Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Apre dopo aver attraversato decine di Governi e di stop e ripartenze la Variante di Valico, l'infrastruttura che potenzierà il tratto appenninico della A1 compreso tra Bologna e Firenze. L'opera, che Autostrade per l'Italia ha paragonato per complessità alla realizzazione al Tunnel della Manica, riceve il semaforo verde dopo 24 anni dal primo progetto, firmato allora dall’architetto Pier Luigi Spadolini. Nove invece sono gli anni passati dall'apertura dei cantieri.
Il costo dell’opera è passato dai 2,5 miliardi di euro previsti nel 1997 ai 4,1 miliardi di euro «per effetto di aumento dei costi delle materie prime, modifiche normative, iter e prescrizioni autorizzative, affinamenti progettuali», spiega il gestore che l'avrà in concessione fino al 2038.
Con 59 km di rete, di cui 32 realizzati in variante, 41 nuove gallerie e altrettanti viadotti e quasi 9 milioni di metri cubi di terra scavata, la Variante di Valico permetterà agli automobilisti di scegliere se percorrere il tracciato piuttosto tortuoso a due corsie già esistente dell'Autostrada del Sole oppure attraversare l’Appennino percorrendo i nuovi 32 km. Scegliendo la variante, con una quota di Valico più bassa di 226 metri, si potranno risparmiare almeno 15 minuti di tempo e ogni anno complessivamente 100 milioni di litri di carburante, visto che sono quasi 90.000 i veicoli che ogni giorno attraversano questo tratto della A1, con punte di quasi 25.000 camion e pullman.
Ad aprire simbolicamente la Variante di Valico è stato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel corso della cerimonia di inaugurazione a cui hanno partecipato l’amministratore delegato di Atlantia e Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, il presidente Fabio Cerchiai, il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio e i numerosi rappresentanti degli Enti locali e delle imprese che hanno preso parte alla realizzazione dell’opera.
«Oggi è arrivato il giorno che sembrava non dovesse arrivare mai, che manda in soffitta i professionisti del 'tanto non ce la farete mai', del piagnisteo e della lamentazione, è il giorno che sembrava talmente lontano l'anno scorso», ha detto il premier, aggiungendo «è il modo migliore per chiudere il 2015, è un segnale di ripartenza, perché se l'Italia fa l'Italia non ce n'è per nessuno».