WRC 2016 con Hayden Paddon: Svezia

WRC 2016 con Hayden Paddon: Svezia
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Il pilota del team Hyundai racconta in esclusiva per AutoMoto.it i rally del Mondiale visti con gli occhi di chi corre
16 febbraio 2016

Riavvolgerei il nastro e partirei dalla fine. Sicuramente l’ultima speciale del rally è stata uno dei momenti peggiori della mia vita sportiva. Avevo tutto da perdere e nulla da guadagnare e forse questa tensione ha provocato i vari errori che ho fatto in questo tratto cronometrato: le mie traiettorie erano sbagliate, la mia guida non era fluida, ho tagliato troppo una curva prendendo uno dei paletti di legno. Normalmente non succede nulla, poi io e John il mio navigatore, abbiamo visto uscire del fumo dal cofano motore e ci siamo preoccupati, anche se non lo davo a vedere all’arrivo della Power Stage. Per fortuna era un piccolo foro. L’abbiamo riparato in modo sommario e abbiam fatto il rabbocco al sistema di raffreddamento con l'acqua da una bottiglia di champagne. Così siamo arrivati dopo 90 km a Karlstadt per il podio.

Detto della fine, parliamo ora delle fasi precedenti il rally: come tutti saprete, le condizioni erano critiche per mancanza di neve e sicuramente non erano ideali ma ero concentrato sul rally indipendentemente dal tipo di gara che avremmo affrontato. Le prove Svedesi sono molto simili a quelle Finlandesi, molto veloci ricordano le speciali della mia Nuova Zelanda anch’esse veloci e con aderenza sempre al limite. 

Alla fine gli organizzatori hanno accorciato del 30% la gara, ma considerato quanto erano disperate le condizioni c'era il grosso rischio di annullarla. E’ in queste occasioni che capisci che lavoro c’è dietro da parte degli organizzatori per realizzare una gara e poterla far svolgere. Cancellato lo shake down e la prima prova spettacolo a Karlstadt, si è iniziato quindi il Venerdì mattina. 

Le prove Svedesi sono molto simili a quelle Finlandesi, molto veloci ricordano le speciali della mia Nuova Zelanda anch’esse veloci e con aderenza sempre al limite

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Non è stato un inizio agevole. Nonostante i recenti test fossero andati bene e mi sentissi a mio agio con la Hyundai i20 WRC, ho realizzato da subito che un conto sono i test ed un altra cosa sono i ritmi della gara. Non trovavo il giusto feeling con l’anteriore della vettura, siamo riusciti a migliorare il pacchetto il Sabato e questo mi lascia ben sperare per il futuro. C’è molto sviluppo da fare, sia io che la vettura non potremo che migliorare e questa è una situazione piacevole.

Tornando al Venerdì, non sapevamo che tipo di terreno avremmo incontrato, visto che le ricognizioni erano state fatte in condizioni normali, senza neve e ghiaccio su quasi tutte le prove speciali, mentre in quel momento nevicava copiosamente. Anche il numero di partenza non mi aiutava visto come si trasformavano le speciali: c’era poco ghiaccio che spariva subito dopo il passaggio dei primi concorrenti . La situazione è migliorata nel secondo giro, quando ormai le prove erano “masticate” e nevicava. In questo caso sono stato avvantaggiato nel partire dopo gli altri, che “spazzavano” la strada. Infatti i risultati si son subito visti, mentre al mattino avevamo chiuso al settimo posto, con 45” di ritardo. Col secondo passaggio siam risaliti fino al secondo posto vincendo anche due prove speciali.

Sabato, dopo che per tutta la notte aveva nevicato e sfruttando il nostro numero di partenza sempre indietro rispetto ai primi, pensavamo di avere ancora questo vantaggio da sfruttare. Invece non è stato così, se si esclude la speciale di Vargassen dove abbiamo recuperato 20” a Ogier, portandoci a solo 8,8” prima della pausa del pranzo. Certo, a quel punto un pensierino per la vittoria lo avevo fatto, ma per esser onesti ero più concentrato a tenere gli altri cinque che seguivano dietro di me. La lotta era dura e incerta, ci siamo riusciti ed abbiamo regalato al team il secondo podio consecutivo con un altro secondo posto. 

Per Paddon il Rally di Svezia è stata la prima gara con la i20 WRC 2016
Per Paddon il Rally di Svezia è stata la prima gara con la i20 WRC 2016

Tornando alla vettura e alla mia guida: non credo di esser riuscito ad esprimermi al meglio in questa mia prima gara con la nuova vettura, non ho potuto testare in velocità pura come andiamo, non mi sentivo a mio agio in queste condizioni di fondo incerto, non ho ancora raggiunto il feeling che vorrei, ma credo che questo migliorerà di gara in gara, così come la vettura. Per tutto il team era importante che io finissi la gara in questa posizione, dopo i problemi avuti da Neuville all’inizio e anche questo è stato un motivo per cui non ho spinto più a fondo. Il rischio di sbagliare e di rovinare tutto era altissimo e credo che la Power Stage abbia proprio dimostrato che basta un nonnulla per vanificare il tutto. Per fortuna è andata bene. 

Essere il primo non europeo sul podio in Svezia è certamente qualcosa di molto speciale ed è stato possibile per il grande sforzo del nostro team

A fine gara i giornalisti mi hanno chiesto se ero più soddisfatto del mio secondo posto lo scorso anno in Sardegna o di questo in Svezia, ma anche se il risultato è simile, sono stati ottenuti in modo differente. In Sardegna ho potuto guidare al 100% visto il feeling che avevo con la vettura, ho sempre spinto al massimo, qui invece, come detto per vari fattori non ho avuto la guida fluida che avrei voluto e credo che sia per questo che non ho potuto lottare per la vittoria, cosa che invece ho fatto in Sardegna. E' molto più’ importante questo secondo posto per tutto il team, ci permette di restare in scia alla VW e di consolidare il nostro secondo posto. Sicuramente puntiamo a vincere qualche gara, le basi ci sono tutte.

Questa gara, mi ha fatto capire molte cose e lottare con Ogier e vederlo sempre concentrato anche nella Power Stage, con questa sua fame di vittorie di risultati, poterlo studiare più’ da vicino, ti aiuta a crescere…

Essere il primo non europeo sul podio in Svezia è certamente qualcosa di molto speciale ed è stato possibile per il grande sforzo del nostro team. E' incredibile il lavoro che stanno facendo dietro le quinte e questo permette a noi di essere in grado di ripagarli cercando di portare a casa un buon risultato, il che è soddisfacente per tutta la squadra.

Ora abbiamo un programma fitto di appuntamenti prima del Rally del Messico, compresa una sessione di training a Formula Medicina in Italia e il nostro primo test su terra in Spagna. Abbiamo un paio di cose su cui lavorare e un sacco di informazioni utili da trarre questo fine settimana, quindi non vediamo l'ora di fare qualche altro passo in avanti prima del Messico.

Testo raccolto da Manrico Martella

Photo: PURE WRC - Manrico Martella - Simone Martella - Federico Baratella - Nikos Mitosuras

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