Va in metro all'appuntamento. La ragazza lo rifiuta

Va in metro all'appuntamento. La ragazza lo rifiuta
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Due ragazzi si conoscono su Tinder e decidono di incontrarsi, ma all'ultimo momento il rendez-vous salta. Colpa dei mezzi pubblici? Non proprio...
8 gennaio 2019

A un appuntamento con una donna? Meglio andarci con qualsiasi mezzo di trasporto, ma non in metropolitana. Questo è quanto asserisce un utente del gruppo Facebook “Torino sostenibile” che racconta di un incontro fissato su Tinder andato male di cui hanno parlato anche La Repubblica e La Stampa, ripresi in seguito da diverse altre testate nazionali.

«E' un problema anche di mentalità. Ieri una ragazza di Torino mi ha tirato pacco perchè candidamente le ho scritto che sarei arrivato prima all’appuntamento in piazza san Carlo percé avevo preso la Metro. Mi ha risposto via cellulare che non veniva perché “non si va ad un appuntamento in Metro”», ha riferito sul social network il protagonista dello sfortunato rendez-vous saltato all'ultimo momento.

L'accaduto ha sollevato un polverone: c'è chi, sia uomini che donne, ha condannato la ragazza per il suo presunto gesto materialista fino al punto da non presentarsi, chi l'ha giustificata. Qualcuna si è spinta fino ad offrire un appuntamento allo “scaricato” per dimostrare che non tutte le signore sono così superficiali.

In difesa della donna è però apparsa una sua conoscente, secondo cui l'incontro galante sarebbe saltato non a causa del mezzo di trasporto utilizzato, ma per una bugia che non è stata digerita dalla protagonista involontaria della storia dal fine poco lieto: l'uomo avrebbe mentito sulla sua età, sostenendo di avere 41 anni invece di 45 come appurato tramite “conoscenze comuni”.

«La fanciulla in questione ti ha "paccato" perchè tu hai "peccato" di sincerità. Se ti cali gli anni su Tinder per arrivare al target delle 30enni ( che poi neanche ne avevi bisogno di farlo) qualcuna prima o poi doveva darti pan per focaccia, mio caro paladino della giustizia. Qui l' ecosostenibilità non centrava una beata mazza», ha scritto l'amica che ne ha preso le parti.

Si sgonfia così una storia che ha trovato eco sui media nazionali per sottolineare un certo tipo di “mentalità”, per utilizzare il termine utilizzato dal destinatario del due di picche, secondo cui il trasporto pubblico godrebbe di un favore molto minore degli italiani rispetto all'auto privata, magari costosa e potente come una Maserati, che per certe donne pare sia un afrodisiaco. Ma non per tutte, per fortuna almeno di chi non ha un 740 a tanti zeri.

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