Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Le emissioni di CO2 di circa 800.000 vetture del Gruppo Volkswagen sarebbero alterate: in pratica, alcuni modelli consumano più di quanto pubblicizzato. Lo ha scoperto e confessato lo stesso Gruppo tedesco e, com'era prevedibile, il titolo in Borsa di Volkswagen AG ha subito un tonfo enorme a Francoforte all'apertura delle contrattazioni bruciando altri 3 miliardi di euro di capitalizzazione, con una caduta del valore fino al 10% dopo le nuove ammissioni dei vertici.
A peggiorare il crollo del titolo anche l'apertura da parte dell'EPA di un nuovo procedimento di infrazione, che riguarda anche i motori 3.0 TDI dei modelli Porsche Cayenne, Volkswagen Touareg e Audi A6, A7, A8 e Q5.
A pesare sulla valutazione di medio-lungo periodo ci sono poi le previsioni di bilancio non certo rosee: 67 miliardi di euro sono già stati accantonati per far fronte alle conseguenze che deriveranno dallo scandalo Dieselgate, mentre per il nuovo filone sulle irregolarità dei consumi dichiarati il board di Wolfsburg ha annunciato da subito che l'impatto economico, e solo inizialmente, sarà di almeno 2 miliardi di euro.
Il momento per gli azionisti VW è piuttosto nero: i titoli da quando il 18 settembre è scoppiato lo scandalo Dieselgate hanno toccato il minimo di 95 euro, volatilizzando circa 25 miliardi di euro e pare che i grandi azionisti, tra cui vi sono diversi fondi sovrani come quello del Qatar (secondo azionista di VW con il 15,4% dopo la holding Porsche SE) e della Norvegia, stiano preparando una class action del valore di 50 miliardi di dollari, secondo le indiscrezioni apparse sulla stampa nelle scorse settimane.