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Toyota conclude la stagione 2017 del WEC con una vittoria: ad aggiudicarsi la 6 Ore del Bahrain è stata la TS050 Hybrid n.8, affidata a Kazuki Nakajima, Sébastien Buemi ed Anthony Davidson. Il canto del cigno di Porsche non ha visto il successo di un equipaggio della casa di Zuffenhausen: la 919 Hybrid n.2, nelle mani dei neo campioni del mondo Timo Bernhard, Earl Bamber e Brendon Hartley, ha tagliato il traguardo in seconda posizione, davanti alla vettura gemella, la n.1, di André Lotterer, Neel Jani e Nick Tandy. Quarta posizione per la TS050 Hybrid n.7, di José Maria Lopez, Mike Conway e Kamui Kobayashi.
Alla partenza, Buemi, al volante della TS050 Hybrid n.8, ha cercato di sopravanzare all'esterno le due 919 Hybrid scattate dalla prima fila, senza riuscirci. Al restart al termine un regime di Safety Car dopo soli otto minuti di gara, Bernhard, in azione sulla 919 Hybrid n.2, ha centrato un birillo finito in mezzo alla pista. L'oggetto è rimasto incastrato tra il musetto e il fondo della vettura, e Bernhard è dovuto rientrare ai box per consentire la sua rimozione da parte dei meccanici. Questo sfortunato inconveniente ha de facto estromesso l'equipaggio della 919 Hybrid n.2 dalla lotta per la vittoria.
Nel corso del giro numero 18, Buemi ha sopravanzato il connazionale Jani, impegnato sulla 919 Hybrid n.1, prendendo la testa della corsa. Di lì a poco, anche Conway, sulla vettura gemella, la TS050 n.7, si è sbarazzato di Jani. Buemi e Jani sono rimasti in macchina dopo la prima sosta, mentre Conway è stato sostituito da Lopez. Sceso in terza posizione, Lopez ha rapidamente riguadagnato il secondo posto.
Le chance di vittoria della TS050 Hybrid n.7, però, sono successivamente sfumate. Kamui Kobayashi è stato protagonista di un contatto con la Porsche 911 RSR n.92 di Christensen. Il risultato? Ritiro per la 911 RSR e lunga sosta ai box per la TS050 Hybrid n.7, tagliata fuori dai giochi per la gara. Non è andata meglio alla 919 Hybrid n.1, tra le indiziate per la vittoria, è stata fortemente penalizzata da un contatto con la Porsche 911 RSR n.86: Nick Foster si è allargato eccessivamente, e Tandy, in quel momento al volante del prototipo di Zuffenhausen, non ha potuto evitarlo. All'equipaggio della TS050 Hybrid n.8 è bastato tenersi lontano dai guai per ottenere la vittoria.
Nella classe LMP2 ad imporsi è stata l'Oreca 07 Gibson n.31, preparata dalla Rebellion Racing e affidata a Bruno Senna, Julien Canal e Nicolas Prost: sono loro i campioni del mondo LMP2. A separare il prototipo vincente dalla gemella, la n.13 di Mathias Beche, David Heinemeier Hansson e Nelson Piquet Junior, troviamo l'Oreca 07 Gibson n.38 della DC Jackie Chan Racing, nelle mani di Ho-Pin Tung, Oliver Jarvis e Thomas Laurent.
In LMGTE Pro è doppietta Ferrari: vince la 488 GTE n.71, nelle mani di Davide Rigon e Sam Bird, davanti alla gemella n.51, di James Calado e Alessandro Pier Guidi. Con questo risultato, il britannico e l'italiano si aggiudicano il titolo piloti GT. Terza posizione per la Ford GT n.67, affidata a Andy Priaulx e Harry Ticknell. In LMGTE Am vittoria per l'Aston Martin V8 Vantage n.98 di Paul Dalla Lana, Pedro Lamy e Matthias Lauda, cui va l'iride di classe.