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E' scontro tra Altroconsumo e Volkswagen Italia sulla class action partita dall'associazione dei consumatori che ha già raccolto circa 5.300 adesioni. Altroconsumo, ai sensi dell'art. 140 del Codice del consumo, aveva inviato nei giorni scorsi una diffida alla filiale italiana di VW nella quale si chiedeva di procedere alla messa in regola dei motori diesel coinvolti nel “Dieselgate” (in Italia sono circa 650.000) o in alternativa «nella sua sostituzione con altro veicolo rispondente a tali caratteristiche o nella restituzione del relativo prezzo».
A questa richiesta, secondo l'associazione, andrebbe aggiunta «l’attivazione di un’adeguata procedura di risarcimento dei consumatori coinvolti in relazione a tutte le varie voci dei danni sopra descritti da loro subiti».
La risposta di Volkswagen Italia è arrivata a stretto giro: «La nostra società non condivide le vostre affrettate conclusioni che, per le informazioni disponibili al momento, non appaiono fondate su dati e riscontri oggettivi e, pertanto, respinge ogni vostra richiesta. Stiamo attivamente collaborando con i Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell'Ambiente, e vi invitiamo a consentire che l'azione degli organi amministrativi faccia il suo corso».
Un passaggio della controreplica di Altroconsumo recita: «Insomma, dopo aver ammesso il dolo e aver venduto ai consumatori auto che non avevano caratteristiche dichiarate, producendo così danni all’ambiente invece di evitarli, rendendo gli automobilisti untori inconsapevoli, Volkswagen detta in prima persona i tempi dell’intervento, ignorando le richieste di chi è stato indotto all’acquisto ingannevolmente. Altroconsumo deve dar seguito alle oltre 5300 sollecitazioni di consumatori che hanno già chiesto l’intervento dell’organizzazione, preaderendo alla class action».