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Franciacorta, 28 settembre - Sin dalle prime battute, il decimo appuntamento con il Mondiale Rally Cross suona le note di un’altra musica. Una melodia che a Parigi attendevano dall’inizio dell’avventura Mondiale della Supercar Peugeot. Finalmente, dopo i preludi dei podi recenti, l’inno alla vittoria suona anche per la Macchina di Timmy Hansen, 21 anni, a conclusione di un lungo processo nel lampo di un week end trionfale.
Duplice campione
La progressione delle macchine di Peugeot Sport portate in gara dal Team di Kenneth Hansen lasciava intendere che il momento era vicino, ma il primo Mondiale Rally Cross insegna che, sull’onda di un grande equilibrio generale, lo “share” dei risultati era propenso a riconoscere prima di tutto l’estrema incertezza di ciascuno dei suoi dieci appuntamenti sin qui disputati. Solo nella seconda parte del Mondiale, infatti, dopo che i primi sei W-RX avevano premiato altrettanti, diversi vincitori, il “trend Solberg” si è delineato con una maggiore chiarezza, e nel momento in cui il Mondiale registra il nome di un altro vincitore, il Timmy Hansen settimo della serie, Franciacorta diventa il “GP” chiave dell’intera stagione incoronando, con due prove di anticipo, Petter Solberg. Il trentanovenne norvegese diventa così il primo pilota della storia ad aggiudicarsi due corone mondiali in due diverse specialità dei Rally. Nel 2003 è stato il WRC, oggi è il W-RX.
Premio al “pienone” al Daniel Bonara di Franciacorta, e pubblico entusiasta di assistere ad un W-RX già “storico”. Forse i diecimila e passa non lo sapevano, ma qualcosa che era nell’aria deve averli “calamitati” al capolinea della nuova BreBeMi, come una sorta di presagio.
Se il buon giorno viene dal mattino la vittoria di Hansen nella prima manche di qualificazione poteva essere interpretata in tal senso, così come il primato alla fine del sabato, quando in testa all’”intermedio” dopo due “heat” il giovane pilota Peugeot era ancora in testa. Più ansioso e sofferto, invece, l’avvio di Solberg che aveva riconsegnato ai tecnici del suo Team una Ds3 con il carter crepato. I meccanici avevano sfilato il cambio, limato e saldato, con l’imperativo di riconsegnare una Citroen perfetta al suo pilota. E Solberg, la domenica mattina, li aveva ripagati vincendo la terza manche. Per rimettere le cose a posto, Timmy Hansen aveva vinto l’ultima frazione di qualifica, riconquistato il primato delle selettive e trascinato nelle semifinali anche l’altra Peugeot, quella del russo Timur Timerzyanov.
Un appuntamento decisivo
Due semifinali da disputare, in palio i sei posti sulla griglia della finalissima, l’evento italiano diventa apoteosi. Hansen vince la sua, e per ribadire il concetto di progressione della Marca, Timerzyanov si aggiudica l’altra. Hansen, Solberg e il sorprendente svedese Goransson, dunque, da una parte, e Timerzyanov, Bakkerud, risalito da un inizio disastroso costellato di forature e false partenze, e l’altrettanto sorprendente Kristofferson, anche lui svedese, Polo ST, dall’altra. Restano fuori Gigi Galli, co-autore del tracciato, Heikkinen e Larsson, e così Nitiss, Henning Solberg e Marklund.
“La gara si definisce, di fatto, con Hansen che si invola al comando, allunga con decisione e ben presto si rivela irraggiungibile. Alle sue spalle si trattiene il fiato per altri cinque giri”
Finalissima annunciata da cardiopalma. Ma non è così. La gara si definisce, di fatto, con Hansen che si invola al comando, allunga con decisione e ben presto si rivela irraggiungibile. Alle sue spalle si trattiene il fiato per altri cinque giri. Bakkerud va lungo subito, e come il norvegese è fuori, il giro dopo, Kristofferson, Timerzyanov “buca” e si vieta la bagarre finale, e lo stesso Solberg accusa un certo “disordine” nelle geometrie di una sospensione della macchina.
L’unico a tenere in qualche modo testa ad Hansen è Goransson, asso del Touring, che ha giocato la carta del giro “Joker” alla prima tornata, ma alla fine del terzo giro, quando è Hansen a scegliere l’obbligatorio giro “lungo”, la mano torna in chiaro. Hansen esce per primo, congela il primo posto difendendolo con autorevole facilità per i restanti tre giri, e ottiene, al passaggio accanto alla bandiera a scacchi, la sua prima vittoria Mondiale. Solberg, intanto, ha “alzato il piede” e si concentra sulle ultime centinaia di metri che lo separano dal tetto del Mondo.
Un successo italiano che parla francese
L’epilogo è un lungamente atteso delirio. Un pilota svedese, Timmy Hansen, e una macchina francese, la Peugeot 208 WRX, vincono il W-RX d’Italia, un altro pilota, il norvegese Petter Solberg, e ancora una macchina francese, la Supercar Citroen, vincono il primo Mondiale. Franciacorta, cui va il trofeo per il W-RX più avvincente della stagione, ha fatto bingo. Lo spettacolo del Mondiale, infatti, si trasferisce ora in Turchia, Istanbul, e quindi in Argentina, San Luis, per il gran finale della prima stagione, ma la passerella del primo Campione del Mondo è iniziata in Italia. Matematicamente irraggiungibile Petter Solberg, 213 punti, resta aperta la corsa per il podio del Mondiale, con Heikkinen e Nitiss a ruota e lo stesso Hansen ancora in gioco.
Ah, un’ultima cosa, un ultimo campione del Mondo. È Alberto Donghi, nella vita “normale” concessionario Peugeot, ma nel wek end Mondiale di Brescia perfetto anfitrione tra le meraviglie geografiche “della” Franciacorta e le magie enologiche “del” Franciacorta.