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Villa Carlos Paz, 24 Aprile. La prima giornata, con la prima Speciale, la micidiale Agua de Oro dal nome suadente e ingannatore, 51 chilometri di trappole nascoste e di ostacoli che, come fucilate, azzoppano “passanti” troppo fiduciosi, scende violenta come una mannaia, e un po’ come una maledizione. La task force che ha “arrogantemente” sfidato la 35ma edizione del Rally Argentina si avvia ad una decimazione, se non fisica, almeno morale. L’eroe sfuggito al 1° giorno di bombardamenti è un nord irlandese 35enne il cui talento è stato decifrato da Colin McRae, giusto all’inizio del secolo. Kris Meeke.
Il Pilota sembra aver ripagato in una sola mattina la fiducia riposta in lui e Yves Matton, il direttore delle Squadre Citroen Sport che gli ha dato per la seconda volta quella fiducia, non può essere più contento. Da quanto tempo non si incontravano due Citroen in testa ad un Rally Mondiale? Meeke dimostra in Argentina di avere quel talento nel riconoscere i limiti della meccanica particolarmente stressata dalla durezza del percorso, e soprattutto di sapere come stare ai bordi di quel limite, sfiorandolo costantemente, con la capacità di guida e la freddezza. Una delle arti espressive del talento leggendario di Colin McRae. È la formula magica che porta Meeke al successo della prima tappa, pur con il freno a mano fuori uso, un guaio che appare ridicolo in rapporto a quanto hanno patito altri
“mostri” in gara. Meeke vince con poco più di un minuto di vantaggio sul compagno di Squadra Mads Ostberg, mai troppo in vista ma semplicemente fantastico nel mantenere calma e regolarità ben lontano dai rischi, “olimpico” quando la Ds3 si è fermata un momento, per poi ripartire. Jari-Matti Latvala, il vincitore dell’edizione dello scorso anno, è terzo a meno di un minuto e mezzo dal leader, ma anche il primo dei sopravvissuti, della Gara e della sua Squadra ridotta a un terzo della forza schierata. Con una perdita d’olio al cambio, Latvala arriva all’ultima PS, l’altra prova-spettacolo intitolata a tale Fernet Branca che conclude la prima giornata di gara, senza la trazione anteriore, e il tempo lasciato sulle strade argentine è, tutto sommato, il male minore rispetto a quello che poteva succedergli.
Un Day 1 ricco di colpi di scena
La prima giornata di gara è un disastro. Le strade sono devastate e i colpi di scena si susseguono incalzanti. L’Agua de Oro miete le sue vittime con un ritmo impressionante. Le misurate definizioni del glossario tradizionale, “toccata”, “scomposto”, “piccolo cedimento”, “fuori assetto”, qui fanno sorridere. Entrano in gioco termini più drammaticamente coloriti, “schiantato”, “volato via”, “disintegrato”, “in pezzi”. Non sono i tifosi impazziti di entusiasmo lungo il percorso ad esprimersi con i termini presi dalla piazza, sono tecnici, piloti abituati al paradiso che non trovano le parole per descrivere l’inferno. Al chilometro 46 della Speciale esce di scena Sebastien Ogier. Non è colpa del Navigatore, Ingrassia non ha sbagliato, e neanche del Pilota. A “cedere” è stata la Polo R, con un problema di motore a cui è mancata l’alimentazione, rientrata a Villa Carlos Paz sul carro attrezzi per essere “analizzata”. Auto e Equipaggio ripartiranno domani, gentile concessione del regolamento Rally2, ma con una “fattura” di mezz’ora da pagare cash. Troppo per conservare qualsiasi ambizione, a meno che… Sì, c’è chi dice, e ripete, “ameno che”, non per irriducibile o esagerato ottimismo ma perché, veramente in questo micidiale Argentina, tutto può ancora succedere. Forse anche per questo Ogier non prende il primo aereo in partenza da Cordoba ma resta a fare il suo dovere. La “maledizione” dell’Argentina ha colpito ancora il Campione del Mondo. Ogier sembra destinato a lasciare il Rally sudamericano nel catalogo delle opere incompiute, e il record di Rally vinti in fila all’omonimo Loeb.
