiaciuto del risultato “strozzato” di cui è stato “promotore”, Kris Meeke si riserva di mettere, così come ha fatto Breen, la propria impazienza nelle mani della vettura, senz’altro il valore più equilibrato e efficace in questa fase di evoluzione. Del resto, non c’era bisogno del quarto posto nel Power Stage per fidarsi della competitività della nuova C3 WRC!
Foto: Manrico Martella, Fabrizio Buraglio, Giuseppe Mazza, Simone Calvelli, Nikos Mitsouras