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Ogier passeggia tranquillamente sulla crema Catalana e nessun rivale lo impensierisce più' di tanto. Solo Meeke con la Citroen nella 1a prova speciale vera su terra, dopo il prologo cittadino a Barcellona, sembra impensierirlo; gli rifila più di 4.00" in appena 7 km. Ciò è anche dovuto al fatto che Ogier, partendo per primo, fa da apripista sugli sterrati spagnoli.
Ma già nel successivo tratto cronometrato l'irlandese della Citroen è costretto a salutare tutti, causa una doppia foratura, e così per il Campione del mondo in carica basta una sola altra prova per superare Neuville, leader provvisorio, e salutare tutta la compagnia: game, set, match e non eravamo nemmeno a metà mattinata del primo giorno di gara!
Delusi tutti gli appassionati spagnoli, e non solo, accorsi lungo le strade del rally: ci si aspettava un duello all'ultimo sangue tra Ogier e Latvala ed invece il finlandese ha avuto uno dei suoi soliti black out. Ha rimediato uno svantaggiato abissale nelle prime prove e da li non si è più ripreso.
Peccato, sarebbe stato bello arrivare all'ultima gara con il titolo ancora in bilico, ma anzi, cerchiamo di non lamentarci visto l'andamento degli anni precedenti!
Il campionato aperto fino alla penultima gara
Quest'anno almeno un po' di sano agonismo c'è stato e se Ogier per tutta la prima parte della stagione era stato un rullo compressore, Latvala, dopo il primo anno perso ad adattare la Polo cucita addosso alla guida del francese, quest'anno è riuscito a tener vivo il campionato fino alla penultima gara. Certo pesa sul suo cammino il clamoroso errore al Rally di Germania, con il rivale out e lui che a pochi chilometri dalla fine butta tutto nelle vigne della Mosella. Con quei 25 punti in più' nel carniere forse sarebbe stata un'altra storia.
A scanso di equivoci chiariamo che il bis del titolo da parte del francese è strameritato: ricordiamo che sono sette le vittorie al suo attivo quest'anno. Si è poi solo complicato da solo il proseguo della stagione, e complice anche il maggior feeling con la Polo da parte di Latvala, il cocktail per un finale di stagione vissuto con apprensione c'è tutto. Se poi aggiungiamo i vari mal di pancia per il fatto di non sentirsi più prima guida nel team, il rinnovo del contratto con la casa tedesca che tardava ad arrivare e per ultimo la querelle sia con il suo boss Capito che con la FIA per il fatto di non gradire certi cambianti regolamentari proposti a partire dal 2015, tutto questo ha sicuramente inciso sulla sua concentrazione. Ma ha almeno lasciato l'interesse tra appassionati ed addetti ai lavori per l'assegnazione del titolo fino alla gara spagnola.
Fatta questa premessa, passando alla gara, c'è veramente molto poco da dire. Quest'anno il Rally della Cataluna festeggiava il 50° anno ed ha festeggiato questo anniversario alla grande: sfilate di auto storiche, vecchi campioni, etc., etc.
Tra presente e passato
L'unica novità della gara era rappresentata dalla prova spettacolo sul vecchio circuito del Montjuc, nel centro di Barcellona, utilizzando quello che in un passato lontano era stato il circuito dove si correva il GP di F1: erano gli anni di Regazzoni e Lauda per intenderci.
Delle fasi cruciali della gara abbiamo detto all’inizio. Da quel punto Ogier si portava ad un solo decimo dal belga Neuville su Hyundai i20, per poi superarlo nella speciale successiva, prendendo il comando e non lasciandolo più per tutta la gara. Alla 7a speciale aveva già scavato un solco netto con il suo compagno rivale Latvala di oltre 36", chiudendo quindi definitivamente la porta ad un qualsiasi ritorno del finlandese nelle 2 rimanenti tappe su asfalto. Infatti a nulla varranno i 12 scratch vinti da Latvala tra il Sabato e la Domenica: renderanno solo più' lieve il distacco ridotto a 11’ o poco più', ma Ogier era già in fase calante.
Il clima secco estivo come alleato
La terra, già! In teoria un terreno favorevole al finlandese, tanto più' che il campione in carica partiva per primo sulle speciali, facendo così da scopa per pulire gli sterrati spagnoli. Invece il clima secco estivo alla fine si è rivelato un suo alleato: perché è pur vero che partendo per primo doveva pulire le strade, ma non aveva le nuvole di polvere che, rimanendo in sospensione, hanno rallentato e costretto all'errore i suoi avversari.
Sparito Meeke, attardato Neuville, i giochi erano fatti e le tappe in asfalto sono state poco più di una passerella per Ogier e la sua Polo.
Hyundai nel bene e nel male
Degli altri c'è ben poco da raccontare: rendiamo merito al giovane neozelandese della Hyundai, Paddon, che ha vinto la sua prima speciale in una prova del campionato del mondo. Di Neuville abbiamo accennato: nelle prime battute era parso subito in palla, rimanendo attaccato ad Ogier; peccato per quella foratura in speciale che lo ha costretto a cambiare la ruota e di fatto perdere quei minuti che lo hanno tagliato definitivamente fuori, se non per la vittoria, almeno per il podio.
