Volano stracci fra Baic, DR e Cirelli: cosa sta succedendo fra venditori di auto cinesi?

Volano stracci fra Baic, DR e Cirelli: cosa sta succedendo fra venditori di auto cinesi?
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Dalla cinese Baic, forte di un contratto in esclusiva con DR, è arrivata una diffida alla Cirelli. L'azienda italiana, dal canto suo, smentisce le accuse
30 gennaio 2024

Volano stracci tra Cirelli, DR e BAIC: per capire cosa sta succedendo, bisogna cominciare proprio dalla prima azienda. Cirelli, come spiegato sul sito della società, si occupa di "assemblaggio e sviluppo di autoveicoli" in alcuni stabilimenti in Italia e Germania, importando i componenti che utilizza da case costruttrici cinesi, per poi dotare le vetture di impianti a gas. Da qui, insomma, nascono i modelli B-Fuel a marchio CMC-Cirelli, di fatto auto importate dalla Cina e sottoposte a qualche ritocco estetico, oltre all'installazione di impianti a gas.

Si tratta di un modello di business simile a quello della DR, società molisana che lo scorso anno ha siglato un contratto di esclusiva con la casa cinese Baic per la commercializzazione di alcuni modelli in Europa. La querelle nasce proprio da questo accordo, perché due modelli venduti in italia da Cirelli sono proodtti proprio da Baic. In una nota diffusa alla stampa, Baic specifica di non avere alcuna collaborazione in essere con la Cmc s.r.l - Cirelli Motor Company e di aver scoperto che l'azienda italiana promuove dei prodotti Baic sotto un nome diverso, senza avere un'autorizzazione per farlo. 

Baic ha fatto sapere di aver comunicato a Cirelli di interrompere qualsiasi attività relativa ai modelli prodotti dall'azienda cinese. La nota stampa, spiegano dalla Cina, è stata inviata di comune accordo con DR per garantire la maggior trasparenza possibile ai consumatori. Cirelli, dal canto suo, ha smentito le dichiarazioni di Baic. "La società Cirelli Motor Company - si legge nella nota diffusa alla stampa, - segnala che non vi è alcuna irregolarità nelle sue attività di commercializzazione dei modelli Cirelli 2 e Cirelli 4, contrariamente a quanto dichiarato ed emerso in data odierna alla stampa".

"Cirelli Motor Company smentisce, dunque, di aver mai promosso i prodotti Baic sostituendosi al nome del costruttore, ma tutte le trasformazioni sul veicolo sono conseguenza di rigorosi controlli effettuati da funzionari tecnici abilitati dal Ministero dei Trasporti Italiano. Le vetture e i ricambi Baic vengono introdotti in Europa da importatori e la partnership con l’azienda citata non limita la libera commercializzazione dei prodotti regolarmente venduti da Baic ad altri soggetti in Europa".

"La normativa Europea prevede, infatti, che il soggetto importatore di prodotti extra UE debba comunicare la denominazione commerciale (in questo caso “Cirelli”) ed il nome del costruttore (in questo caso “Baic”). In totale trasparenza verso la propria clientela e in conformità con le leggi in vigore, Cirelli Motor Company ha sempre dichiarato il costruttore Baic nei modelli 2 e 4, vedi sito internet o carta di circolazione.
 
"Essendo veicoli di provenienza cinese, la denominazione commerciale è d’obbligo per legge e la stessa è a favore degli utenti finali che è evidente non possano rivolgersi a Baic-Cina per vizi o difetti, ma che trovano nella Cirelli Motor Company l’interlocutore per qualsiasi problema, difetto o la sola necessità di reperibilità dei ricambi sulle automobili acquistate in tutta la propria rete italiana. La società Cirelli Motor Company non ha, altresì, bisogno di alcuna autorizzazione da parte di Baic in quanto non ha alcuna volontà di sostituirsi nella denominazione come costruttore. Si limita, infatti, a commercializzare il prodotto assumendosi l’intera responsabilità, come da normativa Europea".
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