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Porsche conquista anche la 6 Ore di Austin con Mark Webber, Brendon Hartley e Timo Bernhard con la 919 Hybrid n°17. Dopo la prima vittoria ottenuta al Nürburgring, è ancora questo equipaggio a salire sul gradino più alto del podio. Alla partenza, il poleman Neel Jani non ha resistito all’attacco del suo compagno di squadra Mark Webber alla curva 1 e la vettura dell’australiano è volata al comando. La Porsche n°17 ha dominato la maggior parte della corsa (ben 136 giri in testa su 185), nonostante un errore, nella terza ora, proprio di Webber al suo secondo pit stop: ha sbagliato fermandosi oltre la sua piazzola ai box ed hanno perso quasi 20”, oltre ad alcuni secondi persi in occasione di un Full Course Yellow.
Quando mancavano due ore al termine della gara, è stato inflitto un minuto di stop-and-go alla vettura n°17 al comando, per un’infrazione commessa durante il pit stop. A quel punto, hanno ceduto la leadership della corsa all’equipaggio della n°18 che sembrava destinato a conquistare la sua prima vittoria della stagione. Ma un nuovo colpo di scena si è verificato a 35 minuti dall’arrivo: Romain Dumas ha dovuto rientrare nel proprio garage per problemi di natura elettrica. La 919 Hybrid n°17 ha quindi ripreso le redini della gara davanti alle Audi n°7 di Lotterer e n°8 con Di Grassi, che hanno inanellato una serie di giri veloci per mettere pressione all’avversario. Brendon Hartley ha risposto staccando il giro più veloce della gara con pneumatici che avevano già sulle spalle un turno e mezzo di guida. Il muretto box ha poi consigliato al neozelandese di non prendersi più troppi rischi e Hartley ha tagliato il traguardo con 1 minuto e 6 secondi di vantaggio sull’Audi R18 e-tron quattro n°7 di André Lotterer, risalito dal quarto al secondo posto.
La Casa di Stoccarda continua dunque a dominare la scena del WEC, nonostante questi ripetuti colpi di scena. Nel finale Porsche ha rimesso in pista anche la 919 Hybrid n°18 per consentire all’equipaggio di completare un ultimo giro, di tagliare il traguardo e poter essere classificata al quinto posto in LMP1, cogliendo così punti importanti per il campionato per Dumas, Neel Jani e Marc Lieb. Questo nuovo successo al Circuit of The Americas consente alla Porsche di aumentare il proprio vantaggio in campionato con 220 punti contro i 184 di Audi.
Imbattuta ad Austin da due anni a questa parte, l’Audi è stata quindi sconfitta quest’anno ma piazza comunque sul podio le due R18 e-tron Quattro e sono punti importanti per il campionato: la n°7 al secondo posto per André Lotterer, Benoît Tréluyer e Marcel Fässler che consente loro di mantenere la leadership nella classifica riservata ai Piloti. Grazie al loro quinto podio consecutivo della stagione, raggiungono quota 113 punti, dieci in più dei vincitori di Austin. Il terzo posto è per la n°8 di Lucas di Grassi, Loïc Duval e Oliver Jarvis, che hanno conquistato il loro primo podio per quest’anno. Hanno mantenuto il terzo posto fino al 99° giro, poi gli è stata inflitta una penalità di 60” di stop-and-go per l’errore di un meccanico a cui è caduta a terra una gomma. Da quel momento in poi hanno effettuato un’ottima rimonta che li ha condotti al tanto ambito podio, che consente all’Audi di conquistare complessivamente 33 punti, importanti per il titolo Costruttori.
Imbattuta ad Austin da due anni a questa parte, l’Audi è stata quindi sconfitta quest’anno ma piazza comunque sul podio le due R18 e-tron Quattro
Kazuki Nakajima ha portato al traguardo la Toyota TS040 Hybrid n°1 al quarto posto, dopo una giornata disastrosa per il Costruttore giapponese, che ha dovuto registrare il ritiro dell’altra vettura dopo un incidente di Mike Conway, uscito di pista poco prima di metà gara alla curva 11.
Seconda vittoria consecutiva per il team ByKolles nella classe LMP1 riservata ai team Privati, grazie ai problemi tecnici che hanno afflitto entrambe le R-One del Rebellion Racing: Pierre Kaffer e Simon Trummer hanno chiuso la gara all’8° posto assoluto.
In classe LMP2 l’Oreca05-Nissan n°47 della KCMG è partita dal fondo dello schieramento della categoria ma prima che terminasse la prima ora di gara, Nicolas Lapierre aveva già ripreso il comando davanti alla Ligier JS P2-Nissan n°26 del G-Drive Racing. Questi due team si sono dati battaglia alternandosi al primo posto durante tutta la gara, ma nel finale uno stop-and-go inflitto a KCMG per una irregolarità al pit stop, ha così consentito agli avversari di conquistare il primo posto.
