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Il mercato dell'auto sta vivendo un momento drammatico e, se non ci saranno interventi urgenti, in Italia si rischia nel 2012 un crollo delle immatricolazioni del 22% rispetto al 2011. Una situazione che mette a rischio il posto di lavoro di 10.000 persone, che equivalgono a quattro volte la chiusura di Termini Imerese.
A lanciare l'allarme è l'Unrae, l'associazione che rappresenta in Italia le case automobilistiche estere che, per sensibilizzare il Governo sulla gravità della situazione, oggi ha convocato una conferenza stampa 'straordinaria' in cui ha chiesto, tra l'altro, eco-incentivi triennali per il rinnovo del parco circolante legati alle emissioni di CO2 e varianti da 800 a 5.000 euro.
La misura, a costo zero per le casse dello Stato, deve comprendere, spiega il Direttore Generale dell'Unrae Romano Valente, le diverse fonti di alimentazione dei veicoli. Tre i livelli di sostegno richiesti all'acquisto con alienazione di vetture con oltre 10 anni di età (Euro 2,1,0): 800 euro per le vetture acquistate che emettono fra 120 e 96 g/Km di CO2; 1.200 euro per quelle tra 95 e 51 g/Km di CO2, e 5.000 euro per quelle sotto ai 50 g/Km di CO2.
Nella stima dell'Unrae questa misura consentirebbe il recupero di circa 230.000 vendite nei prossimi 12 mesi, e il costo di 507 milioni di euro sarebbe totalmente ripagato dal maggior introito fiscale. Inoltre ci sarebbe un beneficio per la componentistica italiana, grazie all'aumento degli acquisti delle case estere, oggi a 44 euro ogni 100 in Italia, e 41 euro ogni 100 solo in Piemonte.
«A fronte dei volumi registrati nei primi due mesi del 2012, il mercato proietta una tendenza da 1.370.000 vendite annue - precisa Valente - un livello più basso di ogni precedente previsione, che porterà 2,3 miliardi di euro di IVA in meno per lo Stato e un calo di fatturato per le aziende di 13 miliardi.»
Le conseguenze per il settore auto, mette in guardia l'Unrae, «saranno devastanti: nel 2012, senza accesso agli ammortizzatori sociali, 10 mila persone rischiano di perdere il posto di lavoro», come conseguenza della chiusura di 350 concessionari, ovvero il 10% dei circa 3.600 presenti in Italia.
«Per capire il forte impatto occupazionale che questa situazione avrà sul settore auto, si può prendere come paragone - precisa in un messaggio il Presidente dell'Unrae Jacques Bousquet, che oggi non ha potuto essere presente - un fatto che ha colpito tutti l'anno scorso, quando è stato chiuso uno stabilimento di produzione nel Sud del Paese (ovvio riferimento a Termini Imerese n.d.r.), dove lavoravano 2.500 persone. Quest'anno andrà peggio, poiché le persone coinvolte saranno 10.000, cioé 4 volte tanto.»
L'unica differenza è che non saranno concentrate in un'area geografica, ma distribuite a macchia di leopardo in tutta Italia. Per scongiurare il disastro l'Unrae chiede al Governo anche l'eliminazione del superbollo sulle auto di lusso, imposta che «ha generato una fuga di clienti stimata al 40%, e che produrrà quindi un minor gettito di IPT, IVA e bollo di 105 milioni di euro e un deprezzamento delle vetture usate del 30%.»
Tutto questo, per l'Unrae, «rende poco credibili i 160 milioni di euro che lo Stato stima di incassare. » Altri due appelli lanciati al Governo sono: l'armonizzazione della fiscalità delle auto aziendali al livello europeo, e la necessità di agevolare il credito bancario ai concessionari.