VW, si vota il bilancio. Ecco perché il momento è delicatissimo

VW, si vota il bilancio. Ecco perché il momento è delicatissimo
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Tra pochi giorni l'Assemblea degli Azionisti del Gruppo VW sarà chiamata ad approvare o meno il bilancio 2015 proposto dal CdA. Ecco perché sarà un momento cruciale per la storia del Gruppo tedesco
26 aprile 2016

Non chiamiamola resa dei conti, ma il concetto è quello: si avvicina per il board Volkswagen il momento del redde rationem, l’assemblea con gli azionisti del Gruppo chiamati ad approvare (o a bocciare) il bilancio dell’anno 2015 che il CdA proporrà al voto. Sappiamo tutti che la Investor Conference in programma a Wolfsburg il 28 aprile non sarà una “normale” assemblea chiamata a ratificare l’operato degli amministratori: anzi, per molti di essi, ad iniziare dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, Matthias Müller che ha preso le redini del Gruppo dallo scorso settembre, si tratterà - nel caso di approvazione del bilancio - di un’investitura ufficiale e di un mandato ad operare senza troppi vincoli, mentre al contrario una (clamorosa, senz’altro) bocciatura sarebbe l’inizio di un pericoloso domino per tutte le figure importanti che gestiscono l’azienda.

Le lotte di successione

Ma non è il caso di sbilanciarsi nelle previsioni, per quanto suggestive: giusto per la memoria, ricordiamo come Müller sia stato scelto al posto di Martin Winterkorn, costretto alle dimissioni dopo lo scandalo sulle falsificazioni dei test sulle emissioni dei motori diesel scoppiato negli USA e poi dilagato a macchia d’olio sugli altri mercati, Europa in primis. Il 62enne Muller, al tempo numero 1 di Porsche, individuato l’uomo giusto per guidare il colosso tedesco in uno dei momenti più critici della sua storia, è tra i preferiti di Ferdinand Piëch, il grande vecchio di Volkswagen costretto giusto un anno alle dimissioni dopo un’aspra guerra interna con Winterkorn, a sua volta caduto in pochi mesi dal piedistallo e sostituito da Müller.

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Un canovaccio che sarebbe piaciuto a William Shakespeare; ma gli azionisti Volkswagen gradiranno?

Un canovaccio che sarebbe piaciuto a William Shakespeare; ma gli azionisti Volkswagen gradiranno? Come per ogni Assemblea, anche per quella di Wolfsburg sono stati forniti materiali utili per orientarsi nel capire lo stato di salute della società. Müller, giustamente, mette un po’ le mani avanti, ponendo sul piatto della bilancia i numeri positivi: fatturato consolidato in crescita del 5,4%, ora a 213,3 miliardi di euro; buon andamento della divisione Financial Services; crescita del numero di dipendenti, ora oltre 610.000 (+3% sul 2014); la liquidità netta nella divisione Automotive aumentata a 24,5 miliardi di euro in luogo dei precedenti 17,639 (+39%).

Qualcosa non torna

Una coperta un po’ corta, dato che sull’altro piatto pesano le voci negative: minori consegne e vendite di veicoli (calo del 2%); minore produzione (-1,9%); ma, soprattutto, perdita netta di oltre 5 miliardi di euro (per la precisione 5.515 milioni), in luogo degli oltre 2 (2.476) del 2014, a causa del non previsto e notevole esborso dovuto agli oneri straordinari messi in campo per fronteggiare l’emergenza scaturita dal dieselgate. Da questa situazione deriva la proposta di distribuire agli azionisti un dividendo di 0,11 euro per le azioni ordinarie e di 0,17 per le privilegiate. Sarà questo l’aspetto più delicato, quello al quale gli shareholders dedicheranno di sicuro la maggiore attenzione: nel 2014 avevano ricevuto rispettivamente 4,80 e 4,86 euro ad azione, e la differenza è enorme.

A prevalere saranno gli applausi o le urla di dissenso?

Prima di presentarsi al giudizio dell’Assemblea, Müller prova a spargere ottimismo: «Le attività del Gruppo Volkswagen sono in gran forma, come dimostrano chiaramente i dati relativi alle operazioni prima delle azioni straordinarie. Se non fosse per le disposizioni di grandi dimensioni necessarie a fronteggiare tutte le ripercussioni dovute al problema delle emissioni, avremmo riportato un altro anno di successi globali. L'attuale crisi sta avendo un enorme impatto sulla posizione finanziaria di Volkswagen: eppure abbiamo la ferma intenzione e le capacità per gestire la difficile situazione, utilizzando al meglio le nostre risorse». A questo punto, non resta che sintonizzarsi su Wolfsburg, ed ascoltare gli echi della sala delle Conferenze: a prevalere saranno gli applausi o le urla di dissenso? 

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