WEC. Tutto quello che c'è da sapere sulla 24 Ore di Le Mans 2023

WEC. Tutto quello che c'è da sapere sulla 24 Ore di Le Mans 2023
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La gara più importante del WEC compie 100 anni: il vero protagonista è Ferrari, che torna dopo 50 anni di assenza. Ecco tutto quello che c’è da sapere
7 giugno 2023

Il Centenario della 24 Ore di Le Mans è sicuramente l’evento più atteso nel mondo dell’Endurance ma non solo: la categoria WEC – acronimo di World Endurance Championship – ha da sempre in Le Mans il proprio fiore all’occhiello e quest’anno il centesimo compleanno della gara leggendaria è reso ancora più speciale da un invitato d’eccezione: Ferrari infatti torna a competere con una propria vettura, la 499P, dopo un’assenza durata 50 anni. Vediamo insieme cosa c’è da sapere su questa gara iconica.

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WEC: Un secolo della leggendaria 24 Ore di Le Mans

La storia inizia esattamente cento anni fa, nel lontano 1923, per la precisione il 26 maggio. I piloti erano tutti affiancati alle auto e dovevano aspettare un segnale convenzionale per poi correre a fiondarsi nella propria vettura e partire. Da allora, nulla è cambiato, se non la procedura di partenza e la tecnologia. La passione per la gara più logorante esistente è più viva che mai, e lo dimostrano i 250.000 spettatori che affolleranno il circuito per assistere alla 24 Ore di Le Mans dal vivo.

Dalla sua nascita, questa competizione ha saltato solo nove edizioni, essendo questa la 91°. Non male, considerando che nel corso di un secolo si sono avvicendati eventi come la Seconda Guerra Mondiale, diverse altre guerre e più di recente una pandemia. Qui, detenere il record di vittorie ottenute è un lusso straordinario, un onore che tutti i team vorrebbero ma chi lo può vantare è Porsche, con 19 successi.

La sua epicità è stata immortalata da diversi film, fra cui il più rappresentativo è targato Hollywood ed affonda le radici nel 1971: Le Mans, appunto, interpretato da Steve McQueen.

Il momento più bello della sua storia – finora – la 24 Ore l’ha vissuta negli Anni Sessanta, quando imperversava una eccitante rivalità fra Ferrari e Ford.

Non sono, tuttavia, mancati anche i momenti drammatici. Esattamente l’11 giugno 1955 accadde la tragedia divenuta tristemente famosa come il “Disastro di Le Mans”. La Mercedes-Benz 300 SRL di Pierre Levegh si scontrò contro la Austin-Healey di Lance Macklin. Nel tamponamento, la Mercedes di Levegh fu proiettata in alto e si infranse contro la barriera che divideva la pista dagli spettatori, e i detriti dell’auto – il cofano, l’asse anteriore delle ruote ed altri – volarono violentemente in tribuna. Questa pagina nera è l’incidente peggiore del motorsport e causò la morte di 84 persone, 83 spettatori e Levegh, che morì sotto gli occhi di sua moglie, e il ferimento di 120 persone. La gara non venne interrotta, a dire degli organizzatori per non intralciare le ambulanze.

Da allora, la sicurezza è migliorata in maniera esponenziale e le persone che si recano lì sono al sicuro ma rimane comunque la leggenda di una corsa che nel corso di un secolo di vita ha visto con i suoi occhi di asfalto avvicendarsi momenti dalla bellezza struggente ad altri invece indimenticabili per il dolore lancinante che li contraddistingue ma comunque fondamentali per il motorsport di oggi, più sicuro anche grazie a quel giorno di Le Mans.

24 Ore di Le Mans: Circuito, Ferrari e record

Le Mans sarebbe una normale cittadina francese come tante altre se non fosse per il suo circuito semipermanente che l’ha resa una meta di pellegrinaggio imperdibile per ogni appassionato di auto e motorsport. Il circuito di La Sarthe è lungo 13,7 km ed è caratterizzato da frenate impegnative, in particolar modo in prossimità delle due chicane che spezzano l’interminabile rettilineo di Mulsanne, lungo 3 km. Le chicane impediscono alla categoria più veloce, le Hypercar, di raggiungere velocità ancora più elevate sui 400 km/h fermando la velocità massima che si può ottenere all’impressionante quota di 350 km/h.

A questo proposito, bisogna sapere che in questa gara convivono tre categorie, impegnate contemporaneamente nella stessa pista. Competono insieme le Hypercar (le più veloci e le uniche interamente progettate dal costruttore), le LMP2 (come le Hypercar, anche questa è una classe di prototipi) ed infine le LMGTE-Am (auto di serie preparate). In questa edizione, la 91° della storia di Le Mans, il 10 giugno partiranno al via ben 62 vetture. Ogni auto può avere tre piloti, che si danno il cambio alla guida ogni due ore, per un totale di 186 professionisti pronti a sfidarsi nella gara più logorante dell’anno.

La scuderia più attesa, quest’anno è Ferrari. Il team del Cavallino Rampante ha fatto la storia della competizione francese, accendendo gli Anni Sessanta con la sfida con Ford. Dopo una lunga assenza durata cinquant’anni, la Rossa torna nella categoria Hypercar con la 499P. Il nome della vettura è già di per sé un omaggio alla storia del team di Maranello nell’endurance. Il riferimento è infatti alla 312P, una delle ultime vetture ufficiali in questa categoria.

Cosa serve per vincere a Le Mans?

Abbiamo visto sinora la storia, il circuito, le categorie presenti, quante sono le auto e i piloti presenti ed i record: ma cosa serve per vincere la 24 Ore di Le Mans?

Il primo requisito è naturalmente il coraggio: affrontare una gara così lunga e difficile non è affatto semplice e l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Lo sa bene Kamui Kobayashi, che nel 2017 ha perso la gara per aver frenato a causa di un fraintendimento sciocco – un pilota lo stava incitando a gesti e lui non aveva capito – e quella frenata brusca nelle fasi iniziali della gara ha danneggiato la frizione.

La fase cruciale rimane la partenza: è fondamentale mantenersi lontano dai guai e non commettere errori o rimanere coinvolti in incidenti, seppur piccoli, perché le auto saranno sottoposte a 24 ore consecutive di sforzo al massimo e non sarà semplice correre ai ripari: soprattutto, perché come le gare ben più brevi ogni secondo di ritardo rispetto agli avversari è vitale. Un altro elemento cruciale sono i sorpassi e più che la velocità di punta, in questa competizione ciò che conta maggiormente è l’affidabilità, proprio perché può succedere di tutto e l’imprevisto è sempre in agguato. Bisogna mantenere un’incredibile costanza nell’aerodinamica, stando sempre attenti a produrre il massimo carico consentito sempre. Inoltre, nell'arco della giornata il momento più difficile per i piloti è l’alba: non solo perché la stanchezza si fa sentire ma anche perché la luce varia in ogni parte del circuito di La Sarthe.

Complicata, maestosa ed immortale: questa è 24 Ore di Le Mans e siamo pronti a festeggiare insieme a lei il suo 100° anniversario con una gara che vede favorita Toyota ma anche avversari temibili nella detentrice del record di successi Porsche e Ferrari.

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