WEC Shanghai 2015: ecco come Porsche ha vinto il Mondiale

WEC Shanghai 2015: ecco come Porsche ha vinto il Mondiale
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Porsche vince la 6 Ore di Shanghai con Webber, Bernhard e Hartley e conquista il Titolo Mondiale Costruttori. Lotta aperta per il Campionato Piloti grazie a Fassler, Treluyer e Lotterer. Prima vittoria in LMP2 per Signatech Alpine. Porsche e Ferrari vincono in GTE
2 novembre 2015

Porsche conquista dopo quasi 30 anni un Campionato Mondiale FIA grazie a una fantastica doppietta ottenuta in una gara molto difficile, condizionata a lungo dalla pioggia che ha reso il tracciato cinese molto insidioso.
Mark Webber, Timo Bernhard e Brendon Hartley conquistano la quarta vittoria consecutiva aumentando la loro leadership nella classifica Piloti, vincendo di nuovo il confronto con  Audi nonostante un’ottima strategia degli avversari. Con la loro Porsche 919 Hybrid n°17 hanno dominato la seconda parte di gara e tagliato il traguardo con oltre 26” di vantaggio sui compagni di squadra Marc Lieb, Romain Dumas e Neel Jani. È con questa doppietta, la quarta della stagione, che il Costruttore tedesco si aggiudica il Titolo iridato, scrivendo una nuova pagina nella storia dell’endurance.


È rimandato invece all’ultimo round in Bahrain il risultato del Mondiale Piloti: Marcel Fassler, Benoit Treluyer e Andre Lotterer portano sull’ultimo gradino del podio l’Audi R18 e-tron Quattro n°7 e ora hanno 12 punti in meno di Webber, Bernhard e Hartley.


Quarto posto per l’Audi n°8 di Duval, Di Grassi e Jarvis, che hanno a lungo lottato con gli altri, con un ottimo stint, in particolare, di Di Grassi. Ennesima gara deludente per le Toyota TS040 Hybrid, con la n°2 di Conway, Wurz e Sarrazin davanti alla n°1 di Davidson, Buemi e Nakajima. Proprio il giapponese ha compiuto un errore nell’ultima curva ed è finito nella ghiaia, causando il terzo periodo di “Full Course Yellow”.
A proposito di Toyota, si dice che Alexander Wurz potrebbe lasciare la Casa del Sol Levante e raggiungere il team di Chip Ganassi per la nuova avventura della Ford con la splendida GT. Pare che abbia già firmato con loro anche Stefan Muecke e i “rumors” indicano anche il possibile coinvolgimento di Nicki Thiim.

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La Porsche 919 n.17, grazie al successo di domenica, aumenta il vantaggio in classifica iridata


Prima di tutto è stata un’altra gara entusiasmante e ricca di colpi di scena e, come già era successo al Fuji, la partenza è avvenuta sotto la pioggia e dietro la Safety Car, nei primi quattro giri, e per oltre metà la gara si è svolta su una pista molto bagnata: tanti gli inevitabili errori dei piloti che hanno costretto all’ingresso della Safety e anche a diversi “Full Course Yellow”. È stata fondamentale la scelta degli pneumatici, resa critica dal meteo, e la capacità dei team di reagire ai cambiamenti del tracciato, scegliendo il tempo giusto per passare dalle gomme “full wet” alle intermedie fino alle slick per l’ultima parte della 6 Ore.


La pioggia leggera d’inizio gara in breve tempo si è intensificata e, a differenza del round giapponese, le Toyota TS040 Hybrid non sono riuscite a lottare con gli avversari nemmeno nella prima ora e il duello si è di nuovo riproposto tra le Porsche 919 Hybrid e le Audi R18 e-tron Quattro. Appena la Safety ha abbandonato la pista, è stata subito lotta vera con André Lotterer che, partito dalla seconda fila con l’Audi n°7, ha subito tentato l’attacco alle due Porsche: ritrovatosi in mezzo alle due 919 Hybrid ha toccato la n°18 di Marc Lieb, mandandolo in testacoda. Miracolosamente evitato dal resto del gruppo, il pilota tedesco si è ritrovato a cavallo di un cordolo ed è stato poi costretto a ripartire dall’ultimo posto. Da quel momento Lieb ha dato vita a una rimonta incredibile: in cinque giri ha superato ben 25 auto fino a raggiungere le LMP1 e dopo 11 tornate ha strappato il 5° posto alla Toyota n°2. Al 33° passaggio ha fatto rifornimento e montato un nuovo set di gomme da pioggia, per poi riportarsi sui primi.

