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Definire il volto di Valentina Albanese come raggiante sarebbe riduttivo. La fuoriclasse in forza al Team Seat nel Campionato Italiano Turismo Endurance ha terminato il week-end di Monza cogliendo due splendide vittorie assolute, davanti a rivali di tutto rispetto. Quando la raggiungiamo nei box dov’è ricoverata la sua Leon TCR, la pilota incrocia lo sguardo con la vettura, come a voler tributare un omaggio ad un mezzo che, tirato al limite, le ha concesso di sovrastare la concorrenza.
Valentina, hai un palmarès di tutto rispetto: Volante Rosa nel 1994, 1° posto nel Campionato Italiano Turismo nel 2009, Casco d’Oro come miglior donna al volante nel 2010. Com’è tornare ad assaporare lo champagne dall’alto di un podio prestigioso come quello di Monza?
«È davvero la realizzazione di un sogno atteso per cinque lunghi anni. Un sogno che, finalmente, si è concretizzato, grazie a questa splendida Seat Leon TCR che mi hanno affidato. Ad essere del tutto sincera, la tappa di Monza mi spaventava un po’, in quanto in termini di cavalleria paghiamo un po’ dazio nei confronti dei nostri avversari del Superproduzione. Ammetto che l’inizio sia stato inaspettato, ma ugualmente bello.»
Come si guida la Seat Leon TCR nel Tempio della Velocità?
«Pilotare la Leon qui è stato spettacolare, ma ammetto che lo sia ovunque. In Seat hanno partorito un’ottima macchina, questa TCR è nata davvero bene, è una vettura bilanciatissima. Il bilanciamento è stato il mio punto di forza, il mio asso nella manica che mi ha permesso di vincere gara-2. Ho potuto contare su un’auto in grado di fare le stesse prestazioni cronometriche dal primo all’ultimo giro grazie ad un telaio fantastico, che consente un consumo ottimale degli pneumatici. La Leon si guida davvero come un go-kart!»
Nelle ultime fasi di gara-2, hai superato in Parabolica la BMW di Tresoldi in maniera straordinaria. Cos’hai provato in quell’istante?
«In tutta onestà, credo che il mio avversario non se lo aspettasse nemmeno! L’ho visto spaventato, tant’è che ha allargato la traiettoria quando mi ha visto. Un attacco simile è stato possibile grazie alla vettura, la quale dispone di un impianto frenante da corsa, con un ABS vero, che funziona alla perfezione. Sapevo che l’ingresso della Parabolica sarebbe stato l’unico punto dove avrei potuto dare fastidio alla BMW, dato che la mia velocità di percorrenza dell’Ascari era nettamente migliore, e grazie a ciò potevo avvantaggiarmi di un punto di frenata molto più avanzato alla staccata successiva. Ero davvero al limite, un metro più avanti non sarei riuscita a tenere in pista la macchina… È stata una bella soddisfazione».
Sei tornata alle competizioni ed hai subito bastonati i “maschietti”: come ti senti?
«Oramai, tra maschi e femmine non sento più questa differenza. Noi ragazze abbiamo dimostrato che, quando siamo spinte dalla stessa passione degli uomini e quando sappiamo farci valere, siamo come loro. L’ho dimostrato io, l’ha dimostrato Carlotta Fedeli nell’Ibiza Cup cogliendo un ottimo secondo posto in gara-1, e l’ha dimostrato anche Alessandra Torresani, la quale è giunta in entrambe la manche dell’Ibiza Cup al quinto posto su 17 partenti. Penso che i maschi mi considerino una sorta di essere asessuato con un casco in testa ed un volante in mano».
In quali altri tracciati possiamo aspettarci tue prestazioni maiuscole?
«Posso dire fin da subito che le altre piste, per noi, saranno migliori di Monza. Imola, per quanto mi riguarda, è un tracciato dove ho sempre guidato particolarmente forte, quindi non aspetto altro che farvi ritorno. Credo, però, che fin dal prossimo appuntamento, a Magione, il telaio della mia Leon possa davvero darmi dei vantaggi.»
Dopo una partenza simile, un pensiero al campionato sembra il caso di farlo, che ne pensi?
«Ad essere sincera, il pensierino ce l’ho fatto sin dal primo giro delle prime prove libere! Bisogna pensare di ottenere sempre il massimo con il mezzo che si ha a disposizione. Dal prossimo appuntamento, dovremo confrontarci con le penalità che ci verranno inferte a seguito della doppietta di Monza. State tranquilli, però: io, la Leon, la spingo al massimo in tutte le gare!»
Marco Congiu