E si continua con la falcidie. Neuville buca e trova difficoltà nel sostituire la ruota, 4 minuti persi, ed ecco farsi avanti chi diceva che durante il “challenge” della vigilia del Rally il belga aveva barato lasciando i bulloni laschi. Fora anche Mikkelsen, ma la seconda VW riparte dopo due minuti. Sordo, partito a “palla”, perde il servosterzo, e soffrirà soprattutto nella PS successiva, per fortuna neanche venti chilometri di cui almeno la metà a velocità di decollo su un largo, velocissimo “sterratone”. Bertelli, che aveva ben impressionato nel Super Stage del giovedì sera, perde invece una ruota ed è costretto al ritiro, il primo in gara dopo i due incidenti delle ricognizioni, autentico primato cronologico della sfortuna. Anche la prima Villa Bustos-Tanti, dunque, continua a “lavorare ai fianchi” il sempre meno motivato gruppo degli “attaccanti”. Meeke buca, riparte alla svelta ma Paddon, terzo Pilota Hyundai rimane senz’olio e, ecco, non ha parole per definire le “mazzate” che ha dovuto subire la sua auto, che “cade a pezzi” e perde anche la “marmitta”. La terza PS del Rally, è solo la terza ma pare di essere in pieno inferno, è la caporetto di Mikkelsen, una “botta” e un problema all’avantreno, un pneumatico giù dal cerchio che continua a lanciare scintille incandescenti contro i sassi e, infine, durante il trasferimento successivo, l’addio la possibilità di concludere la giornata.
Quando, dopo l’agognata Assistenza, gli Equipaggi tornano sulla Agua de Oro, ambizioni e coraggiosi “piani d’attacco” sono del tutto accantonati. Il motto diventa “tirare a finire”, evitare il più possibile i guai. Ma l’”agua”, d’oro o no, è la maledizione di Ott Tanak che, dopo la sventurata immersione nel lago in Messico, questa volta del tutto incolpevole trova una pietra dentro l’agua di un guado, che non può evitare e che strappa la ruota anteriore sinistra della sua Fiesta.
Il motto diventa "tirare a finire", evitare il più possibile i guai
Cala il giorno, la penultima Speciale della prima tappa, la seconda Villa Bustos, se la prende con Latvala, ma il finlandese reagisce d’orgoglio e porta la Polo superstite al traguardo finale di Villa Carlos Paz, e per di più al terzo posto. Sabato si riparte, nonostante tutto quello che si è visto oggi la seconda tappa viene suggerita come “ancor peggio” della prima. Pare chiaro a tutti, primi, secondi o terzi, o poco lontani dal podio, che prima ancora che ad attaccare, è forse meglio cominciare a difendersi dal Rally Argentina!
WRC, Rally Argentina 2015 - 24/04/15
Classifica dopo la PS6 (top ten)
1. Kris Meeke - Citroen DS3 WRC - 1.44'47"8
2. Jari-Matti Latvala - Volkswagen Polo R WRC - +1'08"4
3. Mads Ostberg - Citroen DS3 WRC - +1'23"5
4. Dani Sordo - Hyundai i20 WRC - +1'54"2
5. Elfyn Evans - Ford Fiesta RS WRC - +1'59"7
6. Martin Prokop - Ford Fiesta RS WRC - +3'27"4
7. Thierry Neuville - Hyundai i20 WRC - +5'06"2
8. Khalid Al Qassimi - Citroen DS3 WRC - +6'01"8
9. Abdulaziz Al-Kuwari - Ford Fiesta RRC - +6'46"3
10. Yuriy Protasov - Ford Fiesta RRC - +8'43"3
Piero Batini - Manrico Martella