Volkswagen: nuovi guai dal software delle emissioni?

Volkswagen: nuovi guai dal software delle emissioni?
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Un consulente legale dell'UE sostiene che il dispositivo non è conforme alla normativa sulle sostanze di scarico
30 settembre 2021

Nuova tempesta all'orizzonte per il Gruppo VW?

Secondo quanto riportano alcuni organi d'informazione stranieri, un consulente legale dell'Unione Europea avrebbe definito che il software installato sulle vetture Volkswagen per gestire la quantità di sostanze inquinanti in uscita dai tubi di scappamento in climi caldi o freddi e ad alta quota non conforme alla normativa vigente nei Paesi dell'Unione.

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Il caso è sorto quando i tribunali austriaci hanno chiesto alla Corte di giustizia europea di verificare se il software utilizzato da Volkswagen ed installato anche su modelli anche Porsche, possa essere utilizzato per alterare i test sulle emissioni delle auto.

In un parere legale per la Corte di Giustizia Europea con sede in Lussemburgo, l'avvocato generale Athanasios Rantos ha affermato che «il software in questione riduce l'efficacia del sistema di controllo delle emissioni nel normale funzionamento e utilizzo del veicolo, con il risultato che costituisce un dispositivo di alterazione», aggiungendo che l'uso di tale software non può essere giustificato come protezione dei motori.

Quello di Rantos non è un giudizio vincolante per la Corte di Giustizia Europea, ma in passato nella maggior parte dei casi la massima corte ha sempre seguito le indicazioni fornite dal collegio legale.

Il software VW riduce la purificazione dei gas di scarico, soprattutto dell'ossido di azoto, quando il clima è più freddo di 15° C (59 F) o supera i 33° C (91,4 F), nonché quando il veicolo arriva ad un'altitudine di 1.000 metri o più: secondo Rantos, la finestra della temperatura durante la pulizia dei gas di scarico «non è rappresentativa delle condizioni di guida reali, perché ci sono nazioni come Germania ed Austria in cui le temperature spesso scendono sotto i 15 gradi, e le auto vengono guidate regolarmente anche ad altezze più elevate».

Se la Corte di Giustizia, che dovrà pronunciarsi nel merito nell'arco di pochi mesi, dovesse confermare il parere di Rantos, tale verdetto sarebbe un nuovo colpo per Volkswagen, già coinvolta pesantemente nel "Dieselgate" dal 2015, scandalo che non si è ancora penalmente chiuso e che solo negli USA è costato al colosso tedesco una spesa di oltre trenta miliardi di euro in multe, costi di richiamo e risarcimenti ai proprietari di auto, mentre in tutta Europa sono ancora in corso contenziosi legali relativi alle richieste di rimborso da parte dei clienti del gruppo VW.

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