VW: amnistia a dipendenti coinvolti negli scandali

VW: amnistia a dipendenti coinvolti negli scandali
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Volkswagen promette l'amnistia ai dipendenti che riveleranno informazioni utili al fine di far maggiore chiarezza sugli scandali che l'hanno travolta. Tale decisione, però, non convince alcuni azionisti, che vorrebbero la testa di Müller
13 novembre 2015

Non c'è pace per il Gruppo Volkswagen. Il colosso tedesco, da quando è stato travolto dagli scandali diesel e CO2, ha perso circa il 70% del proprio valore sui mercati finanziari, facendo andare su tutte le furie il fondo Union Investiment.

 

Per Ingo Speich, portavoce della società finanziaria, è già ora di fare piazza pulita dei vertici della casa di Wolfsburg, compreso Müller. «Sarebbe molto meglio avere facce nuove ai vertici di Volkswagen per riottenere la fiducia dei mercati finanziari. È tutta questione di fiducia: dal punto di vista dei mercati la società non sta facendo una buona comunicazione. Siamo rimasti delusi dalla decisione di Vw sui nuovi vertici e dalle informazioni che ha fornito» commenta Speich.

 

VW, intanto, ha avviato una politica interna distensiva nei confronti dei propri dipendenti. La casa, infatti, ha comunicato di non avere intenzione di licenziare nessuno che sia stato coinvolto direttamente o meno negli scandali, a patto che si decida a collaborare entro il 30 novembre. Si tratta, in sostanza, di una sorta di amnistia: l'offerta, comunque, è valida solamente per coloro che siano garantiti da un contratto di lavoro collettivo, e tuttavia non mette per nulla al riparo nei confronti delle doverose indagini da parte della magistratura.

 

Herbert Diess, manager Volkswagen, ribadisce quelli che vogliono essere i punti cardine della nuova gestione in una nota diffusa dall'azienda. «In questo processo ogni singolo giorno conta. Facciamo affidamento sulla vostra collaborazione e conoscenza dei fatti per andare a fondo del caso diesel e CO2.»

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