E così G-Drive Racing ha festeggiato la sua seconda vittoria di classe della stagione, mettendo fine al dominio della KCMG, che durava da Le Mans: Sam Bird, autore di stint velocissimi, ha vinto con Roman Rusinov e Julien Canal, con 1’21” di vantaggio sulla vettura di Lapierre, Richard Bradley e Matt Howson. Ha completato il podio l’altra vettura del G-Drive Racing, la n°28 di Gustavo Yacaman, Pipo Derani e Ricardo Gonzalez, dopo una lotta molto accesa per il terzo posto con gli altri avversari. Gara a due volti per Extreme Speed Motorsports: nella seconda ora di gara Ed Brown è stato protagonista di un brutto incidente, dovuto a un problema ai freni, che lo ha visto volare contro le barriere alla curva 20 con la Ligier JS P2 Honda n°31. E’ il primo ritiro della stagione per il team americano, che raccoglie però anche il miglior risultato dell’anno con il 4° posto ottenuto da Ryan Dalziel con un sorpasso all’ultimo giro sulla Morgan EVO del team SARD Morand.
Seconda doppietta consecutiva per Porsche e il Team Manthey con le Porsche 911 RSR davanti a tutti nelle LMGTE Pro
Seconda doppietta consecutiva per Porsche e il Team Manthey con le Porsche 911 RSR davanti a tutti nelle LMGTE Pro: come al Nürburgring, la n°91 di Michael Christensen e Richard Lietz ha vinto battendo i compagni di squadra Patrick Pilet e Fred Makowiecki sulla vettura gemella n°92. Grazie a questo successo Lietz ha aumentato il suo vantaggio in vetta alla classifica riservata ai piloti GT, la World Endurance Cup for GT Drivers. Terzo gradino del podio per la Ferrari F458 Italia n°71 del team AF Corse con Davide Rigon e James Calado. Solo un settimo posto invece per i campioni del mondo in carica “Gimmi” Bruni e Toni Vilander: l’equipaggio della Ferrari n°51 di AF Corse, ancora una volta, ha vissuto una corsa difficile dopo aver dovuto anche sostituire una portiera. E’ davvero un peccato, perché dopo le difficoltà delle Qualifiche, Bruni aveva fatto una bella rimonta: già nella prima ora di gara era riuscito a portare la sua 458 Italia al terzo posto. Vilander aveva mantenuto la posizione alle spalle delle due Porsche poi, poco dopo la quarta ora, al momento del quarto pit stop di gara è arrivato il guasto alla portiera che è costato molte posizioni a Bruni. Non ce n’è, la sfortuna continua a perseguitarli… Nel campionato riservato ai Costruttori la Ferrari è ancora al comando ma la Porsche si è avvicinata ed è a soli 2 punti.
Ha vinto per la terza volta di fila il team SMP Racing tra le LMGTE Am con la Ferrari F458 Italia n°72 di Andrea Bertolini, Victor Shaytar e Alexey Basov, tornati in testa dopo aver perso tempo in un Full Course Yellow: la rimonta ha visto brillare Bertolini, che ha spinto al massimo fino al pit stop. Questo è il loro quinto podio su altrettante gare, grazie al quale allungano ulteriormente in vetta al campionato. Al secondo posto Earl Bamber, Khalid Al Qubaisi e Christian Ried sulla Porsche 911 RSR n°88 dell’Abu Dhabi-Proton Racing. Sul podio anche François Perrodo, Emmanuel Collard e Rui Aguas con la Ferrari 458 n°81 di AF Corse: per loro la gara era cominciata male con un “drive through” a Collard per partenza anticipata, ma sono stati bravi a rimontare, a 2 ore dal termine, fino al secondo posto, che poi hanno dovuto cedere a Bamber. Il finale di gara è stato particolarmente intenso tra Bamber, Aguas e Seefried, con la Porsche del Dempsey-Proton Racing, raggruppati in pochi secondi.
Intanto questo weekend, in occasione della gara texana, l’ACO e la FIA hanno presentato il calendario provvisorio del WEC per il 2016, che prevede nove appuntamenti, con la novità della 6 Ore di Città del Messico sull’Autodromo Hermanos Rodriguez. Le altre otto gare del Campionato restano le stesse.
Calendario provvisorio del WEC 2016
25/26 marzo Prologo Paul Ricard
17 aprile 6 Ore di Silverstone
7 maggio 6 Ore di Spa-Francorchamps
18/19 giugno 24 Ore di Le Mans
24 luglio 6 Ore del Nürburgring
4 settembre 6 Ore di Città del Messico
17 settembre 6 Ore del Circuito delle Americhe
16 ottobre 6 Ore del Fuji
6 novembre 6 Ore di Shanghai
19 novembre 6 Ore del Bahrain
Il prossimo il 30 settembre sarà sottomesso al voto del Consiglio mondiale della FIA per essere convalidato.
Molta la delusione tra gli appassionati italiani per l’assenza di Monza: anche durante la diretta della gara, sui “social” hanno espresso il disappunto per la mancata presenza del circuito italiano. In effetti nei giorni scorsi si era ventilata l’ipotesi che il tracciato brianzolo avrebbe potuto ospitare il Prologo e forse anche una gara, per rientrare nel calendario del Mondiale Endurance, ma alla fine gli organizzatori hanno confermato la loro preferenza per il circuito francese di Le Castellet per i test pre-stagionali. Hanno inoltre precisato che la gara a Monza non era possibile a causa del rinnovo dell’evento del Nürburgring e l’attuale limite imposto di massimo quattro round in Europa.
Pazienza, ma speriamo davvero che, a parte il Gran Premio di F1, chi ora gestisce Monza riesca nei prossimi anni a riportare in Italia lo spettacolo dell’endurance. Il prossimo appuntamento con il WEC è per l’11 ottobre in Giappone per la 6 Ore del Fuji.
Foto: Manrico Martella