WEC, 6 Ore del Fuji: ecco come sono andate le cose

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In Giappone Porsche festeggia una nuova fantastica doppietta. Vincono Hartley, Webber e Bernhard che conquistano così la leadership della classifica Piloti. In LMP2 G-Drive Racing si aggiudica il duello con KCMG con Bird, Rusinov e Canal. Tra le LMGTE Pro tornano al successo Bruni e Vilander con la Ferrari di AF Corse
12 ottobre 2015

Porsche ha conquistato la sua quarta vittoria consecutiva del WEC alla 6 Ore del Fuji, nonostante la pioggia che ha condizionato buona parte della gara. Sul gradino più alto del podio Mark Webber, Brendon Hartley e Timo Bernhard, partiti dalla pole con la 919 Hybrid n°17 e giunti al traguardo con oltre 14” di vantaggio sui compagni di squadra Jani, Dumas e Lieb sulla Porsche n°18. Al 3° posto Treluyer, Lotterer e Fässler con l’Audi R18 e-tron quattro n°7. 

 

La gara è cominciata sotto la pioggia ma soprattutto dietro la Safety car, per le condizioni difficili della pista. Mentre molti piloti chiedevano via radio se la corsa sarebbe continuata davvero oppure se l’avrebbero interrotta, il problema più importante era quello della visibilità, ancora più dell’aderenza sull’asfalto. La Safety è rimasta davanti al gruppo per ben 17 giri e quasi 40’, poi è iniziata la gara vera, in condizioni davvero difficili. 


Tanti gli errori e i “numeri” sul bagnato, il più rilevante quello del poleman Webber che ha subito fatto un “dritto” ed è sprofondato al 6° posto. Anche Dumas, sull’altra Porsche, nelle fasi concitate e nel tentativo di coprire le spalle all’australiano, ha inserito per sbaglio il limitatore e si è fatto sfilare da alcuni avversari. Al termine del primo giro, in testa c’era l’Audi n°7 di Fässler, davanti al compagno di squadra Di Grassi sulla n°8 e alla Toyota n°1 di Kazuki Nakajima. Come speravano alla vigilia, anche le Toyota hanno infatti potuto rimettersi in gioco sotto la pioggia e hanno dato battaglia alla grande. Anche Alex Wurz, sull’altra TS040 Hybrid, non si è tirato indietro e ha lottato come un leone con Dumas: i due si sono anche toccati, hanno fatto un testacoda in contemporanea quasi da nuoto sincronizzato e poi sono, per fortuna, ritornati in pista. 


Molte le manovre coraggiose di Nakajima, che ha dato vita a una bella battaglia con Webber, il quale ha commesso di nuovo un errore con relativa escursione alla curva 10. 


La gara è continuata a lungo su una pista bagnata da continui rovesci, ma dopo circa due ore, quando è diminuita l’intensità della pioggia e sono passati dalle gomme “full wet” alle “ibride” intermedie, le 919 Hybrid hanno ricominciato a dettare legge e Dumas ha strappato il primo posto a Fässler con un bel sorpasso alla curva 1, riportando la Porsche n°18 davanti a tutti. Poi c’è stato un fantastico duello per il secondo posto tra Fässler e Webber, che è durato circa cinque giri, con sorpassi e controsorpassi e manovre spettacolari tra le vetture doppiate. Assolutamente mozzafiato… 

 

 

A metà gara, la Porsche n°18 era al comando con 54’’ di vantaggio sull’Audi n°7 e 56” sulla Porsche dei compagni di squadra. Al muretto box dell’Audi hanno deciso per una strategia azzardata: alla quarta sosta della R18 n°7 le hanno montato pneumatici slick. Ma era troppo presto, l’asfalto era ancora molto umido e perdevano circa una decina d secondi al giro. L’hanno fatta rientrare ai box per montare gli intermedi, purtroppo proprio prima di un «Full Course Yellow» causato dall’uscita di pista di Oliver Webb alla curva 1 con la Morgan Evo del team SARD Morand: il britannico è rimasto bloccato e la direzione gara ha deciso di neutralizzare la corsa. Questo è stato uno dei momenti chiave del confronto tra Porsche e Audi. 

