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Buona la prima? Mica tanto: dopo una manciata di minuti, la prima uscita ufficiale del bus a guida autonoma si conclude nel peggiore dei modi, fermando la sua corsa contro un semirimorchio.
A Las Vegas è andato in scena il peggiore degli incubi degli ingegneri che lavorano ai progetti di vetture senza pilota: il debutto del primo servizio “driverless shuttle“, annunciato con grande enfasi ed atteso con comprensibile curiosità da utenti e mass media, è finito per rivelarsi un disastro.
Dopo il botto, i passeggeri a bordo del bus - comunque non paganti perché il servizio è gratuito - sono scesi a terra in uno stato di comprensibile spavento, anche se per fortuna nessuno di essi ha riportato ferite o contusioni.
Subito, ovviamente, sono fioccate le polemiche sui livelli di sicurezza di un sistema di trasporto che appare ancora non in grado di fornire tutti gli standard richiesti dal servizio pubblico.
E feroci, ancora più scontato, sono stati i commenti sulla Rete, con i social scatenati ad ironizzare sull’accaduto.
Va detto, ad onor del vero, che la dinamica stessa dell’incidente in parte assolve il pulmino: tutto nasce da un movimento laterale anomalo del rimorchio, che in quel momento stava effettuando una retromarcia.
Il pulmino si è correttamente fermato in attesa che l’autoarticolato completasse la sua manovra, ma non è stato in grado di reagire di fronte al movimento “strano“ compito dal grosso camion.
Inutile dire che un qualsiasi autista sarebbe stato in grado di effettuare una manovra per evitare la collisione.
L’incidente di Las Vegas rivela un punto debole (il maggiore, forse) delle driveless car: saranno anche dotate di una tecnologia (quasi) infallibile nelle simulazioni, ma circolare in mezzo ad altri veicoli condotti da essere umani (essi sì, purtroppo, fallibili) non è la stessa cosa.
Bisognerà proprio ripartire da qui, per evitare che incertezze e comportamenti imprevedibili possano diventare elemento di pericolo per persone e cose.