Wiegand, Audi: «Limiti di CO2 sempre più rigidi? Il metano può essere una risposta»

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Con Burkhard Wiegand, Technical Project Management Audi A4, abbiamo cercato di capire quale possa essere il futuro della tecnologia g-tron a metano, alla luce dei recenti sviluppi del “caso VW”
16 ottobre 2015

Aix-en-Provence - Burkhard Wiegand, Technical Project Management Audi A4, ci svela tutti i segreti del nuovo modello a metano che arriverà l'anno prossimo. Con lui però abbiamo anche cercato di capire quale possa essere il futuro della tecnologia g-tron, alla luce dei recenti sviluppi del “caso VW”.

 

Avete iniziato a puntare sul metano con la A3 g-tron e ora allargate la famiglia con la A4 Avant g-tron. Pensate che il metano possa essere una risposta sempre più forte alla mobilità di domani?
«Quella di puntare sul metano per noi è una scelta vincente perché è una forma di alimentazione alternativa che può diventare davvero molto popolare sia in Germania che in Italia. L’arma vincente di questo modello sarà rappresentato dal total cost of ownership, perché basteranno soltanto 4 euro per percorrere 100 km!»

 

Perché nel caso della A4 g-tron parlate di un'auto CO2 neutrale? Produrre e stoccare metano del resto richiede ingenti quantitativi di energia con conseguente produzione di CO2...
«In Germania i clienti possono entrare in possesso di una card elettronica che permette di acquistare e-gas nelle normali stazioni di rifornimento. Si tratta di metano ricavato attraverso energie rinnovabili, quindi questo fonte di energia diventa veramente eco-friendly. Abbiamo già un impianto in Gemrnia per la produzione di e-gas grazie a fonti rinnovabili. In questo modo il cliente potrà guidare veramente un’auto CO2 neutrale».

 

Ci dobbiamo aspettare quindi anche una futura A6 g-tron?
«Al momento stiamo ancora discutendo su questa possibilità. Non c’è niente di sicuro per ora, ma è un’ipotesi al vaglio».

Burkhard Wiegand audi
Burkhard Wiegand, Technical Project Management Audi A4

 

Audi è stato uno dei primi costruttori a credere nel diesel anche per l'alto di gamma. Siamo di fronte ad un rivoluzione epocale come quella del gasolio, nel senso che il metano potrebbe diventare per voi l'alimentazione del futuro?
«Speriamo di essere ancora una volta dei precursori, anche nel caso del metano. Sarebbe un altro traguardo fantastico nella storia di Audi. Quello che conta di più per noi in ogni caso è realizzare sempre qualcosa di realmente utile per il cliente, che non deve essere costretto ad alcun tipo di compromesso da una nuova tecnologia».
 

Per esempio?
«Sulla A4 g-tron l’installazione dei serbatoi di metano non ha costretto a ridurre in nessun modo la capacità del bagagliaio. Le funzionalità restano esattamente quelle di una A4 diesel o benzina. Anche fare il pieno resterà semplice e veloce, visto che il bocchettone di rifornimento del metano è stato collegato dietro al normale sportellino, di fianco a quello della benzina. Il cliente non si accorgerà nemmeno che sta viaggiando a metano».

 

La nuova Audi A4 Avant g-tron

 

Le normative anti-inquinamento sempre più stringenti hanno costretto i costruttori a rendere i diesel, specialmente nella variante Euro 6, davvero molto, forse troppo, complessi. Mi riferisco all'installazione del catalizzatore SCR alimentato tramite un serbatoio separato di AdBlue. Il metano potrebbe quindi diventare una soluzione sempre più vincente in ottica futura, quando i limiti di CO2 saranno ancora più rigidi?
«Non dobbiamo dimenticare che nel caso del metano la situazione varia moltissimo a seconda del Paese. In Gran Bretagna per esempio credo ci siano due o al massimo tre distributori di metano quindi per gli inglesi la a$ g-tron non può essere un’alternativa. Bisogna tenere in considerazione poi anche le normative e il fisco, che cambiano notevolmente nei vari Stati dell’Unione. In alcuni Paesi per esempio il diesel costa più della benzina e la tassa sui motori a gasolio risulta più onerosa. Noi quindi vogliamo offrire al cliente un’ampia possibilità di scelta, in modo che chiunque possa trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze».

Più ci si spinge oltre, più diventa sempre più costoso e complesso raggiungere nuovi traguardi. E ad un certo punto è inevitabile che le nuove tecnologie finiscano per essere caricate sul costo della vettura

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I recenti sviluppi portati dal “dieselgate” hanno accelerato i tempi per arrivare ad avere un nuovo ciclo di omologazione. L'obiettivo è avere un modello più vicino alla guida reale su strada. Questo però potrebbe rendere ancora più difficile raggiungere i limiti di emissione prestabiliti dall'Unione. Non vi preoccupa questo scenario?
«Sì, effettivamente adesso sembra proprio che stiano per deliberare questo nuovo ciclo di omologazione, che si chiamerà WLTP. In ogni caso anche in passato, con il vecchio ciclo, eravamo costretti a rispettare limiti sempre più stringenti sulla produzione di CO2. E noi, così come gli altri costruttori, abbiamo continuato sempre a sviluppare nuove tecnologie per rispettare i limiti di emissione. Audi affronterà le sfide del futuro, come abbiamo sempre fatto».

audi g tron metano (4)
La A3 g-tron in uno stabilimento di produzione di e-gas

 

Non si potrò migliorare all'infinito però...
«Naturalmente i limiti della fisica sono uguali per tutti i costruttori di automobili. Più si impongono limiti stringenti, più il gioco si fa duro per tutti noi. Quello che fa sperare però è che in futuro ci dovrebbero essere più contatti tra gli enti governativi e l’industria automobilistica. In questo modo speriamo che si possano stabilire senza dubbio dei limiti più severi ma allo stesso tempo limiti fattibili per noi costruttori».

 

Era lo stesso Winterkorn, ormai ex-CEO di VW, a mettere in dubbio un anno fa questa corsa forsennata verso limiti sempre più bassi. Secondo il suo parere, spingere sempre e soltanto sulla produzione di motori “puliti”, ha costretto i costruttori a trascurare altri aspetti fondamentali dal punto di vista degli investimenti. Prima fra tutti la sicurezza. Ora che stiamo andando verso limiti ancora più stringenti, non crede che avesse ragione?
«E’ il concetto del win for profit. All’inizio con una determinata tecnologia si fanno progressi, anche consistenti. Poi, più ci si spinge oltre, più diventa sempre più costoso e complesso raggiungere nuovi traguardi. E ad un certo punto è inevitabile che le nuove tecnologie, sempre più costose e complesse, finiscano per essere caricate sul costo finale della vettura, per ammortizzare costi di produzione sempre più onerosi. Non posso giudicare se questa corsa a limiti sempre più stringenti abbia un senso o meno. Senza dubbio la sicurezza dovrebbe avere la stessa importanza della riduzione delle emissioni. Ma in definitiva per me è importante costruire un prodotto equilibrato.»

 

Modello di produzione e distrubuzione dell'e-gas

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