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VLF Automotive, un piccolo costruttore artigianale statunitense, ha lasciato a bocca aperta il pubblico del Salone di Detroit presentando l’esuberante Force 1 V10. Si tratta di una supercar realizzata sulla base della Viper e ricoperta con pannelli di carrozzeria realizzati in fibra di carbonio. Un materiale nobile, che ha permesso di mantenere il peso entro la soglia dei 1.538 kg. Il nome invece è un evidente tributo all’Air Force One, l'aereo presidenziale del Presidente degli Stati Uniti.
Quest’auto nasce grazie alla volontà di tre personaggi piuttosto noti: il primo è Henrik Fisker, l’ex presidente della GM Bob Lutz e il pilota Viper Ben Keating. Anche se all’esterno il design è completamente diverso da quello della Viper, non è difficile scovare l’anima di questa supercar. I terminali di scarico laterali infatti sono un indizio fin troppo evidente che tradisce la base tecnica del modello.
Sotto al cofano ovviamente troviamo il mostruoso V10 da 8.4 litri, che sulla Force 1 è stato portato a quota 745 CV (100 CV in più della Viper). La potenza viene scaricata sulle ruote posteriori attraverso un classico cambio manuale a sei marce oppure con un più funzionale automatico a sei rapporti con paddles al volante.
La Force 1 V10 è fornita di serie di un impianto frenante Brembo ad alte prestazioni, che si può scorgere attraverso gli enormi cerchi in lega da 21 pollici che calzano gomme Pirelli P Zero. Particolarmente sontuoso l’abitacolo, che offre persino due bottiglie di champagne tra i due sedili. Secondo la VLF Automotive, la Force 1 è in grado di raggiungere le 60 miglia orarie (circa 96 km/h) in tre secondi e può raggiungere una velocità massima di 350 km/h.
La produzione della Force 1 V10 comincerà alla fine di aprile nello stabilimento di Auburn Hills, in Michigan. Il prezzo parte da 268.500 dollari, che corrispondono a circa 248.150 euro, ma se siete interessati dovrete affrettarvi. VLF Automotive intende produrre al momento soltanto 50 auto, rese disponibili grazie al team Viper Exchange Racing di Ben Keating.