Ancora un brivido nell’ultima ora per l’equipaggio della Porsche n°18: durante un doppiaggio, Romain Dumas è andato in testacoda alla Curva 2 finendo di nuovo dietro all’Audi n°7  Il francese ha dovuto lottare di nuovo contro il cronometro e, grazie anche ad un ultimo pit stop veloce per rifornire, è riuscito a riprendersi il secondo posto offrendo, così, una quarta doppietta stagionale alla squadra

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È stata una bella lotta, molto equilibrata, dove  i quattro prototipi tedeschi si sono spesso alternati al comando: all’inizio con la pista praticamente allagata, le Audi erano molto veloci e, dopo i primi pit stop per i cambi pilota, è stato un confronto molto serrato: alla terza ora le quattro “cugine” tedesche erano racchiuse in soli 3”8. Solo nel corso della quarta ora l’asfalto ha cominciato lentamente ad asciugarsi e le Toyota, nel tentativo di recuperare un po’ di terreno, hanno montato per prime gli pneumatici intermedi. Dopo un po’ anche Audi e Porsche hanno optato per le stesse gomme e quando il tracciato ha cominciato ad essere più asciutto, almeno in traiettoria, le 919 Hybrid hanno di nuovo dettato legge. Grazie a una strategia un po’ azzardata, le Audi hanno messo le slick prima degli avversari, rimettendosi di nuovo in gioco.


Ancora un brivido nell’ultima ora per l’equipaggio della Porsche n°18: durante un doppiaggio, Romain Dumas è andato in testacoda alla Curva 2 finendo di nuovo dietro all’Audi n°7. Il francese ha dovuto lottare di nuovo contro il cronometro e, grazie anche ad un ultimo pit stop veloce per rifornire, è riuscito a riprendersi il secondo posto offrendo, così, una quarta doppietta stagionale alla squadra.
E così, dopo una stagione straordinaria del team di Weissach, contraddistinta da cinque vittorie consecutive, compresa quella alla 24 Ore di Le Mans, e sette pole position, la Porsche ha conquistato il Mondiale Costruttori,  il suo primo titolo iridato dal 1986 ad oggi, il tredicesimo nell’endurance.  Porsche ha già cominciato a testare nuovi componenti sul prototipo 2015, mentre la nuova vettura per la prossima stagione dovrebbe cominciare le prime prove a dicembre: dovrebbe essere una semplice evoluzione della 919 Hybrid, nella quale sono previste modifiche alle sospensioni, all’aerodinamica e al motore, inoltre punteranno a una ulteriore riduzione del peso. In Casa Audi la nuova R18 e-tron Quattro verrà invece presentata il 28 Novembre.

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La pioggia non è stata d'aiuto alla Toyota

 

Tra le LMP1 private tagliano il traguardo per primi Nicolas Prost e Mathias Beche con la R-One AER n°12 di Rebellion Racing, nonostante un incidente di Beche, che è andato a sbattere alla curva 10 a pochi minuti dal termine: proverbiale un “Full Course Yellow” finale per un altro incidente, che gli ha consentito di riportare l’auto ai box e di farla sistemare un po’, grazie ad un vero miracolo compiuto dal team, giusto per chiudere la corsa davanti ai rivali del team ByKolles.

 

Prima storica vittoria nel Mondiale Endurance di Signatech Alpine in LMP2 grazie a una grande gara di Nelson Panciatici, Paul-Loup Chatin e Tom Dillmann, al debutto nel WEC, sull’Alpine A450b-Nissan n°36. Il trio francese è stato protagonista della seconda parte della gara, dopo uno splendido stint di Chatin che ha tenuto a debita distanza le Ligier-Nissan di G-Drive Racing.

Prezioso secondo posto, in ottica campionato, proprio per G-Drive Racing con la Ligier JS P2-Nissan n°26 di Sam Bird, Julien Canal e Roman Rusinov. Grazie a questo risultato aumentano il proprio vantaggio in classifica su KCMG a 16 punti, con 26 ancora disponibili in Bahrain.


Resta quindi matematicamente in lizza per il Campionato il team di Hong Kong, grazie al terzo posto ottenuto con una grande rimonta, dopo un testacoda a inizio gara di Nick Tandy e una scelta sbagliata di gomme per l’Oreca 05-Nissan che il britannico ha di nuovo diviso con Richard Bradley e Matt Howson. Salgono sul podio grazie a un clamoroso errore nel giro finale di Ricardo Gonzalez con l’altra vettura di G-Drive, la n°28, che ha fatto questo regalo proprio agli avversari. E così, dopo una buona gara condotta da Derani e Yacaman, l’errore del loro compagno di squadra li vede per la prima volta fuori dalla classifica.

Tra le GTE Pro il Porsche Team Manthey e Richard Lietz si avvicinano alla conquista del titolo mondiale dopo aver dominato e vinto il confronto con gli avversari

 

Un buon quarto posto per il team SARD Morand grazie ad una corsa priva di errori per Oliver Webb, Pierre Ragues e Chris Cumming, ancora a punti con la Morgan Evo-SARD. Fino a quando la pioggia ha accompagnato la corsa, sono stati a lungo in testa i piloti del team Pegasus Racing, con la loro Morgan-Nissan gommata Michelin: nelle prime quattro ore, con un fantastico triplo stint, Alex Brundle è stato davanti a tutti. Purtroppo nelle ultime due ore, con il circuito che si asciugava, il talentuoso britannico, Ho-Pin Tung e David Cheng sono finiti al quinto posto. Al sesto è giunta la Ligier JS P2-Honda n°31 di Extreme Speed Motorsports con Brown, van Overbeek e Fogarty. Peccato invece per la vettura gemella del team statunitense, la n°30, costretta al ritiro a metà gara per un problema al cambio: Ryan Dalziel era stato addirittura al comando della corsa.

