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Certi anniversari non possono che essere festeggiati al meglio. È il caso dei 25 anni dalla storica vittoria colta da BMW alla 24 Ore di Le Mans con la V12 LMR nel 1999 con Pierluigi Martini, Yannick Dalmas e Joachim Winkelhock. Per celebrare questa ricorrenza, nel 2024 la casa dell’Elica tornerà alla classica del Circuit de la Sarthe con la BMW M Hybrid V8, che abbiamo avuto l’occasione di vedere molto da vicino alla House of BMW in via Montenapoleone a Milano.
Nascosta per l’occasione nel cuore del quadrilatero della moda milanese, la BMW M Hybrid ha già debuttato quest’anno nell’IMSA statunitense, in preparazione dell’impegno nel WEC del 2024. BMW torna nella classe regina del mondiale Endurance con una LMDh, diversa quindi dalle hypercar come la Ferrari 499P. A differenza delle LMH, le LMDh sono rigorosamente ibride e prevedono una serie di componenti standardizzati.
Il cuore pulsante di questo prototipo, però, è tutto made in BMW. Si tratta della componente endotermica del powertrain ibrido della BMW M Hybrid V8. La base è il V8 ad aspirazione naturale che fu impiegato nel DTM dalla M3 E92. Fondamenta, queste, da cui nasce una variante biturbo a iniezione diretta. Al V8 si accompagna un’unità elettrica da 50 kW sviluppata da Bosch, standard come lo sono anche la batteria, firmata da Williams Advanced Engineering, e la trasmissione XTrac da sette rapporti. Tra i quattro produttori omologati da FIA e ACO, per il telaio BMW ha scelto un’eccellenza italiana, Dallara.
Pur essendo più standardizzate rispetto alle hypercar, anche le LMDh hanno un family feeling chiaro che le accomuna alla produzione di serie. Lo si nota molto bene osservando il muso della M Hybrid V8, dove campeggia una versione futuribile del doppio rene, classico stilema della casa dell’Elica. Più economiche di quanto lo fossero le vecchie LMP1, le nuove regine del WEC sono immediatamente riconoscibili come vetture del loro marchio: è questa la formula vincente che ha attratto molti costruttori, BMW compresa.
Nel WEC convivono vetture molto diverse tra loro, che hanno in comune la potenza massima erogabile dal powertrain, 520 kW, e il peso minimo, di 1.030 kg. A equiparare le prestazioni dovrebbe pensare anche il controverso Balance of Performance, ma questa è un’altra storia. In ogni caso, la M Hybrid V8 sarà anche un’opera d’arte, visto che la livrea sarà curata dall’artista newyorkese Julie Mehretu. In attesa di scoprire il vestito che calzerà tra le curve di Le Mans, scopriamola insieme nel video.