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Le Mans - C’è un clima disteso e amichevole in casa Porsche alla vigilia della 24 Ore di Le Mans. La conquista di una pole position storica, che ha stracciato il record del Circuit de La Sarthe di oltre due secondi, ha stampato sulla faccia di piloti e squadra sorrisi a trentadue denti
Quello che sorprende di più però è certamente Mark Webber che, dopo aver passato anni sicuramente non facili in F1, sembra aver ritrovato un grande entusiasmo nel Mondiale Endurance. Lo incontriamo, raggiante e carico di aspettative, alla vigilia della partenza.
E’ bello vedere che sei tornato a sorridere ancora, qui nel Mondiale Endurance
«Sì, è proprio così! Sono d’accordo con te. [ride, ndr]»
Qual è la differenza più grande rispetto alla F1 che hai incontrato qui nel WEC?
«A Le Mans e in questo tipo di gare è fondamentale la comunicazione mentre siamo al volante. Dobbiamo sempre cercare di spiegare al muretto cosa c’è che va e cosa non va. Che piaccia o meno, bisogna sempre dialogare al team radio, queste auto sono molto complesse e in ogni momento può esserci qualcosa che non va. Il powertrain ibrido, il sistema di trazione, gli pneumatici o il set up aerodinamico. Siamo piloti professionisti e dobbiamo essere molto più versatili rispetto a un tempo».
Audi ha dimostrato di poter vincere le gare endurance anche con una macchina relativamente più lenta. La loro forza infatti è l’incredibile esperienza maturata ai box e nella gestione degli imprevisti. Quanto temi questa loro abilità?
«Certo, sono pieno di ammirazione nei confronti di Audi. Hanno costruito un team eccezionale e hanno maturato un’esperienza incredibile nelle gare di durata. Conoscono alla perfezione come muoversi e quali sono le trappole della corsa. Dobbiamo tenere gli occhi bene aperti, lo sappiamo, perché avremo una grande battaglia con i ragazzi dell’Audi. Non sono di certo i primi venuti, ma abbiamo basi solide per poterli battere».
L’anno scorso stavi per vincere, poi, a due ore dalla fine, il disastro. Come ti sei sentito?
«Questa è Le Mans ragazzi! Spingi fino alla fine, poi spunta fuori un problema tecnico ed è finita. Così, in un secondo. In alcuni casi i meccanici possono fare lavori straordinari, riparare la macchina e così ti ritrovi ancora nel bel mezzo della battaglia. Pensiamo all’Audi che ha vinto lo scorso anno per esempio, che ha avuto grossi problemi tecnici, ma alla fine ha vinto. Certo, noi non è che vogliamo passare troppo tempo in garage, preferiamo di certo stare in pista! [ride, ndr]».
Come ti senti alla vigilia della gara?
«Le aspettative sono molto alte per Porsche. Del resto è un marchio incredibile, con un fascino unico. E poi è quello che ha vinto proprio qui, a Le Mans. E’ entrato nella leggenda, come racconta il film di Steve McQueen. E’ eccezionale quello che ha vissuto qui questo marchio. Noi, state certi, vogliamo aggiungere altre vittorie a questa storia di successo. Stiamo a vedere cosa accade, a partire da questo weekend. Sarà una gara durissima, per questo la vittoria deve avere un sapore unico».
Ti manca la F1? E il tuo rapporto con Sebastian Vettel?
«La F1 non mi manca per niente. Del resto se mi mancasse non avrei scelto di correre qui. Ora ho 39 anni e la F1 non è per i piloti della mia età, ma per quelli di 17 anni! Sebastian? Che dire, ci teniamo in contatto. Sta vivendo il suo momento alla Ferrari e sono contento per lui».
La F1 non mi manca per niente. Del resto se mi mancasse non avrei scelto di correre qui
I rapporti con i tuoi compagni di squadra qui sembrano nettamente migliori…
«Devo dire di sì, ma sai, qui è completamente diverso. La F1 ha un approccio molto più individualistico, la macchina è solo tua. Qui invece è tutto condiviso e la comunicazione tra noi piloti, compagni di squadra, diventa importantissima. Non ha senso pensare a te stesso. Se non aiuto i miei compagni rovino anche il mio risultato finale per questo qui ci aiutiamo tutti a vicenda. In F1 invece sono tutti avversari».
Come hai trovato Nico Hulkenberg? Lui è ancora in F1 e si avvicina per la prima volta a Le Mans…
«Nico si è inserito molto in fretta nella squadra. Al primo test in Bahrain era davvero emozionato, ma tutti noi siamo stati molto disponibili nei suoi confronti, sempre pronti a dare consigli quando ne aveva bisogno. In ogni caso l’ho visto sorridere molto di più qui che in F1…»
Oltre ad Audi temi anche le altre due 919 Hybrid?
«No, non temo in maniera particolare le altre due Porsche 919 Hybrid. La cosa che temo di più è la durata della gara. In 24 ore può succedere qualsiasi cosa».
Dì la verità, temi di più le Audi…
«No, il fattore chiave è la durata della gara».
Hai guidato moltissime auto in diverse squadre. Dove hai raccolto più soddisfazioni?
«Mi è piaciuto moltissimo il mio periodo alla Red Bull, ma anche alla Jaguar. Sono riuscito ad essere un pilota professionista per veramente tanti anni e ne sono felice. Con Porsche però è tutto diverso perché è un vero costruttore automobilistico. Sì anche Jaguar formalmente lo era ma in Formula 1 si avverte meno questo aspetto. Porsche invece è il marchio per eccellenza nel mondo delle supercar e poi è associato in maniera indelebile a Le Mans. Ho incontrato moltissimi collezionisti Porsche in questi giorni ed è stato fantastico. In F1 incontri i fan, ma non ci sono collezionisti di monoposto! Qui conosci Bob Ingram, con la sua incredibile collezione di Porsche in North Carolina e puoi vivere la passione autentica per un marchio automobilistico».
Quindi anche tu hai iniziato a collezionare Porsche?
«Sì, ho iniziato anche io la mia collezione. Ne ho qualcuna… [ride, ndr]»
Vincere la 24 Ore di Le Mans sarebbe la tua più grande soddisfazione?
«Sì, assolutamente. In F1 sono stato fortunato e ho vinto molto. Ho vinto più volte a Montecarlo ed è stato emozionante vincere anche a Silverstone. Vincere in F1 è stupendo, certo, ma vincere la 24 Ore di Le Mans, la gara più bella del mondo e farlo al volante di una Porsche deve essere davvero unico!»