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Partiamo dalle parole del nostro editorialista Enrico De Vita, che ha voluto rivolgere a Romano Valente, Direttore Generale dell’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), parole di approvazione per la posizione presa e un incoraggiamento a mantenere sempre al centro dell'attenzione della sua Associazione, oltre che le Case, anche gli automobilisti.
«Complimenti Valente, è una presa di posizione forte, che condivido in pieno e vorrei argomentare con altri precisi documenti. Mi preme però aggiungere che se Roma fa la sua parte, Sagunto non è da meno.
Voglio dire che nel "saccheggio" hanno partecipato e speculato a piene mani anche numerose amministrazioni locali e associazioni ambientaliste, con accuse, vessazioni e discriminazioni che hanno messo fuori gioco auto ancora godibili, che non erano da rottamare: pulite e sicure come le Euro 3, le diesel in generale, e i Suv.
L'Unrae, nel difendere solo gli interessi delle Case e delle Aziende coinvolte, lasciando al suo destino l'automobilista, finisce col rendere colpevole l'auto di tutti i mali del mondo e contribuisce ad allontanare da essa progressivamente il maggior numero di utenti.»
La risposta di Romano Valente non si è fatta attendere, confermando un giudizio allineato con quanto espresso da De Vita. Ma veniamo alla presa di posizione dell'Unrae.
I dati che si sono registrati durante la legislatura del Governo Monti, che registrano numeri che non si vedevano dal 1979, con perdite di gettito per lo Stato generate da misure fiscali controproducenti, stanno creando problematiche enormi per la filiera dell'auto.
Una concessionaria al giorno chiude i battenti, generando, alla fine di quest'anno una disoccupazione di circa 10.000 lavoratori. Appare evidente come la legge a supporto delle vetture a basso impatto ambientale sia una goccia in un oceano, del tutto inadeguata a combattere una crisi così dura per il settore.
“Nel "saccheggio" hanno partecipato e speculato a piene mani anche numerose amministrazioni locali e associazioni ambientaliste, con accuse, vessazioni e discriminazioni che hanno messo fuori gioco auto ancora godibili, che non erano da rottamare: pulite e sicure come le Euro 3, le diesel in generale, e i Suv”
Unrae perciò afferma con certezza che il Governo non ha preso specifiche misure economiche e legislative a sostegno del mondo auto e per questo decide di scegliere la strada del silenzio sofferto, come ultimo segnale di protesta contro i membri dell’attuale Esecutivo che sembrano totalmente sordi alla crisi delle quattro ruote. È il silenzio di chi cha capito di non avere trovato interlocutori in grado di comprendere le difficoltà di un settore trainante per l’economia italiana.
Jacques Bousquet, Presidente dell’Unrae, ha dichiarato: «La Conferenza Stampa prevista per il prossimo dicembre, una tradizione che parte nel lontano 1965, cadendo nel momento in cui si avvicinerà inesorabilmente il vuoto parlamentare legato all’imminenza delle elezioni, non ha più ragione d’essere.»
«Abbiamo voluto dare un segnale forte: chi vorrà, potrà intendere il nostro silenzio come un atto di chiara protesta contro le recenti decisioni fiscali del Governo che hanno inflitto ripetuti colpi al mercato dell’auto e come testimonianza di acuta sofferenza per un settore che per un anno intero è stato non soltanto totalmente trascurato, ma anche saccheggiato.»
«Pertanto, l’Unrae attende fiduciosa – ha concluso Bousquet - che un nuovo o rinnovato Esecutivo, espresso dalle prossime elezioni, sappia farsi carico di nuove responsabilità e sappia restituire al mercato dell’auto in Italia quella capacità di contributo all’economia che ci ha sempre contraddistinto.»
«Soltanto in quel preciso momento, andremo ad organizzare un appuntamento di forte comunicazione, nel quale presenteremo le nostre proposte di azioni prioritarie, strategiche per il rilancio del settore.»
Come sostiene De Vita, è comunque necessario che l’Unrae si preoccupi sia delle Aziende automobilistiche e dei lavoratori di tutta la filiera sia delle preoccupazioni che oggi travolgono gli automobilisti, che con l'auto devono comunque convivere e possibilmente tornare ad amare.