WEC 2015 Fuji dom (45)
Con la pista bagnata le Toyota TS040 Hybrid sono riuscite a tenere testa alle rivali Audi e Porsche, perdendo però terreno man mano che la pista di casa si asciugava


Poi la pista si è asciugata sempre di più, ristabilendo i valori in campo abituali, con le Porsche che volavano, le Audi a rincorrere e le Toyota lontane anni luce. La TS040 Hybrid n°1 chiuderà la gara al quinto posto staccata di 2 giri, mentre la n°2, costretta a una lunga sosta ai box per un problema di raffreddamento del motore, si è classificata al settimo posto, con 13 giri di ritardo.
Nel finale di gara sia Porsche che Audi hanno favorito i loro equipaggi più importanti in ottica campionato: così la Casa di Stoccarda ha sacrificato l’equipaggio della n°18, a lungo in testa, con Jani costretto a cedere il primo posto a Bernhard per consentire ai loro compagni di squadra di salire sul gradino più alto del podio. Anche i “cugini” hanno favorito Lotterer, Treluyer e Fässler, che hanno chiuso al terzo posto, staccati di un giro, davanti ai compagni di quadra Di Grassi, Duval e Jarvis. 


Per la Porsche è la quarta vittoria consecutiva e la terza doppietta stagionale, che consente a Webber, Hartley e Bernhard di conquistare il primo posto nella classifica Piloti con 1 solo punto di vantaggio sul trio dell’Audi n°7, al loro sesto podio stagionale. Porsche aumenta anche il proprio vantaggio nella classifica Costruttori, ora con 53 punti in più di Audi.

Tra le LMP1 private il successo è per Rebellion Racing con la R-One n°12 di Nicolas Prost e Mathias Beche, al 6° posto assoluto, dopo una  corsa senza problemi. 

La gara delle LMP2

In LMP2 c’è stata una fantastica battaglia tra KCMG e G-Drive Racing. Il team di Hong Kong è stato costretto a partire dalla pitlane e Nick Tandy è stato protagonista di una splendida rimonta che ha riportato la loro Oreca05-Nissan a lottare per la vittoria. Il duello con la Ligier JS P2-Nissan n°26 di Canal, Bird e Rusinov è stato fantastico,  soprattutto verso la fine della gara, con tanto di “sportellate” tra Bradley e Rusinov. Peccato che poi Gustavo Yacaman, sull’altra vettura del G-Drive, si sia reso protagonista di una brutta manovra, molto scorretta, spingendo fuori pista Bradley, che è andato a sbattere violentemente, distruggendo così la vettura a un passo dalla bandiera a scacchi. 


Paradossalmente, gli stewards hanno dato la colpa a Bradley, accusato di aver frenato in anticipo, e quando il team KCMG ha presentato i dati che dimostrano il contrario, cioè che il loro pilota aveva l’acceleratore a fondo, hanno deciso di ripensarci, in attesa di una decisione finale del Comitato Tecnico della FIA in merito all’incidente, che si spera arrivi prima di Shanghai…
Sinceramente la manovra di Yacaman è l’unico neo in una gara ricca di duelli avvincenti ma contraddistinti da grande correttezza tra i piloti. Al momento comunque Yacaman, Derani e Gonzalez sono ancora classificati al terzo posto, alle spalle dell’Alpine A450b del team Signatech, con Chatin, Capillaire e Panciatici. 


A causa di quell’incidente Bradley, Howson e KCMG hanno perso la testa del campionato LMP2 e ora inseguono, staccati di 12 punti, proprio Bird, Rusinov e Canal. 

