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Nell'ottica della grave crisi economica conseguente alla pandemia di COVID-19 in atto nel mondo, i costruttori auto si trovano a dover pensare a dei tagli per navigare la congiuntura negativa. È il caso di Volvo: il costruttore svedese, stando a quanto riportato da Automotive News, starebbe valutando di fare a meno di alcuni restyling di metà carriera, rimandandoli a data da destinarsi e di ridurre il budget allocato per la ricerca e lo sviluppo. Il CEO di Volvo, Håkan Samuelsson, ha fatto sapere che la casa ha in cantiere migliaia di progetti, e dovrà capire se sia necessario mantenerli tutti.
I tagli alla ricerca e allo sviluppo non riguarderanno però la guida autonoma e l'elettrificazione della gamma, capisaldi della strategia di Volvo che, secondo Samuelsson, hanno la priorità assoluta. Ridurre le risorse in questi ambiti, puntualizza Samuelsson, potrebbero mettere a repentaglio i piani per il futuro della casa svedese. La strada intrapresa con la Volvo XC40 Recharge, la prima elettrica del marchio, proseguirà dunque nonostante la crisi generata dall'emergenza Coronavirus.
Volvo pensa al futuro a medio termine, ma anche all'avvenire immediato: la casa svedese ha disposto la ripresa della produzione nello stabilimento di Olofström, nel Sud della Svezia, dalle cui linee escono componenti essenziali alla produzione negli altri siti, la scorsa settimana. Lunedì 20 è stata invece la volta dell'impianto di motori di Skövde, della fabbrica di assemblaggio di Torslanda, vicino a Göteborg, e dello stabilimento di Gent, in Belgio. Quanto alle fabbriche extraeuropee della casa svedese, l'attività in Cina è ricominciata a metà marzo, mentre l'impianto statunitense di Ridgeville, nella Carolina del Sud, dovrebbe riaprire i battenti il 4 maggio prossimo.