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Hanno le idee molto chiare alla Volvo: il futuro del marchio svedese sarà elettrico. A confermare questa impostazione è stato niente di meno che Björn Annwall, numero due del grande capo Håkan Samuelsson.
La nuova strategia è stata illustrata in occasione del lancio europeo della nuova XC40 Recharge al Volvo Studio di Milano. Gli svedesi, questa volta, sembrano fare maledettamente sul serio, visto che si sono impegnati a lanciare una nuova elettrica all’anno per i prossimi cinque anni.
A differenza dei marchi premium tedeschi, gli svedesi hanno deciso di cominciare la virata verso l’auto a batterie partendo dalla Suv più compatta. Una scelta logica - secondo Annwall - non solo perché la XC40 rappresenta il secondo modello più venduto della gamma. Ma anche perché, in questo modo, sono stati capaci di mettere sul mercato un’auto relativamente più accessibile rispetto ai modelli full size pensati, per esempio, in Germania.
La XC40 Recharge, nella versione più ricca P8, costerà quasi 60.000 euro. Di certo non pochi, ma bisogna considerare che i modelli top della concorrenza attualmente disponibili, come Audi e-tron e Mercedes EQ C possono superare tranquillamente i 90 o anche i 100.000 euro.
Tutto è relativo, quindi. Ma questo non significa che Volvo non sia comunque interessata ad allargare la gamma elettrica verso l’alto. La conferma arriva dai piani di sviluppo della Casa, che prevedono un pesante aggiornamento della piattaforma modulare Spa, proprio quella riservata ai modelli più grandi e costosi del marchio (serie 60 e 90). L’architettura, che oggi permette al massimo l’implementazione di motorizzazioni plug-in hybrid, in futuro sarà in grado di ospitare anche powertrain completamente elettrici. E questo accadrà già dalla prossima generazione di XC90 che, quindi, verrà senza dubbio offerta anche in una versione a batterie. Essendo un modello che attualmente si trova oltre la metà del proprio ciclo di vita (il restyling è arrivato lo scorso anno), ci aspettiamo l’arrivo della nuova generazione e quindi della variante completamente elettrica già nel 2022.
In questo modo sia la piattaforma per le compatte (Cma), sia quella per i modelli più grandi (Spa) saranno in grado di ospitare pacchi batterie di grandi dimensioni per dare vita a un’intera famiglia di elettriche, di ogni forma e dimensione. E’ lecito aspettarsi, quindi, altre varianti a zero emissioni locali dopo la piccola XC40 e la grande XC90.
E non si tratterà di una nicchia, garantiscono alla Volvo. Secondo le loro previsioni, entro il 2025, metà delle vendite dell’intero marchio sarà rappresentato proprio da modelli 100% elettrici. Gli svedesi credono di arrivare a questo risultato - che avrebbe dell’incredibile - in così poco tempo anche perché hanno una gamma meno articolata rispetto ad alcuni concorrenti che, invece, devono fare i conti con una famiglia di modelli sterminata (pensiamo ad Audi o Mercedes, ndr). Volvo sa bene che molto dipenderà dallo sviluppo di una infrastruttura di ricarica capillare in Europa. Ma al tempo stesso crede che non sarà così difficile abituare gradualmente i propri clienti a cavi di ricarica, colonnine e valori di autonomia.
In una prima fase questo sarà possibile grazie alle vetture plug-in hybrid, quindi con possibilità di ricarica attraverso una colonnina. Del resto Volvo è uno dei pochi marchi che, già oggi, offre “l’ibrido alla spina” sull’intera gamma di modelli, dalla gamma 40 alla 90, nessuno escluso. Anche qui il passaggio sarà graduale, ma nel 2020 gli svedesi si aspettano già numeri importanti dalle plug-in che, se tutto andrà come previsto, rappresenteranno il 20-25% delle vendite totali in Europa.
Una volta che le “ibride alla spina” saranno veramente diffuse, secondo i vertici Volvo, sarà molto più semplice, rapido e naturale il passaggio all’elettrico puro. Un piano che ha una sua logica, quindi è lecito chiedersi se questa parabola evolutiva del mercato coinvolgerà anche l’Italia. Difficile avere una sfera di cristallo, ma è probabile immaginare una trasformazione più lenta nel nostro Paese.
Almeno così dicono i numeri, visto che lo scorso anno le vendite di Volvo plug-in non hanno superato il 6% delle vendite totali. Le cose dovrebbero iniziare a smuoversi a partire proprio dal 2020, visto che la filiale italiana punta a triplicare le vendite, raggiungendo un valore del 16-17%. Quindi le ibride alla spina diventeranno una realtà anche nel nostro Paese, secondo la casa svedese, ma non prima di due o tre anni. Ed è inevitabile che questo processo sposti in avanti la diffusione di auto completamente elettriche, almeno dalle nostre parti.
In ogni caso Volvo non sembra avere troppi ripensamenti e punta dritto sulla strada, sempre più costituita da elettroni e accumulatori. Nel frattempo accompagna la svolta elettrica con una piccola-grande rivoluzione in termini di tecnologia di bordo. Lo conferma il debutto del nuovo sistema multimediale della XC40 Recharge. Che non è solo il primo a sfruttare pienamente Android, raggiungendo un livello di immediatezza e integrazione con il proprio smartphone mai visti prima. Il nuovo sitema, infatti, sarà anche in grado di ricevere aggiornamenti over the air, quindi a distanza, attraverso Internet. Una opportunità che apre nuovi scenari per la casa svedese che, in futuro, promette di inviare ai propri clienti aggiornamenti a distanza per variare la taratura del motore e, più avanti, anche per migliorare i sistemi di assistenza alla guida.
Un futuro sempre più elettrico, quindi. E sempre più tecnologico. Sulla scia della Tesla ma in una maniera molto più graduale e meno avventata rispetto ai californiani, a volte, fin troppo spregiudicati. Ma un futuro che sarà diverso, rispetto a oggi, anche per un altro motivo. I vertici Volvo, infatti, non fanno mistero che bisognerà trovare al più presto una valida alternativa ai Suv.
I target sempre più stringenti in termini di emissioni imposti ai costruttori, infatti, obbligheranno a considerare body-style decisamente più aerodinamici e che permettano di limitare molto di più il peso. “Bisognerà inventare qualcosa di completamente nuovo”, dicono alla Volvo. Un ritorno alle mitiche station svedesi? Improbabile, anche se il passato resta il miglior serbatoio da cui attingere per cambiare il futuro. O almeno, per ispirarsi.