Passando a Dani Sordo, così finiamo l'analisi dei piloti Hyundai, è sicuramente stato la delusione di questa gara: se pensiamo che il suo miglior risultato su una speciale è stato il 4° tempo, il tutto stride con le performance dei suoi compagni di squadra. Per un pilota che correva in casa ci si aspettava molto di più: in questa gara non è mai sbocciato il feeling tra lui e la sua vettura.
Chi finalmente dopo tante gare opache si è rivisto sul podio è Mikko Hirvonen, 3°, e questo risultato sa del “canto del cigno” per il pilota della Ford. Difficilmente sarà riconfermato il prossimo anno: alle sue spalle scalpita Tanak, che è vero che stropiccia un po' troppe Fiesta, ma è anche vero che alle spalle ha sponsor munifici.
Evans questa volta ha commesso un errore: ci sta, dopo un annata regolare dove l'ordine imperativo di Malcom Wilson era di portare la vettura in fondo e di fare esperienza. Lo aspettiamo il prossimo anno! Il buon Wilson ha una sua teoria che condividiamo; per formare un top driver da rally occorrono 3 anni:
1° anno: deve fare esperienza ed arrivare sempre in fondo;
2° anno: deve spingere molto di più e cogliere qualche podio, portando però sempre punti alla squadra,
3° anno: lottare per il titolo a parità di prestazioni agoniste delle vetture.
Aspettiamo quindi il giovane virgulto il prossimo anno.
Citroen non raggiunge il podio
La Citroen questa volta non è riuscita a cogliere il podio: perso Meeke nelle prime battute si è rivisto un buon Ostberg. Sicuramente avrebbe colto il podio se non fosse stato rallentato dalla polvere sospesa nell'aria quando aveva raggiunto Neuville sulla terra.
Rimanendo in casa Citroen è da segnalare l'esordio di Lefvbre con la Citroen DS3 R5 WRC2, il giovane vincitore del Mondiale Junior, gara troppo breve per lui: fuori subito all'inizio. La casa francese punta molto sul giovane talento e per il prossimo anno è previsto un programma di partecipazione alle dieci gare del mondiale che prevedono cinque gare con la WRC ed altrettante con la WRC2. Il tutto in attesa di conferma; anche perché vari rumors, veri o falsi, si rincorrono da un po' di tempo. Il main sponsor spinge per una partecipazione di Sebastian Loeb a 6 eventi, per rilanciare marchio e vettura, oltre, naturalmente, agli organizzatori alsaziani in crisi quest'anno vista l'assenza del loro illustre concittadino. Tant'è che il prossimo anno è previsto lo spostamento delle sede da Strasburgo, che ha finito i soldi, a Mulhose. Si rimane sempre in Alsazia, con buona pace per gli appassionati che spingevano per un ritorno del Tour De Corse nel mondiale.
Tornando alla Citroen, la vettura è ancora valida e competitiva, visti i numerosi podi conquistati da Meeke e Ostberg, ma sopratutto viste le PS vinte da Meeke nella seconda parte della stagione e la vittoria gettata alle ortiche nel rally di Germania.
Al momento è l'unico team, che non ha ancora certezze sui piloti da schierare nel prossimo anno.
Meeke dovrebbe essere confermato; Ostberg molto probabilmente no; Kubica è in trattativa per un suo ritorno, vista la deludente stagione con la Ford; Solberg, dopo aver vinto il titolo mondiale nel rally cross, ci sta facendo un pensierino. E l'alsaziano con 9 titoli mondiali, forse si è reso conto che la pista, pur avendo la vettura migliore del lotto,… non è poi così facile! Vedremo!!
Rendina-Pizzuti vincono il Mondiale Produzione
Da segnalare infine la vittoria nel Mondiale Produzione per il nostro equipaggio Rendina-Pizzuti, titolo che torna in Italia dopo oltre 20 anni. Complimenti! Qui non hanno dovuto nemmeno partecipare, avendo esaurito la loro partecipazione al Mondiale. Il loro avversario principale, l'argentino Alonso, aveva un solo risultato a disposizione per sperare di mantenere aperto il campionato: la vittoria. Ma è uscito subito danneggiando la vettura irrimediabilmente e non potendo riprendere così il via la tappa successiva.
Anche nel WRC 2 c'è un po' di tricolore: Al Attyiah, navigato dal nostro Bernacchini figlio d'arte, vince e mette una seria ipoteca sul titolo; ora gli basta arrivare entro i primi sei di categoria nel prossimo Wales per aggiudicarsi il titolo. Titolo che purtroppo non potrà più vincere il nostro Bertelli, tagliato matematicamente fuori avendo esaurito il numero di partecipazioni al mondiale 2014.
Seguente ed ultimo appuntamento della stagione, il prossimo mese in Galles; poi calerà il sipario anche sul mondiale 2014.
Testo: Manrico Martella