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Di piloti così, diciamo la verità, ce ne sono davvero pochi: e non ci riferiamo solo ai numeri e risultati che contraddistinguono la carriera di Tom Kristensen. Chi lo ha conosciuto e chi, ancora di più, ha condiviso anche solo una parte della sua lunga e incredibile avventura nel Motorsport, ne parla con grande stima. Perché il danese è una persona colta, di classe, molto sensibile, un grande sportivo e dall’animo estremamente competitivo. A 47 anni, uno dei più grandi nomi dello sport si ritira, dopo oltre trent’ anni dedicati alle corse.
Una carriera strepitosa
Nato nel 1967 nella piccola città danese di Hobro, Tom cresce tra i motori con il papà Carl Erik, più volte campione di Rallycross. A soli 11 anni affronta la sua prima stagione agonistica nel karting sognando, come tanti, la Formula Uno. Dopo aver conquistato diversi titoli nel proprio Paese, nel 1985 comincia la sua carriera internazionale: prima in Formula K poi in F2000. Nel 1991 conquista il Campionato di Formula 3 tedesco, esattamente un anno dopo un altro grande, Michael Schumacher (keep Fighting Michael). Nel ’93 si aggiudica il Titolo di F3 in Giappone, poi affronta anche la Formula 3000 del Sol Levante. E infine il salto nella F3000 Internazionale, con il 6° posto ottenuto in due stagioni consecutive, nel 1996 e nel ‘97. Alla fine degli anni Novanta, diventa anche pilota collaudatore in F1 e macinerà tanti chilometri come tester per Minardi, Tyrrell, Williams, Jaguar e anche per la Michelin. Tutti rimangono impressionati dalle sue capacità ma gli manca il sostegno economico, difficile da trovare in Danimarca.
Dopo la prima vittoria del ’97 a Le Mans, diventa pilota BMW sperando di arrivare alla F1 con la Williams. Tom però non raggiungerà mai la tanto ambita F1 come pilota ufficiale, ma sarà il mondo dell’Endurance a svelarne tutto il talento. Al punto che lo scorso anno la prestigiosa rivista specializzata d’oltremanica Autosport lo ha nominato “il miglior pilota tra quelli che non hanno mai corso in Formula 1”, aggiungendo che la F1 ha perso tanto a favore del mondo delle gare di durata. L’Endurance gli consentirà infatti di dare vita a una tra le più prestigiose carriere della storia delle corse.
La prima vittoria a Le Mans non si scorda mai
Come detto, nel 1997, alla 24 Ore di Le Mans firma il miglior giro in gara e ottiene il suo primo successo al volante della TWR-Porsche della scuderia Joest Racing, assieme al nostro grande e indimenticato Michele Alboreto e Stefan Johansson. E come racconta ancora oggi: “non dimenticherò mai, la prima volta, la vista da quel podio”. Alla fine del ’99 firma il contratto con Audi Sport e cominceranno insieme un’avventura a dir poco incredibile. Nella primavera del 2000, con Frank Biela e il nostro Emanuele Pirro conquista la 12 Ore di Sebring: è la prima storica vittoria della Casa tedesca nelle gare di durata. A cui si aggiungerà il primo successo alla classica della Sarthe, il secondo per Tom. Con l’indimenticabile R8 si aggiudicheranno la 24 Ore anche nel 2001 e nel 2002, anno in cui, se non bastasse, s’impongono anche nel campionato American Le Mans Series.
Il 2003 è l’anno della magnifica avventura con Bentley: il ritorno del glorioso marchio britannico a Le Mans e il trionfo al volante della splendida Speed 8 con Dindo Capello e Guy Smith. L’anno dopo “TK” coglie l’ennesima vittoria a Le Mans, forse la più inaspettata, con l’Audi R8 privata del Team Goh, con Seiji Ara e Dindo Capello. E’ il successo che gli consente d’eguagliare un primato che sembrava irraggiungibile, quello del leggendario Jacky Ickx, 6 volte sul gradino più alto del podio. Nel 2005 diventerà il nuovo recordman grazie al trionfo condiviso con J.J. Lehto e Marco Werner, ancora sulla R8.
Tre anni dopo s’impone di nuovo nella classica transalpina con Dindo Capello e Allan McNish sulla R10 TDI, festeggiando con la Casa degli Anelli la prima storica vittoria di un prototipo a gasolio. Quella del 2008 è una gara che chi è appassionato non dimenticherà più, con quell’incredibile rimonta sotto la pioggia (anche la Peugeot e Jacques Villeneuve se la ricordano…) che esalta una volta di più le sue grandi doti di guida. Dal 2011 decide di concentrarsi solamente sulle gare di durata e lo scorso anno arriva il nono incredibile successo con la R18 e-tron quattro, la prima affermazione di una vettura a tecnologia ibrida, con Loic Duval e McNish. Vincono anche due gare del WEC, a Silverstone e Austin, e a fine anno aggiunge al suo invidiabile palmares anche il titolo di Campione del Mondo Endurance.
“Quella del 2008 è una gara che chi è appassionato non dimenticherà più, con quell’incredibile rimonta sotto la pioggia (anche la Peugeot e Jacques Villeneuve se la ricordano…)”
Un tempo c'era Monsieur Le Mans. Oggi c'è Mister Le Mans
Lo chiamano “Mister Le Mans” e la località francese è un po’ la sua seconda casa. Grazie a lui il Motorsport è diventato famoso anche in Danimarca e in questi anni centinaia di migliaia di suoi connazionali lo hanno seguito in Francia per la 24 Ore. Se amate i numeri, vi accontentiamo: 9 vittorie (di cui sei consecutive) e 14 podi in 17 partecipazioni a Le Mans, ben 6 vittorie e 9 podi alla 12 Ore di Sebring, e non solo. E adesso si ritira al top della sua carriera, da Campione del Mondo in carica, tuttora tra i più veloci di questa disciplina, l’ultimo di una generazione di piloti che hanno cominciato con Audi l’avventura del Costruttore tedesco nell’affascinante mondo dei prototipi.