 

Tra le GTE Pro il Porsche Team Manthey e Richard Lietz si avvicinano alla conquista del titolo mondiale dopo aver dominato e vinto il confronto con gli avversari: per Lietz e Michael Christensen è la terza vittoria nelle ultime quattro gare con la Porsche 911 RSR n°91, al traguardo con un vantaggio di oltre 45 secondi sulla Ferrari 458 n°51 di AF Corse con “Gimmi” Bruni e Toni Vilander, partiti dalla pole. Sul podio anche Fred Makowiecki e Patrick Pilet sulla Porsche n°92: erano in lotta per il primo posto ma dopo un lungo  di “Mako” nella ghiaia nel corso della prima ora, hanno fatto una bella rimonta e sono riusciti a vincere il confronto con l’altra “Rossa” di AF Corse, la n°71 di Davide Rigon e James Calado, che perdono punti importanti nella lotta per titolo Piloti. Non così efficaci come in Qualifica, Alex MacDowall, Fernando Rees e Richie Stanaway con l’Aston Martin Vantage V8 n°99 hanno terminato la gara al quinto posto, staccati di due giri. Alle loro spalle, distanziati di 22 secondi, i loro compagni di squadra  Darren Turner e Jonathan Adam  nella Vantage n°97.

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Sarà difficile per Bruni e Vilander riconfermarsi Campioni

 

È stato davvero un gran bel duello tra le Porsche e le Ferrari, vinto dalla Casa di Stoccarda: all’inizio Vilander è riuscito a mantenere il comando mentre Rigon veniva toccato dalla Porsche di Makowiecki e perdeva tre posizioni.  Con l’aumentare della pioggia le Porsche, come sempre in queste condizioni, si sono avvantaggiate e sono riuscite a conquistare le prime due posizioni, con Lietz e Christensen che hanno preso il largo. Dopo circa due terzi di gara Calado è stato vittima di una foratura che li ha eliminati dalla lotta per il podio. A circa un’ora e mezza dal termine la pista si era asciugata e si potevano ormai montare le slick. Salito a bordo della Ferrari n°51 “Gimmi” Bruni ha cominciato una grande rimonta e si è riportato abbastanza vicino alla Porsche di “Mako” e Pilet. All’ultimo pit stop la Porsche n°92 ha cambiato gomme e pilota, mentre il team AF Corse ha effettuato solo il rifornimento sulla Ferrari di Bruni, che è così riuscito ad uscire dai box davanti ai rivali portando a casa un secondo posto importante per il campionato Costruttori.


Questo nuovo successo di Richard Lietz vede l’austriaco di Porsche aumentare il proprio vantaggio nella classifica Piloti: con 135 punti, ne ha 18 in più di Christensen, mentre Rigon e Calado sono staccati di 20 e nella prossima gara saranno 26 quelli ancora in palio. Diventa molto difficile la difesa del titolo iridato per Bruni e Vilander, a quota 112,5. Per entrambi gli equipaggi della Ferrari, sinceramente, servirebbe il ritiro di Lietz. Sarà invece molto più serrata la lotta per il titolo Costruttori, con la Ferrari che ora ha solo 4 punti in più sulla Porsche e sono 44 quelli disponibili in Bahrain.  

L’appuntamento con il gran finale della 6 Ore del Bahrain è per il 21 novembre a Sakhir. E chi se lo perde?

 

Grande battaglia anche tra le GTE Am e prima vittoria stagionale per AF Corse grazie a Emmanuel Collard, Francois Perrodo e Rui Aguas sulla Ferrari n°83, nonostante un drive through dovuto a un’infrazione al pit stop: è un successo che li mantiene ancora in corsa per il titolo iridato. Piazza d’onore, a 41”745, per l’Aston Martin Vantage V8 n°98 di Paul Dalla Lana, Pedro Lamy e Mathias Lauda, partiti dalla pole.
Un’escursione nella ghiaia di Liam Griffin con l’Aston Martin n°96, a 50 minuti dalla fine, ha offerto l’opportunità di salire sul podio ad Andrea Bertolini, Alexey Basov e Victor Shaytar, con la Ferrari n°72 di SMP Racing. Durante la gara sono stati puniti con uno stop & go per aver effettuato un pit stop con la pitlane chiusa, in condizione di bandiere gialle.


Quarto posto per la Porsche n°77 del Dempsey Proton Racing, in testa ad inizio gara grazie a Patrick Long che con la pioggia volava; troppi errori invece sul bagnato per il meno esperto Patrick Dempsey.

Il podio ottenuto da SMP Racing consente al team russo di andare in Bahrain con ben 19 lunghezze di vantaggio sui vincitori di questa gara e con 26 punti da conquistare, la lotta resta ristretta a queste due squadre.
L’appuntamento con il gran finale della 6 Ore del Bahrain è per il 21 novembre a Sakhir. E chi se lo perde?

Foto: Manrico Martella

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