Volkswagen I.D. Crozz: elettrica ma costerà come una Tiguan [Video]

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Siamo stati a Wolfsburg per fare quattro chiacchiere con uno dei progettisti che ha seguito l’evoluzione del progetto I.D. e per tornare ad osservare la I.D. Crozz più da vicino. Ecco quanto costerà e cosa dobbiamo aspettarci dal costruttore tedesco per la gamma di elettriche in arrivo nei prossimi anni
7 novembre 2017

L’abbiamo vista per la prima volta al Salone di Shanghai e, in un secondo momento, con qualche aggiornamento, al Salone di Francoforte. La I.D. Crozz è il terzo dei tre concept elettrici presentati negli ultimi mesi da Volkswagen, chiamati ad anticipare le linee della futura gamma ad emissioni zero, che - stando ai piani - dovrebbe essere a disposizione della clientela a partire dal prossimo 2020. Un progetto molto strutturato che testimonia la chiara direzione intrapresa dal gruppo tedesco con riguardo alla mobilità elettrica. La direzione è, dunque, presa e l’impegno è massimo: nel giro di un anno dal lancio della I.D. “berlina”, saranno ben tre le vetture realizzate sulla base della nuova piattaforma modulare MEB, mosse unicamente da un power train elettrico. Una sfida, dal punto di vista industriale, di certo complessa e che può legittimamente dare adito a qualche perplessità. Esistono costruttori impegnati in questo segmento già da svariati anni e le schede tecniche dei concept presentati fino ad ora da Volkswagen non fanno di certo strabuzzare gli occhi per soluzioni uniche o novità di particolare rilievo. Perché, dunque, un consumatore dovrebbe scegliere una elettrica marchiata VW? Siamo stati a Wolfsburg - dove ha sede il colosso tedesco - per farci spiegare da …, product designer della gamma I.D., cosa dobbiamo aspettarci dalle Volkswagen ad emissioni zero dei prossimi anni e per tornare ad osservare la I.D. Crozz al di fuori, per una volta, della ressa tipica che caratterizza le grandi kermesse internazionali.

Qual è il tratto distintivo della linea ID? Quale pensi sia l’elemento che più caratterizza i tre concept che avete presentato sino ad ora?

«Ogni vettura ha dei tratti distintivi molto precisi. Nonostante l’architettura comune, infatti, il nuovo pianale - grazie al posizionamento delle batterie e all’enorme quantità di spazio in più che abbiamo potuto gestire rispetto ad un’auto tradizionale - ci ha permesso di lavorare con estrema libertà al fine di assicurare, ad ogni modello, una precisa identità. Quindi, per rispondere alla tua domanda, tra i tratti distintivi possiamo di sicuro annoverare una particolare attenzione al design - un aspetto che, per altro, differenzia enormemente questi prodotti rispetto alla gamma di vetture attualmente mosse da propulsori tradizionali. A questo si aggiunge uno spazio nuovo e del tutto particolare all’interno della vettura. Noi parliamo di “open space” per l’I.D. world, perché ora, dentro alle vetture, non c’è più un abitacolo concepito unicamente per la guida, ma un ambiente che è studiato per consentire di fare, in aggiunta, tutta una serie di altre cose. L’ultimo elemento caratterizzante è dato dalle feature che riguardano il comparto “digitale”. Ogni utente avrà a disposizione un “I.D.” personale che gli permetterà di interagire con la vettura in maniera totalmente unica e, appunto, personalizzata».

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Cosa segnerà la differenza tra un’auto elettrica made in Wolfsburg e il resto della produzione mondiale? Perché un consumatore dovrebbe scegliere un’auto elettrica prodotta dal vostro gruppo, rispetto ad un’auto della concorrenza?

«Ciò che ha reso Volkswagen famosa in tutto il mondo è l’aver dato risposta ad una esigenza di mobilità di massa. Se pensiamo a ciò che hanno rappresentato il Maggiolino, prima, e la Golf, poi, ci troviamo di fronte a due modelli che sono e sono stati, soprattutto, estremamente popolari. Le auto elettriche dotate di un’autonomia compresa tra i 400 e i 500 Km oggi disponibili sul mercato hanno costi molto elevati. Il nostro obiettivo è quello di rendere la e-mobility accessibile a chiunque. Vogliamo costruire vetture che abbiano una buona autonomia ma che, al contempo, siano in grado di mantenere prezzi contenuti. Questo farà la differenza tra i nostri prodotti e tutto ciò che al momento si trova in vendita».

Gli attuali concept stanno in qualche maniera preparando i consumatori all’idea che un giorno potremo davvero disinteressarci di quello che sta facendo la nostra vettura. Flessibilità e versatilità saranno le parole d’ordine per gli interior design di domani

Complice il maggior spazio concesso dai pianali delle auto elettriche e l’arrivo della guida autonoma, uno degli aspetti che è destinato ad evolvere maggiormente, sulle auto di domani, è di sicuro il design degli interni. Abbiamo già visto tutto o ci aspettano idee realmente rivoluzionarie? Come saranno gli interni di domani?

«Di certo, come hai sottolineato, le nuove architetture e il graduale arrivo di sistemi di guida completamente automatizzati ci stanno portando a ridisegnare completamente gli interni delle automobili. Quello che stiamo vedendo oggi è un processo di avvicinamento a ciò che sarà comune in futuro. Gli attuali concept stanno in qualche maniera preparando i consumatori all’idea che un giorno potremo davvero disinteressarci di quello che sta facendo la nostra vettura. Flessibilità e versatilità saranno le parole d’ordine per gli interior design di domani».

Esistono realtà che non sono e non saranno pronte, in termini di infrastrutture, ad ospitare sistemi di guida autonoma, per decine e decine di anni. Avremo vetture in grado di muoversi autonomamente nella campagna russa o in una città come Mumbai?

«Quello che ti posso dire è che di sicuro stiamo lavorando per portare la guida autonoma in ogni mercato possibile. Non abbiamo intenzione di decidere a priori dove portare questa tecnologia e dove non farlo. La Cina, ad esempio, presenta nelle proprie città delle infrastrutture molto complesse e un contesto, in termini di traffico, particolarmente problematico. I consumatori, laggiù, sono, però, particolarmente sensibili al tema delle innovazioni tecnologiche. Di certo ci sarà un forte interesse per questo tipo di prodotti ed è per questo che il nostro obiettivo è di lavorare per risolvere ogni problema che si possa presentare perché i nostri sistemi di guida autonoma possano funzionare. Vogliamo trovare delle soluzioni, vedremo poi quanto lontano saremo in grado di andare».

La I.D. Crozz sarà equiparabile - quanto al prezzo - ad una Tiguan, con lo stesso tipo di motorizzazione ed equipaggiamento

Su cosa state lavorando per la prossima generazione di concept?

«Non ti posso rispondere nel dettaglio ma è certo che le prossime show-car avranno nuove feature particolarmente interessanti, allo stesso modo di come, ad esempio, la I.D. Crozz che hai visto qui oggi - la stessa che era presente a Francoforte - ha un tetto illuminato che non si era visto né sulla I.D. né sulla I.D. Buzz».

Quanto costerà la I.D. Crozz, una volta in produzione?

«Be’, considerando che al Salone di Parigi abbiamo affermato che la I.D. standard costerà all’incirca come una Golf diesel di allestimento medio-alto, possiamo dire che la I.D. Crozz sarà equiparabile - quanto al prezzo - ad una Tiguan, con lo stesso tipo di motorizzazione ed equipaggiamento».

Alberto Capra

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