Frank Biela, Emanuele Pirro, Dindo Capello, Marco Werner, Allan McNish. Tutti nomi che evocano un'epoca delle gare di durata che è lontana anni luce dalla realtà odierna del WEC e di ciò che oggi è la 24 Ore di Le Mans. Un po’ alla volta i suoi grandi compagni di squadra si sono tutti ritirati dalle competizioni. E viene un po’ il magone a pensare che questa 6 Ore di San Paolo sarà una sorta di “giro d’onore” della sua carriera. Sta decisamente finendo un’era dell’endurance.
Ma per ora il fazzoletto lasciamolo al suo posto perché anche Tom vuole vivere così quest’ultimo weekend: come scrive sulla sua pagina Facebook “E’ una settimana molto speciale e felice qui in Brasile.” In effetti, dal momento del suo annuncio ufficiale del ritiro di pochi giorni fa, l’intero mondo del Motorsport, e non solo, gli sta riservando una grande festa, dimostrandogli affetto, grande stima e rispetto: in questo caso, il bello dei “social” consente a chiunque, anche agli appassionati più lontani da San Paolo, di onorare il grande “TK”.
Senza dimenticare che con la Casa dei quattro Anelli si è rivelato uno dei migliori piloti anche del DTM con 9 pole position, 4 vittorie e 18 podi, conquistati tra il 2004 e il 2009 con l’A4. Ma è proprio in questa categoria che, nel 2007, è protagonista del più brutto incidente della sua carriera, che lo terrà per un po’ lontano dai circuiti. Anche in quell’occasione dimostra una grande determinazione e si rimette velocemente al volante, grazie anche alla sua grande forma fisica. Ancora oggi è molto attento a questo aspetto e lo fa dividendosi tra ciclismo, squash, golf, sci di fondo e altro ancora.
Duval: «Mi sentirò orfano»
Kristensen è un grande esempio per la generazione più recente e gode di grande stima tra i suoi colleghi più giovani. Una delle cose più belle di questi giorni è la lettera che Loic Duval ha scritto pubblicamente al suo mentore, dopo due anni come compagno di squadra, con cui ha condiviso la gioia del titolo iridato nel 2013. Il giovane talento transalpino scrive addirittura «mi sentirò come un orfano.» Se volete leggerla per intero, eccovi il link. Rende l’idea più di qualsiasi cosa noi potremmo scrivere sul grande fuoriclasse danese.
“Dindo Capello: «E’ uno dei pochi veri amici che ho nel mondo delle corse»”
In questi giorni ci sono quasi tutti in Brasile quelli della “vecchia guardia”, per festeggiare l’amico e compagno di tante avventure a dir poco uniche: Pirro, Capello, McNish. Dindo con orgoglio dice dell’ex compagno di squadra: «Non voglio certo parlare dei suoi successi perché sarebbe troppo scontato. Mi piace invece raccontarvi il lato più umano di Tom. E’ uno dei pochi veri amici che ho nel mondo delle corse. Con Allan è il compagno di squadra con cui ho passato più tempo. Mi sono sempre fidato di lui, al 100 per cento. E’ un vero signore ed è ciò che lo ha reso così popolare tra gli appassionati.»
Anche McNish elogia Kristensen: «Io, Dindo e Tom siamo il trio che è durato di più nella storia della 24 Ore di Le Mans. Nel 2015 saremo di nuovo là insieme, ma dall’altra parte del muretto box. Mr.Le Mans, amico mio, complimenti per questa stupenda carriera.» Molta emozione anche per il Dott. Ullrich di Audi Motorsport, che in futuro potrà comunque ancora contare su di lui e sulla sua grande esperienza: Tom infatti diventerà ambasciatore di Audi Sport come i suoi amici Allan, Dindo, Emanuele e Frank.
Intanto le libere...
Intanto, per la cronaca, nelle prime Prove Libere le Porsche sono state davanti a tutti, nella prima e nella seconda sessione con Mark Webber e la 919 Hybrid n°20, in entrambe le occasioni davanti ai compagni di squadra della vettura gemella. La Ligier-Nissan del G-Drive Racing è al comando della LMP2. Grande lotta, come sempre, tra le Gt con Ferrari e Aston Martin a dare spettacolo: al termine della seconda sessione le vetture britanniche sono però al vertice della graduatoria dei tempi tra le Pro e le Am. Per ora giudizi positivi sul circuito di Interlagos che è stato completamente riasfaltato: il livello d’aderenza è buono. Certo che questo è proprio un weekend strano: Tom Kristensen che si ritira e Emerson Fittipaldi, che a quasi 68 anni, si rimette tuta e casco e corre tra le GTE Am con una Ferrari 458 di AF Corse. Ma di questo torneremo senza dubbio a parlarne.
Nicola Villani
Il Programma (ora italiana)
Sabato 29 Novembre
Prove Libere 3 13:00
Qualifiche 17:45
Domenica 30 Novembre
Gara 16:00
Potrete vedere l’ultima parte della gara su EUROSPORT International Live dalle 20:30 alle 22:00.
Potrete tenervi aggiornati anche sul web in streaming sul sito ufficiale www.fiawec.com.