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Porto, 22 Maggio. Se non avete già in bocca il biglietto per Porto sbrigatevi, non se ne troveranno più molti e i prezzi del bagarinaggio andranno alle stelle. Perché? Perché la 49ma edizione del Rally del Portogallo (Vodafone nel nome completo) è talmente densa di attrattive che il programma è solo uno stralcio, un palinsesto per sommi capi, una breve guida cronologica e geografica. Le circostanze cresciute attorno al Rally ne fanno un vero e proprio evento, insomma, da non perdere. Quali sono i motivi? Eccone alcuni.
Portogallo e… Portogallo
Dopo 14 anni il Rally del portogallo torna al Nord del Paese. Centro operativo a Matosinhos, appena sopra Porto, e un tracciato che riprende percorsi ormai, sono passati molti anni, leggendari. Non è solo la “emblematica” Prova Speciale di Fafe, clou della giornata finale della Corsa ed eletta, ovviamente, anche a Power Stage, è l’intera, intricata serie di PS che vengono dal passato e sono riproposte in una chiave che è del tutto nuova per la maggioranza dei Piloti in gara. Non è un caso che a Porto si rivedranno, con una scusa o un’altra, o semplicemente in visita, gli assi del passato, come Vatanen, la Mouton, Alén che, trent’ani dopo, ancora conserva il record di vittorie, quattro, ottenute tra il 1975 e il 1987. E poi, il “Nord” è, come ci ha ricordato Tiziano Siviero, l’epicentro della passione portoghese, uno spettacolo nello spettacolo.
Gran parte dei Piloti non conosce le strade su cui correrà la 49ma edizione del Rally del Portogallo. Meglio sarebbe dire tutti
L’incertezza inevitabile
Gran parte dei Piloti non conosce le strade su cui correranno la 49ma edizione del Rally del Portogallo. Meglio sarebbe dire “tutti”. Il Rally e le piste del Nord sono sconosciute, e le notizie arrivano da vecchi filmati, ricordi… Google Earth. Meravigliosa incertezza. Chi saprà adattarsi meglio e più rapidamente? Chi sarà in grado di “prenderci” con settings e gomme alla prima, concedendosi il vantaggio che ne deriva? Quali Piloti sono, più di altri, più talentuosi e reattivi di fronte alla novità e alla mancanza di riferimenti? Forse Mikkelsen, che non fa mistero di gradire la circostanza, e lo dimostra già dallo shake down e dalla prima PS?
Kris Meeke
Uno che corre da quindici anni, e che per la prima volta vince il Rally che sembra “inevitabilmente” destinato ad essere il più duro della stagione, parliamo del Rally Argentina, non può venirci a raccontare che la vittoria non cambia nulla. D’accordo, in un certo senso Meeke ha ragione, in Portogallo l’irlandese ritroverà le sue esperienze di routine, sintetizzabili in una concorrenza formidabile, la soluzione di molti dei problemi che hanno afflitto le altre Squadre, e il pallottoliere sarà rimesso a zero. Ma è anche vero che la prima vittoria, ottenuta concretamente con una dimostrazione di grande capacità, cambia il modo di vedere. Si capisce come si è fatto, nel bene e anche nel male anteriore, e si è in grado di capire meglio come fare. E poi tutto passa sotto una luce nuova, diversa, stimolante. E Citroen gli da una mano.
Citroen
Già, Citroen. Subito dopo l’Argentina, la Squadra diretta caparbiamente da Yves Matton non si fa pregare e annuncia qualche “piccola” novità sulla DS3 ufficiale. Ma non è “sotto il vestito, niente”. Celata da una nuova livrea, la DS3 svela nuove soluzioni aerodinamiche, “piccoli” interventi aero, come dicono gli autori, già previsti. Ma in Portogallo, dopo il clamoroso uno-due argentino, è aria nuova, la macchina è più vicina a Casa e non è detto affatto che, oltre alle modifiche visibili, altre non siano celate sotto i veli compositi da… svelare.
