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I vertici della Volkswagen si presentano per la prima volta a Wolfsburg davanti ai giornalisti per fare il punto della situazione e rispondere alle loro domande. Ecco cosa hanno dichiarato e come hanno risposto alle domande.
Hans Dieter Pötsch, Supervisory Board of Volkswagen AG
«Nessuno poteva immaginare che un'Azienda come Volkswagen avrebbe potuto imbattersi in eventi di questa portata. Volkswagen vuole riconquistare la fiducia dei consumatori. Sappiamo di aver perso la fiducia dei nostri clienti, del pubblico, della politica e dei nostri dipendenti. Ora noi vogliamo riconquistarla. Siamo davanti alla sfida più grande della storia Volkswagen. Ma siamo pronti a fare la nostra parte. Vogliamo capire come si sia arrivati a questo punto e vogliamo fare assoluta chiarezza sulla questione emissioni».
Stiamo investigando, presto conosceremo i responsabili
«Da un lato abbiamo 11 milioni di veicoli su cui è montato il software che altera le emissioni di NOx. Dall'altro poi pensavamo poi che ci fossero anche 800.000 veicoli con emissioni di CO2 alterate. Una cifra però che fortunatamente si è rivelata errata, tanto che si è ridotta esclusivamente a 36.000 vetture. Una buona notizia per noi e per i nostri clienti. Abbiamo ristrutturato completamente il management. Per capire come è potuto succedere tutto questo, dall'altro per fare in modo che non possa accadere mai più niente di simile. Ma anche per individuare i responsabili. Abbiamo due squadre di investigatori che stanno ricostruendo l'intera vicenda e che opera in maniera totalmente indipendente. Le indagini si concluderanno molto presto, ve lo assicuro.».
«Serve ancora un po' di tempo perché stanno vagliando un'ernome mole di dati, a partire dai singoli scambi di e-mail, dai telefoni e dagli smartphone. Abbiamo messo in sicurezza 100 terabyte di dati e li stiamo analizzando. Stiamo investigando su 450 lavoratori ed esperti interni ed esterni all'Azienda. Ovviamente non sto dicendo che tutte queste persone sono coinvolte. Siamo sicuri infatti che le responsabilità siano di pochi, anzi pochissimi lavoratori. Ci sono senza dubbio responsabilità individuali, di singoli individui. E poi abbiamo avuto alcune singole divisioni che hanno tollerato dinamiche di sviluppo totalmente non previste. Grazie alla ristrutturazione però sarà impossibile bypassare i processi di sviluppo in questo modo. Ci saranno poi nuovi sistemi informatici in grado di tracciare l'operato dei singoli individui e lo sviluppo dei progetti portati avanti da singoli individui».
Installare il "defeat device" è stata una scelta inaccettabile
«Installare un software in grado di riconoscere un test al banco per limitare al massimo le emissioni di NOx è stata una soluzione del tutto opposta ai valori della Volkswagen. Una soluzione inaccetabile. Questo vale per i motori quattro cilindri EA189. Questo non vale però per il motore Audi V6 TDI da 3.0 litri. Qui non c'è un software che varia la risposta in base alla guida su su strada o al banco. Abbiamo soltanto una strategia di gestione per il motore a freddo e una che subentra quando si raggiunge la corretta temparatura di esercizio. I valori di CO2 alterati invece riguardano soltanto sei modelli della nostra gamma, quindi coinvolge un numero di veicoli molto più ridotto rispetto alle 800.000 unità che avevamo previsto all'inizio».
«Vi assicuro che tutto questo non accadrà mai più. Abbiamo anche introdotto un ciclo di omologazione "su strada". Le discrepanze madornali tra i dati rilevati al banco in fase di omologazione e quelle rilevate su strada, nella guida di tutti i giorni, non sono più accettabili. Abbiamo allontanato con effetto immediato nove manager che potevano essere coinvolti con lo scandalo. La rinscita del marchio VW è appena incominciata».
Matthias Müller, Chairman of the Board of Management of Volkswagen AG
Il richiamo in Europa è definito. Negli Usa presto una soluzione
20 elettriche e plug in entro il 2020, nuovo piano nel 2016
Domande e risposte
«Offriamo soluzioni tecniche che non impattano sulle performance delle auto dei nostri clienti. E' importante sottolineare che i clienti sono sempre al centro della nostra attenzione. Stiamo lavorando a pacchetti di risarcimento per non deludere nessuno dei nostri clienti».
Come è possibile che sia accaduto tutto questo ad un Gruppo come VW? Quando conosceremo i responsabili?
