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Volkswagen ha sospeso la produzione nelle due fabbriche in Russia in cui vengono prodotte auto del marchio di Wolfsburg e di Skoda. Lo scorso anno il gruppo tedesco ha consegnato circa 216.000 esemplari in Russia, per il 2,4% delle vendite globali del marchio. I dipendenti degli stabilimenti chiusi fino a nuovo ordine riceveranno la cassa integrazione. Volkswagen, inoltre, ha sospeso anche le esportazioni verso la Russia. Ma c'è anche un'altra conseguenza dell'azione bellica contro l'Ucraina: Volkswagen, infatti, si è vista costretta, così come BMW, a chiudere alcune fabbriche in Europa per via della mancanza di parti in arrivo da fornitori ucraini.
Volkswagen è solo uno dei costruttori auto che hanno deciso di chiudere fabbriche e interrompere le esportazioni in Russia. Ford, Renault, BMW e AB Volvo, divisione produttrice di mezzi pesanti, hanno sospeso la produzione. Aston Martin e Jaguar Land Rover hanno invece disposto lo stop alle spedizioni di veicoli verso la Russia. Una decisione condivisa anche da General Motors. Daimler Trucks, scorporata da Mercedes-Benz lo scorso anno, ha deciso di interrompere la collaborazione - che, sottolineano, è di natura esclusivamente civile - con Kamaz, produttore anche di veicoli militari.
Mercedes, nel frattempo, aveva già disposto lo stop a produzione ed esportazione verso la Russia. Toyota ha chiuso la sua fabbrica di San Pietroburgo, dove vedono la luce le RAV4 e le Camry per il mercato locale. Honda e Mazda, dal canto loro, hanno disposto il blocco delle esportazioni verso la Russia. Mitsubishi, infine, sta valutando la sospensione della produzione nei suoi stabilimenti in loco.