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Come flagelli biblici, che arrivano in sequenza e aggiungono danno a danni: prima il Covid, poi la crisi dei semiconduttori, ora la mancanza di autisti.
Sono giorni complicati per gli stabilimenti americani e l’ennesimo allarme riguarda la filiera di distribuzione del carburante, non più in grado di garantire il corretto approvvigionamento alle industrie: secondo alcuni operatori, addirittura il calo rispetto allo standard sarebbe del 25%.
Tutta colpa, dicono in molti, dell’improvviso boom da inizio pandemia del trasporto su gomma dei beni essenziali e dell'e-commerce, fattore che ha portato migliaia di autisti a scendere dalle cisterne e salire su campioni e furgoni della grande distribuzione; a questo si è poi aggiunta l’entrata in vigore ad inizio anno di una normativa federale più stringente, che ha portato alla revoca di moltissime licenze di guida per chi avesse la fedina macchiata da violazioni alla legge per problemi di alcol e droga.
In un amen, si parla di circa cinquantamila autisti che non possono più prendere in mano un volante.
Le organizzazioni e le grandi compagnie di trasporto stanno facendo pressioni sulle autorità federali per semplificare il rilascio di nuove autorizzazioni alla guida, ma i tempi si annunciano lunghi e l’estate è ormai alle porte ed il rischio di avere impianti chiusi per mancanza di carburanti necessari al funzionamento degli impianti viene indicato dagli analisti ormai molto concreto.