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Volkswagen ha rescisso una serie di accordi con i dipendenti delle proprie fabbriche in Germania, tra cui un'intesa che avrebbe garantito i post di lavoro fino al 2029. Uno scenario, questo, che apre inevitabilmente a potenziali licenziamenti a partire dal prossimo anno, quando le garanzie verranno meno. A rivelare la decisione è stato il responsabile delle risorse umane di Volkswagen, Gunnar Kilian, secondo cui questa misura ha come scopo la "riduzione dei costi in Germania per raggiungere un livello competitivo".
Il problema del gruppo al momento è il brand Volkswagen, i cui margini di profitto hanno subito una considerevole contrazione a fronte della difficile transizione verso l'elettrico e un calo del potere d'acquisto dei clienti. La competitzione di marchi come Tesla e di concorrenti cinesi come BYD non aiuta. In Volkswagen operare dei tagli del personale è un'operazione non banale, visto che nel consiglio di sorveglianza la metà dei posti è occupata da rappresentanti dei lavoratori e che la Bassa Sassonia, il Land dove ha sede l'azienda, detiene una quota del 20%.
I quasi 300.000 dipendenti del costruttore in Germania, però, non possono dormire sonni tranquilli, visto che Volkswagen non ha fatto mistero di voler chiudere almeno un paio di stabilimenti a causa della contrazione delle immatricolazioni. Secondo quanto riporta Automotive News, i vertici del sindacato IG Metall sono convinti che la rescissione del patto porterà Volkswagen a incorrere in costi ulteriori, visto che il provvedimento farebbe scattare un aumento degli stipendi. La partita, in ogni caso, è appena cominciata.