Ford
M-Sport annuncia e porta in pista cinque nuove Fiesta WRC RS. Profumano ancora di solvente. Le utilizzano, oltre agli Ufficiali Evans e Tanak, anche Lorenzo Bertelli e un… polacco. La nuova macchina è al battesimo, ma arriva dopo aver provato a lungo le “parti staccate”, e dunque è molto più che una speranza di “improvement”, soprattutto se si tiene in debito conto che Ford sembra fermamente intenzionata a tornare ai vertici della specialità, niente di strano vista la caratura dell’impegno, e che a tal proposito non si trattiene dall’alimentare le voci di mercato che la vogliono sulle tracce di Neuville.
Hyundai
Di contro Hyndai ha annunciato lo schieramento di una quarta macchina, da affidare al tester di Fabbrica, l’olandese Abbring. Non lo vediamo, quindi era guerra psicologica? O forse solo il voler sottintendere che il progresso, e quindi gli obiettivi, non sono un problema di budget? In ogni caso l’armata coreana si dimostra ogni giorno più agguerrita, e sempre in ogni caso far la voce grossa vuol dire controbattere le intenzioni Ford con la stessa moneta, ovvero voler offrire a Neuville, ma anche a Sordo e Paddon, una macchina vincente, moneta che potrebbe valere molto nel caso Neuville dovesse (a meno che non lo stia facendo o, sotto banco, abbia già fatto) decidere in fretta del suo futuro in funcione del mercato mosso dalle illazioni Ford.
Kubica
Intanto una sonora distrazione dal programma d’ufficio Ford viene dal primo test di campo. La migliore Ford è quella, al quarto posto dietro a tre tedesche, di Robert Kubica. Il polacco, che ha lasciato di stucco abbandonando prima ancora di partire in Argentina, ha messo le mani pesantemente sul suo futuro. Ha intanto rifiutato di tornare alla pista e alla velocità, ringraziando per le offerte ma defilandosi, poi ha comprato una delle cinque nuova Fiesta RS. Che abbia alle spalle sponsor “sostenitori” non è un mistero, ma piace vedere un Pilota, seppure testardo e cocciuto come il simpatico polacco, prendere in mano la situazione e cambiare molto, se non tutto, dall’oggi al domani. Kubica piace al grandissimo pubblico, ai competenti, a tutti, anche a quelli che lo criticano per una certa confusione d’idee. Metti che Kubica metta finalmente ordine tra i sui eccessi e… piacerà ancora di più.
Italiani da seguire
Tra questi, oltre a Lorenzo Bertelli e al Campione del Mondo Produzione Max Rendina, due debutti. Andrea Crugnola, che inaugura l’avventura Mondiale promossa da Renault, e Andrea Nucita. Il siciliano era sparito dall’Italiano, e pensavamo che il solito problema lo avesse deviato dalla promessa italiana. Invece eccolo a bordo di una Impreza. Altra Impreza per Brazzoli, e poi due Peugeot 208 R2 per Giuseppe Testa e Fabio Andolfi. Largo ai giovani!
Volkswagen
Per finire, ma non dovremmo, ce ne sarebbero ancora, riprendiamo dallo stralcio di cronaca della prima PS portoghese, il Super Special Stage Lousada, poco più di tre chilometri per il delirio inaugurale del pubblico. Come abbiamo detto, quarto è Kubica. Ma le prime tre sono di nuovo loro, le tre Volkswagen Polo WRC, nell’ordine quella di Mikkelsen, poi Ogier, infine Latvala. La pagina della strana defaillance tecnica che ha colpito in Argentina due Macchine su tre è girata. Tre macchine in fila, e per giunta ai primi tre posti, vuol dire che il lavoro è stato fatto bene. Trovato il guasto, trovata la soluzione. Rottura di un iniettore, i frammenti ad alterare il flusso “vitale” del motore. Giocato il jolly dell’upgrade, adesso le tre “VW” tornano al ruolo che hanno da mo’, quello delle Auto da battere.