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Il comparto dei veicoli commerciali, come d'altronde accade in tutti i settori legati alla mobilità, è destinato a chiudere l’anno con pesanti contrazioni rispetto al 2019: nello specifico, in Europa la riduzione accertata dall’Acea (l’associazione dei costruttori europei) è del 22,2% nei primi dieci mesi 2020, anche se gli ultimi dati disponibili sembrano indicare parziali segni di ripresa.
Se infatti ottobre chiude in Europa con un ulteriore calo dell’1,2% delle vendite di nuovi veicoli commerciali, con 172.743 immatricolazioni totali a causa in particolare della flessione di camion e bus mentre sono in crescita i veicoli commerciali leggeri, l’esame per Paesi mostra andamenti ben diversi: accanto a realtà che presentano segno positivo, come Germania (+9,4%) ed Italia (+7,4%), ce ne sono altri che chiudono in pesante rosso, come accade per Spagna (-8,3%) e Francia (-4,5%).
Da inizio anno, il settore registra circa 1,4 milioni di immatricolazioni, corrispondenti come detto ad un calo del 22,2% sul 2019; nel consuntivo dei primi dieci mesi, sono in flessione tutti i Paesi, con indici maggiori per Spagna (-30.4%) e Francia (-19.8%), mentre Germania ed Italia presentano lo stesso dato negativo, attestato al -18.4%.
Nel nostro Paese, ad ottobre, le stime del Centro Studi e Statistiche di Unrae registrano immatricolazioni per 18.850 autocarri con portata fino a 3,5t, rispetto ai 17.201 dello stesso periodo 2019, mentre nei primi dieci mesi dell’anno il mercato perde circa 28.000 veicoli da lavoro, con 124.330 unità immatricolate rispetto alle 152.100 nel gennaio-ottobre 2019).