«Secondo quanto sappiamo fino ad oggi posso presumere che un gruppo relativamente piccolo di persone ha sbagliato ed è responsabile di questa crisi. Non abbiamo indicazioni che il management o il board fosse coinvolto. Ora dobbiamo aspettare i risultati delle nostre investigazioni. Credo che la vera domanda ora sia cosa possiamo fare per evitare che si ripeta una cosa del genere? Dobbiamo aspettare e vedere cosa succede».
Non vendiamo nessun marchio
E' vero che state pensando di vendere qualche asset del Gruppo?
«Se consideriamo il Gruppo nella sua interezza vediamo che i risultati negli ultimi 11 mesi sono molto incoraggianti. Vendere qualcosa? Non ci sono piani in questa direzione. Abbiamo 12 brand fortissimi. Siamo contenti di averli. E non abbiamo intenzione di vendere nessuno di questi. Non ce n'è bisogno. So che qualche giornalista non sarà contento, ma non confermerò queste anticipazioni. Siamo forti, non abbiamo bisogno di vendere nulla».
Perché avete dovuto escogitare soluzioni diverse a seconda dei motori?
«I motori coinvolti sono diversi, montati su veicoli molto diversi nel corso di dieci anni. Per questo dobbiamo trovare soluzioni diverse per diversi motori. Per alcuni basta ritarare il software, per altri motori servono interventi hardaware. Come sul V6 dove dobbiamo sotituire il catalizzatore».
Ci saranno flessioni del livello occupazionale del Gruppo?
«Abbiamo lavorato giorno e notte, ma ora posso dirlo, siamo alla fine del tunnel. Ora stiamo lavorando per riallineare e ri-direzionare l'intero Gruppo. Certo ci saranno cambiamenti nella produzione, ma non vogliamo che ci siano impatti sul livello occupazionale.»
Soluzioni di risarcimento anche per l'Europa
I veicoli con motore EA189 hanno perso valore sul mercato dell'usato. Come risarcirete i clienti di questa perdita?
«Stiamo prendendo in considerazione anche questo aspetto. Ho già detto che stiamo mettendo a punto "pacchetti di rasarcimento" per ogni mercato e questo prenderà anche in considerazione la perdita di valore dei veicoli coinvolti.»
Verranno tagliati alcuni modelli VW come il Beetle o la Sharan?
«Certo, dobbiamo rivedere la gamma Volkswagen per il futuro. Come si evolverà il mercatonel futuro? E come si svilupperà il nostro marchio? La questione è molto complessa. Ora abbiamo le persone giuste nel board per affrontare questo argomento. Tutto sarà contenuto nella strategia 2015. Dateci tre mesi e saprete tutto».
Quale futuro per Bugatti? Un marchio che in passato ha provocato molte perdite per il Gruppo...
«Bugatti? Alcuni dei nostri clienti vogliono auto del genere, quindi perché non dovremmo continuare a proporle. L'erede della Veyron è già pronta, la presenteremo a Ginevra. Certo, rivedremo il ruolo dei marchi, perché ogni marchi dovrà dimostrare di saper produrre profitti».
Il diesel ha un futuro, è un motore pulito
Il motore diesel ha un futuro alla luce dello scandalo VW?
«L'immagine del diesel è stata messa in cattiva luce, è vero. Ma i motori diesel sono fondamentali per rispettare i target di emissione previsti per il 2020. La mobilità elettrica non è ancora molto popolare, ma noi offriamo già una gamma piuttosto completa di veicoli elettrici. Non ci sono motivi di giudicare male il diesel se i sistemi di controllo emissioni funzionano correttamente. E sull'Euro 6 funzionano alla perfezione. Certo, dobbiamo lavorare per migliorare l'immagine dei motori a gasolio».
In America non siete ancora giunti ad una soluzione. Perché? Cosa potete anticipare sul richiamo americano?
«Abbiamo lavorato giorno e notte, in collaborazione con l'EPA. Ma non siamo ancora arrivati ad una soluzione definitiva per i motori diesel americani. Al momento non posso anticipare niente, ma nelle prossime settimane arriveremo sicuramente ad un accordo per un richiamo anche dei motori americani».
Avete detto che la responsabilità di quanto accaduto ricade su pochi. Quanti? Quando sapremo i nomi?
«Al momento non possiamo ancora fare i nomi dei responsabili. Ma siamo convinti che le responsabilità ricadano su un ristretto numero di dipendenti. Stiamo ancora indagando per capire cosa sia successo precisamente».
Al momento non è ancora andato negli Usa (si riferisce a Matthias Müller, ndr). Non crede che sarebbe arrivato il momento di presentarsi agli Americani?
«È vero, al momento non sono ancora andato in America perché come ho detto abbiamo lavorato giorno e notte per raddrizzare la situazione. Ora però è arrivato il momento che anche io vada di persona. Sarò al Salone di Detroit, dove mi scuserò di persona con i clienti americani».
Il richiamo per il motori TDI EA189 europei