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About Luis Moya
«Mi chiamo Luis Moya, e lavoro con Volswagen dal 2012. Ho cominciato con Carlos Sainz a sviluppare la Polo WRC, e poi sono diventato ambasciatore della Squadra. Stefan Moser, che era il direttore della comunicazione e che adesso è in Audi, mi ha affidato un incarico di ambasciatore della Squadra. Vado a tutte le gare e alle presentazioni di prodotto, al Mondiale e in Spagna. Mi occupo di ospiti, sponsor, giornalisti. È un’opportunità straordinaria. I Rally mi hanno dato tutto nella vita, e non solo a me. Mio figlio ha fatto scuole e università private, e tutto è stato pagato dai Rally. Con Volskwagen ho la possibilità di spiegare alla gente, e parlare di gare mi da un piacere straordinario».
About Rally del Portogallo. Com’era il Rally leggendario 15 anni fa, e come è adesso?
«I Rally sono cambiati tantissimo, io dico che sono diversi. Non sono né meglio né peggio, solo diversi. Per esempio, prima si partiva dal Sud, si faceva una lunga tappa fino al Nord, poi tornavamo verso Lisbona. Era un Rally molto lungo. Fare oggi una gara così mi sembra impossibile, perché per gli organizzatori è un lavoro immane e un costo tremendo. Penso che sia logico essere andati in questa direzione. Il mondo è cambiato, e noi dobbiamo andare al passo con il mondo che cambia. Prima si facevano le gare senza telefono mobile, senza internet, oggi c’è tutto questo ed è un po’ più facile da questo punto di vista, più difficile da altri. È diverso».
About Tecnica. Cosa è cambiato in tutto questo tempo?
«Dal punto di vista tecnico il Rally è cambiato tantissimo, sono cambiate tanto le macchine. Prima erano molto potenti, quelle del gruppo B arrivavano a 600 cavalli, le nostre ne avevano circa 450. Adesso ne hanno un po’ più di 300, però adesso hanno molto più “grip”. Il cambiamento più grande che ho visto è nelle sospensioni. Adesso le macchine hanno meno potenza ma più tenuta, e sono molto più veloci. Se mettessimo le sospensioni di oggi alle macchine di allora, andrebbero ancora più veloci. L’evoluzione più grossa è quella che ha riguardato le sospensioni. Quando saltavi, la macchina scartava, incontrollabile. Adesso quando la macchina “cade”… sta automaticamente sulla strada. È diverso».
Io non conosco il budget, perché non se ne parla e perché non è una questione di quanti soldi hai, ma di come li spendi
About Volkswagen. È la macchina più forte. Anche se altre macchine arriveranno, intanto è la più forte. Puoi individuare i motivi per cui lo è?
«Volswgen è molto forte, adesso. Penso che si debba a molte cose, non a una soltanto. C’è il Pilota Ogier, che è molto “buono”, per me al di sopra degli altri, un grande stratega. Poi Carlos. Non perché è il Pilota con cui ho corso tutta la vita, ma Carlos per sviluppare una macchina è un Pilota straordinario. Tutti gli ingegneri che hanno lavorato con Carlos sono contentissimi. Carlos ha fatto un lavoro molto, molto buono all’inizio, per guidare la Squadra, per darle la direzione giusta. Perché succede così, se ti allontani dalla linea ideale te ne separi sempre di più, e se sbagli non ci sono “shortcut”, non puoi tagliare. Se hai sbagliato devi tornare indietro fino all’inizio e ricominciare. Carlos in questo è magnifico. E poi, evidentemente, tutto il resto. Abbiamo ingegneri buoni, e Volkswagen ha fatto una Squadra molto, molto buona già con “Kriss” Nissen, e poi con Jost Capito. Venivano dalla Dakar, avevano l’esperienza della Dakar, anche se è molto diversa. È un insieme di valori. Non solo ingegneri e non solo Piloti».
About budget. Si dice: ci sono tanti soldi, e allora tutto è possibile. Stanno così le cose, in Volkswagen?
«Io non conosco il budget, perché non se ne parla e perché non è una questione di quanti soldi hai, ma di come li spendi. I soldi. Abbiamo visto l’esempio della Toyota in Formula 1, avevano il “budget” ma non sono andati da nessuna parte. È vero che la Formula 1 non è matematica, è molto più difficile, ma resta il fatto che i soldi li devi spendere bene. Non è vero che con più soldi vai a vincere, per farlo li devi spendere bene, e questo sì è molto importante».
About VW Motorsport WRC Team. Parliamo di Piloti. È la Squadra ideale, o sarebbe bello avere anche questo o quel Pilota?
«Guarda, anche per quanto riguarda i Piloti, per me Volkswagen in questo momento ha una Squadra per-fet-ta! Logicamente io sono Volkswagen, non parlerei mai male dei nostri Piloti, ma non potrei farlo perché credo che abbiamo una copertura perfetta. Un Numero 1 chiaro, che è Sebastien Ogier. Parlo di talento di guida, non di ordine di preferenza. In Volkswagen c’è uguaglianza per tutti e tre, non ci sono giochi né ordini di scuderia. Poi c’è un Pilota come Latvala, tremendamente forte, molto veloce. Qualche volta vince sopra Ogier, qualche volta sbaglia, perde la concentrazione. Buona persona. E poi abbiamo un Pilota come Mikkelsen, che ha già dimostrato di poter vincere. Non il Mondiale, ancora, ma i Rally sì. Ha venticinque anni, e una possibilità straordinaria per il futuro. Se in questo momento mi dicessero: “Dobbiamo prendere un altro Pilota o rimaniamo con questi tre?” io direi: “Rimaniamo con questi tre, perché siamo perfettamente coperti!»
Adesso le macchine hanno meno potenza ma più tenuta, e sono molto più veloci
About VW Mattatore. Ma ci sono un paio di episodi in cui il sistema non ha funzionato. Uno è il Rally di Casa non vinto, e l’altro un guasto abbastanza strano, che ha fermato due Piloti su tre. Caso, esagerazione?
«In Germania io credo che abbiamo fatto un Rally come tutti gli altri. Voglio pensare che ci sia stata un po’ di pressione sui Piloti. Non da parte della Squadra ma da parte di loro stessi. Non abbiamo vinto in Germania perché i Piloti sono usciti di strada. Latvala in testa, uscito, Ogier lo stesso, Latvala lo scorso anno, lo stesso. In Argentina è stato un problema meccanico, un iniettore nuovo, un pezzo che si rompe, che blocca il flusso. In Volkswagen si può capire che un Pilota possa uscire di strada, ma non che una macchina si rompa. E io sono d’accordo con loro, perché non è una bella immagine una macchina che si rompe. Però, prima dell’Argentina avevamo fatto 29 gare e ne avevamo vinte 25, pertanto non si può dire che abbiamo sbagliato. È una cosa che non si doveva fare. In questo caso bisogna gestire l’errore. Come? Trovare la causa e assicurarsi che non succeda più. È stato cambiato l’iniettore, e questo, normalmente, non si deve rompere mai più!»
About: Grazie
«Piacere!»
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