WEC 2015 Fuji dom (23)
Tra le GT classico duello Ferrari-Porsche: a vincere Gianmaria Bruni e Toni Vilander con la Ferrari 458 Italia n°51 di AF Corse

La gara delle GTE

Tanti colpi di scena anche tra le LMGTE: nelle Pro tornano a vincere, dopo una stagione sfortunatissima, Gianmaria Bruni e Toni Vilander con la Ferrari 458 Italia n°51 di AF Corse. Secondo posto per la Porsche 911 RSR n°92 di Makowiecki e Pilet, al termine di un fantastico duello di quest’ultimo con Calado, sul terzo gradino del podio con Davide Rigon e la Ferrari n°71 di AF Corse. 


Al via Calado è stato bravo a sfruttare la pole e ha dominato la prima ora di gara, mantenendo il primo posto davanti al compagno di squadra Vilander, anche se presto le due Porsche ufficiali  si sono fatte sotto al finlandese, nelle condizioni di asfalto molto umido che favoriscono, da sempre, le vetture di Stoccarda, dotate di grande trazione e motricità. 

Il momento chiave della gara è giunto a 2 ore e 30’ dal termine: al primo pit stop completo AF Corse ha azzardato montando sulla vettura di “Gimmi” Bruni gli pneumatici da asciutto

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Finché la pioggia ha continuato a cadere ad intermittenza impedendo alla pista di asciugarsi, le Porsche hanno primeggiato. Nel frattempo, per non perdere tempo sulla n°51 per due volte non hanno cambiato le gomme e hanno solo effettuato il rifornimento, con Vilander che è rimasto al volante per oltre tre ore. Il momento chiave della gara è giunto a 2 ore e 30’ dal termine: al primo pit stop completo AF Corse ha azzardato montando sulla vettura di “Gimmi” Bruni gli pneumatici da asciutto. La stessa scelta è stata fatta contemporaneamente sulla vettura di Rigon e Calado, mentre le due Porsche del team Manthey restavano in pista con gomme da bagnato. La mossa si è rivelata vincente: le due Porsche hanno dovuto rientrare per cambiare gli pneumatici e le due 458 del team di Amato Ferrari conquistavano la prima e la terza posizione. Nel finale Bruni era saldamente al comando mentre Calado ci ha fatto divertire difendendo con le unghie il secondo posto da Pilet: una grande lotta terminata a quattro minuti dal termine con il francese che, nonostante un suo errore a gomme fredde con un testacoda nella curva 1, è riuscito a conquistare il secondo posto. 


Ora nella classifica Costruttori la Ferrari allunga a 13 punti sui rivali tedeschi mentre tra i Piloti il portacolori della Porsche Richard Lietz è ancora in testa ma con solo 7 punti su Rigon-Calado e 16,5 su Bruni-Vilander. Mentre Porsche Manthey mantiene la leadership in quella riservata ai team. 

Dempsey, prima vittoria tra gli "Am"

Vittoria nelle Am per il Dempsey Proton Racing, che è anche la prima storica affermazione in carriera per l'attore e pilota Patrick Dempsey, grazie anche agli stint impressionanti dei suoi compagni Marco Seefried e Patrick Long. Dopo il secondo posto alla 24 Ore di Le Mans, la star di Hollywood ha raggiunto questo nuovo straordinario risultato con il suo team e ha avuto anche l’onore di tagliare il traguardo a bordo della sua Porsche 911 RSR. 


Secondo posto per l’Aston Martin Vantage V8 di Paul Dalla Lana, Pedro Lamy e Mathias Lauda. Salgono sul podio anche François Perrodo, Rui Aguas ed Emmanuel Collard, staccati di 1 giro con la Ferrari 458 n°83 di AF Corse. 


Gara sfortunata invece per i leader del campionato del team SMP Racing: prima hanno dovuto scontare uno stop and go di 30” per eccesso di velocità in pitlane e poi Andrea Bertolini è stato costretto a una sosta in più per una foratura. Il risultato è un sesto posto finale, comunque il forte pilota italiano, Aleksey Basov e Viktor Shaytar mantengono la testa con 29 punti di vantaggio in classifica. 


Il prossimo appuntamento con il WEC è tra tre settimane, il 1° Novembre, a Shanghai, in Cina. E dopo quello che abbiamo visto anche questo weekend, chi se lo perde?

Foto: Manrico Martella

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