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La Volkswagen non è mai stata così prodiga di informazioni come nei giorni che hanno seguito il lancio della ID.2all, la piccola elettrica su base MEB entry che vedrà la luce nel 2025 e costerà meno di 25.000 euro. E infatti dopo di lei è seguita una messe di informazioni su quella che sarà la ID.1 (il nome è provvisorio) annunciata addirittura ad una cifra di 20.000 euro. Un modello che, per il vertici di Volkswagen, è addirittura "doveroso" e in effetti se vuoi essere l'auto del popolo questa logica ci sta tutta.
Per abbassare così il prezzo, però, Thomas Schaefer ha detto che difficilmente si potrà usare la piattaforma MEB Entry, propendendo invece per un accordo con qualche altro carmaker in modo da ridurre gli investimenti. Altro punto fondamentale è la dimensione della batteria, che preferibilmente sarà del tipo LPF (meno costosa e utilizzata anche per la ID.2) e di taglia non esagerata, visto che si parla in ogni caso di una citycar. Terzo pilastro per abbassare il prezzo è la spinta verso una fortissima automazione in fabbrica: il capo della produzione Volkswagen Christian Vollmer ha dichiarato che "bisogna ridurre i tempi a meno di 15 ore per ogni auto" e questo implica un livello di utilizzo dei robot addirittura superiore a quello cui è giunta Tesla, che impiega 48 ore per fare una Model 3. Insomma, rispunta la "Mission T", l'ambizione di Volkswagen di eguagliare e superare Tesla sulle elettriche che era stata lanciata dal precedente CEO Herbert Diess.
Nessuna decisione è stata ancora presa per quando riguarda il luogo dove costruire quest'auto, ma tra i Paesi più promettenti c'è l'india, che ha avviato un forte piano di incentivi agli investimenti (ed è considerato strategicamente affidabile). Anche Suzuki - leader storico del mercato indiano- sta preparando le sue elettriche in questo Paese e di recente Stellantis ha annunciato l'avvio della fabbrica indiana che costruirà la C3 elettrica.