Il 24enne tedesco della Red Bull si conferma Campione del Mondo per la seconda volta consecutiva. Simbiosi perfetta con una macchina eccezionale sono gli elementi chiave di un Mondiale che l'ha visto grande dominatore
9 ottobre 2011
Era da alcune stagioni che il titolo non veniva consegnato nelle mani del legittimo proprietario con quattro gare d'anticipo. Cinque se si considera che a Vettel, alla vigilia del GP di Suzuka, mancava solamente un punto per chiudere matematicamente la pratica "mondiale".
Campione del Mondo per la seconda volta, il tedesco della Red Bull ha vinto dominando le qualifiche e le corse di una stagione che l'ha incoronato con maggior facilità rispetto a quella passata: errori di gioventù - ricordiamo che ha solo 24 anni - ed una RB6 eccezionale ma non ancora stratosferica come la RB7 di quest'anno, avevano tenuto aperto il conto sino alla fine della stagione.
La corsa di Suzuka, insomma, è stata per il due volte campione una semplice formalità ed in effetti poco importa se a vincere la corsa sia stato poi Button: lasciare sul piatto una vittoria in una stagione che ha portato un quarto posto come peggior risultato, 4 secondi posti, 9 vittorie e 12 Pole Position appare del tutto lecito in un giorno in cui prendersi rischi non faceva parte del programma.
Il 2011, più del 2010, è stato l'anno della Red Bull e di Vettel. Non è stato invece quello della Ferrari. Alonso si è complimentato con il rivale facendo notare come da un lato sia stato perfetto e dall'altro come questa vittoria sia la conseguenza del suo lavoro e della velocità del solito progetto rivoluzionario di Adrian Newey.
"Sebastian è un grande talento - ha dichiarato il progettista della Red Bull - e pensa tanto a quello che fa, a capire la macchina e le gomme. Non ho dubbi, può vincere ancora altri titoli."
Proprio a riguardo viene spontaneo pensare che Vettel abbia ora nel mirino i 7 titoli mondiali, le 91 vittorie e le 68 Pole Position del più grande - almeno quanto a numeri - pilota di F1 di tutti i tempi: Michael Schumacher. Anagrafica e situazione tecnica sono indubbiamente a suo favore, ma gli avversari sono comunque più numerosi ed apparentemente di maggior spessore rispetto a quelli incontrati da Schumi nella cavalcata Ferrari.