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Martedì mattina, un'azione eclatante ha scosso la tranquillità di Crissier (VD), dove quattro attivisti dell'associazione pro-clima Liberate Svizzera hanno ricoperto di vernice arancione la concessionaria Porsche. Questo gesto simbolico arriva in concomitanza con la condanna della Svizzera da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU) per la sua inattività nel contrasto ai cambiamenti climatici, sottolineando una giornata di forte impegno ambientale.
Gli attivisti non si fermano alla mera protesta visiva: nel loro comunicato stampa, essi esortano il governo svizzero a vietare la vendita di nuove auto a combustibili fossili a partire dal 2025 e a investire massicciamente in mobilità dolce e trasporti pubblici. Queste richieste riflettono una crescente esasperazione nei confronti delle politiche ambientali ritenute inadeguate.
Willy Burri, un pensionato di 70 anni e veterano dell'attivismo climatico, ha dichiarato: "Due anni fa, mi sono seduto sull'autostrada Maladière a Losanna per la prima azione di Renovate Svizzera. Continuo queste azioni perché temo per il futuro dei miei figli e nipoti." Le sue parole riecheggiano il crescente senso di urgenza tra gli attivisti, in risposta all'anno record per le emissioni di CO2 e le temperature elevate del 2023.