Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Herbert Diess manterrà la carica di amministratore delegato del gruppo Volkswagen, ma non potrà ottenere il rinnovo del mandato, in scadenza nel febbraio del 2023. È questa, secondo la stampa tedesca, la decisione presa dal presidium, il comitato che all'interno del consiglio di sorveglianza, è chiamato ad affrontare casi complessi, esattamente come quello che riguarda l'avvenire del top manager. Del presidium fanno parte otto membri in rappresentanza di azionisti e lavoratori.
Si tratta, nello specifico, del presidente, Hans Dieter Pötsch; di due componenti della famiglia Piëch-Porsche, Wolfgang Porsche e Hans-Michel Piëch; del primo ministro della Bassa Sassonia, Stephan Weil, del capo del consiglio di fabbrica, Bernd Osterloh, e del numero uno del sindacato IG Metall, Jörg Hofmann. Diess si è rivolto al presidium per avere una specie di attestato di fiducia riguardo al suo operato dopo gli attriti con i vertici sindacali, e anche con Osterloh per via del piano di ristrutturazione dell'intero gruppo.
Diess ha lavorato alla riduzione della complessità della struttura operativa, in modo tale da migliorare l'efficienza e velocizzare il processo decisionale, ma ha dovuto affrontare una forte opposizione da parte dei rappresentanti dei lavoratori. Come nel caso della vendita della Ducati, arrivata ad un passo dal perfezionamento, ma bloccata dai sindacalisti membri del consiglio di sorveglianza. Ma Diess ha anche intrapreso un percorso per cambiare la cultura aziendale, in modo tale da mettersi alle spalle la vicenda Dieselgate. Un cambiamento, questo, inviso a molti dirigenti.
Diess, in buona sostanza, ha aperto una crisi interna, ventilando l'ipotesi, decisamente concreta, delle proprie dimissioni nel caso in cui le sue richieste non fossero state accolte. Uno scenario complesso, quello delle potenziali dimissioni di Diess, visto che Volkswagen sta cercando di navigare verso l'elettrico pur attraversando le acque turbolente dell'attuale crisi economica. La complessità della situazione è evidenziata dal fatto che, nonostante l'attuale emergenza sanitaria, la riunione del presidium si è svolta in presenza, con la partecipazione, almeno inizialmente, anche dello stesso Diess.
La volontà, anticipata sia da Osterloh che dalla famiglia Porsche-Piëch prima dell'incontro, è sempre stata quella di confermare il dirigente bavarese, figura chiave nel passaggio all'elettrico del gruppo. Non è chiaro, al momento, che tipo di decisioni venga preso nell'ultima riunione del consiglio di sorveglianza del 2020, in programma la prossima settimana. Stando alle analisi della stampa tedesca, i 20 membri potrebbero rimandare le decisioni importanti al prossimo anno.