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Bugatti è design. Lo è nello studio dei dettagli, nelle curve dei suoi modelli iconici, dalla Chiron alla Divo, ma lo è anche nella sua Home Collection, concepita e realizzata in collaborazione con Luxury Living Group.
Non poteva quindi esserci occasione migliore della Design Week di Milano per incontrare il CEO del marchio francese, Stephan Winkelmann, che, insieme al Presidente del Luxury Living Group Raffaella Vignatelli, ha raccontato la storia di due eccellenze che si incontrano e di un progetto che è destinato a continuare.
Com’è nata questa partnership tra Bugatti e Luxury Living?
«La collaborazione è nata nel 2016 con una prima collezione Bugatti Home a cui, oggi, si aggiunge questo nuovo progetto. Io e Raffaella ci siamo conosciuti lo scorso marzo, pochi mesi dopo il mio insediamento in Bugatti, e a giugno abbiamo deciso di continuare la partnership iniziata prima del mio arrivo.
Per me il progetto era molto importante perché credo che la visibilità di un’azienda conosciuta in tutto il mondo per la realizzazione di mobili così esclusivi sia un accostamento perfetto con l’immagine e la politica del nostro marchio. Volendo puntare su capacità artigianale e innovazione sono rimasto subito entusiasta della loro realtà Made in Italy. Poi essendo loro di Forlì e avendo io vissuto a Bologna per parecchi anni è stato un po’ come giocare in casa».
Questa collezione in che cosa si differenzia?
«Prima di tutto questo progetto ha uno sguardo proiettato verso il futuro. Ci sono chiari riferimenti alla storia di Bugatti ma volevamo che, prima di tutto, questi mobili piacessero e fossero attuali. Il punto di partenza per la realizzazione della collezione viene comunque dalle linee dei nostri prodotti e in particolare quelle della Divo, presente anche nel nostro stand qui al Salone del Mobile, e della Chiron».
Come mai avete scelto proprio queste due auto?
«Perché, oltre ad essere le nostre macchine attuali, credo rappresentino molto bene il DNA della Bugatti. In entrambe ci sono delle forme e degli stilemi che sono parte della tradizione del marchio».
In che misura Bugatti partecipa all’ideazione dei prodotti di Luxury Living Group?
«I nostri designer possono e devono aiutare con un contributo iniziale perché sanno quali sono i materiali e i dettagli che rendono Bugatti subito riconoscibile. Una volta raccontata la nostra missione, chi siamo e dove vogliamo andare, loro sono in grado di fare un perfetto lavoro di traduzione».
La collaborazione tra queste due aziende continuerà?
«Assolutamente sì. Vedremo nei prossimi mesi che cosa faremo insieme ma le possibilità sono molte. Luxury Living Group si è dimostrata una realtà ideale con cui lavorare ed è anche velocissima nello sviluppo: in meno di un anno sono riusciti a realizzare una collezione molto vasta oltre che di grande qualità».
Quest’anno Bugatti festeggerà 110 anni di storia, come avete scelto di celebrare?
«Con Luxury Living Group abbiamo firmato La Cobra Chair limited edition, una sedia prodotta in 110 pezzi esclusivi, il cui concept si ispira a un progetto realizzato, nel 1902, dal padre di Ettore Bugatti, Carlo. Fuori dal contesto di questa collaborazione abbiamo poi molti eventi tra cui, il più importante, si svolgerà il prossimo settembre. All’incirca una cinquantina di Bugatti partiranno da Milano, la città natale del nostro fondatore, per poi spostarsi a Montecarlo e in più tappe arrivare fino a Molsheim, storica sede del Gruppo, dove si svolgerà il gran finale».
Dopo un anniversario così importante parliamo di futuro: c’è spazio per l’elettrico in Bugatti?
«L’elettrico ha ormai intrapreso un suo percorso inarrestabile, avviato da tutte le case automobilistiche. È anche e soprattutto qualcosa che ha a che fare con la legislazione del futuro e con la responsabilità sociale. Bisogna però anche dire che quando si realizza una vettura a batteria l’emissione di CO2 necessaria per la produzione è molto più elevata rispetto a quella di un’altra automobile. Servono quindi decine di migliaia di chilometri per arrivare a parità di CO2 rispetto a un veicolo benzina o un diesel. Un altro discorso non banale da fare è quello che riguarda la provenienza della corrente elettrica utilizzata: un conto è se arriva dall’eolico o dal solare, ma se viene dal carbone allora non si sta facendo un passo avanti sul tema della responsabilità sociale. Nel nostro caso prima di decidere che cosa fare c’è da considerare la media molto bassa di chilometri percorsi in un anno perché la Bugatti non è certo un’automobile che si usa per lunghe tratte, si usa per il piacere di guidarla».
Le nostre macchine ad oggi potrebbero essere definite come haute couture mentre l’idea per il futuro è quella di creare un prodotto con una produzione più alta
E per un SUV invece?
«Noi pensiamo che il marchio sia pronto per la realizzazione di un secondo modello. Le nostre macchine ad oggi potrebbero essere definite come haute couture mentre l’idea per il futuro è quella di creare un prodotto con una produzione più alta. Parliamo sempre di rimanere sotto i mille prodotti all’anno ma alzandosi la visibilità bisogna studiare bene la direzione in cui andare. Il SUV è uno degli stili più appetibili ma non per forza dobbiamo andare in quella direzione, ci sono parecchie nicchie del settore molto interessanti che nessuno ha ancora esplorato e stiamo valutando tutte le opzioni».
Giulia Toninelli