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Adesso tutti hanno fretta di riaprire, di lasciarsi alle spalle l’emergenza: in Germania i concessionari di auto mordono il freno (sic…), e vedono orami il traguardo vicino.
Da lunedì 20 aprile potranno gradualmente riprendere l’attività di vendita diretta al publico, ovviamente dopo aver modificato le strutture aziendali con l'adozione di speciali e specifiche misure di sicurezza.
Il maggiore mercato europeo dell'auto, che malgrado il pesante -37,7% delle vendite registrato a marzo ha fatto meglio degli altri major market continentali, prova a fare da apripista: l’intera filiera tedesca attendeva il “via libera“ da parte del Governo federale e dei Lander locali, potendo contare anche sul robusto sostegno in forma di incentivi previsti per l’acquisto dei modelli a minori emissioni per riportare clienti in concessionaria.
Gli altri Paesi al momento sono fermi al palo: per le reti commerciali di Francia, Spagna e Gran Bretagna, oltre che ovviamente per l’Italia, dopo le contrazioni di marzo per aprile si prevede un risultato ancor peggiore, soprattutto se l’intero mese dovesse passare senza poter riaprire al pubblico.
In Italia, sono oltre 120.000 i lavoratori del settore in attesa dell’avvento della “Fase 2”: Federauto, l’associazione di categoria, assicura sulle strutture e gli show-room (“Grazie alle ampie superfici possono senz’altro garantire il rispetto dei protocolli di sicurezza per dipendenti e clienti”), ma va anche oltre: «Non c'è dubbio - ha affermato Gian Franco Soranna, direttore di Federauto - che in Italia serva un piano da parte del Governo. Il comparto dell’auto, nella sua interezza, è strategico per il Paese, valendo il 19,5% del Pil, grazie ai 335 miliardi fatturati da oltre 200.000 imprese che occupano 1,23 milioni di persone, mentre tutta la filiera vale, per soli salari e stipendi, 26 miliardi di euro».
Ed oggi la quasi totalità dei 120 mila addetti delle concessionarie, che valgono un fatturato di 45 miliardi di euro, sono in cassa integrazione, visto che anche le officine sono operative al minimo.