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Milano – Si è tenuta stamani nel capoluogo lombardo la tradizionale conferenza stampa che l’UNRAE - l’Associazione che rappresenta le Case estere in Italia – indice ogni anno.
Durante tale conferenza il Presidente dell’UNRAE, Jacques Bousquet, ha così evidenziato le preoccupazioni e le attese del mondo dell’automobile in seguito alla recente manovra economica:
«Riteniamo che l’intero settore dell’automotive possa contribuire in modo significativo al rilancio dell’economia del nostro Paese. Il Governo Monti ha dovuto prendere drastiche misure imposte dall’allarmante quadro economico-finanziario europeo. Ora attendiamo le azioni necessarie in favore del rilancio dell’economia italiana, consapevoli che esse dovranno tenere conto anche di un comparto che dà lavoro a 1.200.000 persone, che contribuisce al gettito fiscale nella misura del 16,6%, che vale l’11,4% del Pil. Non possiamo immaginare che un settore di questa rilevanza
economica e sociale rimanga fuori da un progetto destinato a restituire al nostro Paese la posizione che gli spetta fra i maggiori protagonisti dell’Europa Unita.»
All’evento hanno preso parte una rilevante rappresentanza della stampa nazionale e delle Istituzioni, numerosi protagonisti del settore automotive e i Top Manager delle Case associate.
Il Presidente Bousquet ha aperto l’incontro tracciando un quadro di largo respiro dell’automobile, mettendo in evidenza le diverse velocità di sviluppo dei grandi mercati, con quelli più consolidati in difficoltà e con gli emergenti in forte crescita, affermando che a livello mondiale le vendite chiuderanno il biennio 2012-2013 con circa 84,9 milioni di autoveicoli venduti ed un incremento del 18% rispetto ai 72,2 registrati a fine 2010. Passando, poi, ad analizzare i dati italiani, il quadro di riferimento indica un Pil in contrazione dello 0,6% il prossimo anno e un parallelo calo dello 0,8% dei consumi delle famiglie, conseguenza delle manovre estive, della più recente manovra “Salva Italia” e delle ulteriori strette fiscali in divenire che di certo non sono portatrici di positività sul fronte dei consumi.
Solo due esempi che possono rendere meglio l’idea di quanto sia aumentata la pressione sulle famiglie: fra il 1990 e il 2010, la spesa degli italiani per l’acquisto di carburanti è cresciuta del 96,3%, così come la spesa per l’assicurazione RCAuto è aumentata, nello stesso periodo del 149,1%, rispetto ad un andamento dei prezzi al consumo in crescita del 72%.
Nell’arco del suo intervento, il Presidente dell’UNRAE ha anche evidenziato l’impatto che sugli automobilisti hanno avuto le recenti misure e il loro tributo alle Casse dello Stato. La manovra estiva ha creato - attraverso l’imposta RCAuto, le accise sui carburanti, il superbollo, l’IPT e l’IVA - le premesse per una maggiore spesa fiscale di 1,2 miliardi nel 2011 e di 2,4 miliardi nel 2012. La manovra “Salva Italia”, con un nuovo intervento sulle accise, sul superbollo e sull’IVA genererà una ulteriore spesa (escluso l’aumento dell’IVA) di 5,1 miliardi. Tutto ciò accade in un quadro fatto di complessi adempimenti burocratici che non semplificano certo la vita degli italiani motorizzati nelle tre fasi dell’acquisto, della gestione e del fine vita del veicolo.
Jacques Bousquet ha poi descritto uno scenario in cui è possibile immaginare un significativo contributo dell’automobile al rilancio dell’economia italiana. «Occorre agire sul fronte dell’innovazione, della mobilità sostenibile, rivedendo la fiscalità attraverso una rimodulazione del gettito, agendo sulla leva delle auto aziendali con adeguamento della fiscalità italiana a quella europea, intervenendo in modo concreto con misure in favore dei giovani e delle famiglie.»
L’UNRAE, evidenziando la contrazione degli acquisti di auto da parte dei giovani fra i 18 e i 29 anni, la cui precarietà nel lavoro crea forti difficoltà nel ricorso al credito bancario, suggerisce la costituzione di un fondo per prestiti a tasso agevolato, abolendo nel contempo i costi per le pratiche di finanziamento. Quanto al sostegno alle famiglie che devono cambiare l’auto sostituendo veicoli
poco sicuri e molto inquinanti con vetture dotate delle più recenti tecnologie, esso dovrebbe orientarsi su un programma triennale parametrato alle emissioni di CO2.
Secondo i calcoli del Centro Studi UNRAE, le misure a vantaggio delle famiglie si tradurrebbero in una crescita dell’immatricolato tale da garantire sostegno all’iniziativa a costo zero per lo Stato. Il Presidente Bousquet ha, infine, chiesto che una quota dei 4,8 miliardi di euro derivanti dall’aumento delle accise sui carburanti torni al settore dell’automotive per permettergli di contribuire alla crescita economica del Paese.
«Le cifre parlano chiaro e non fanno sconti» ha affermato Gianni Filipponi, Direttore Generale dell’UNRAE, proponendo la sua analisi del mercato italiano e citando le 610.000 auto vendute in meno in un biennio, i 12 miliardi di fatturato perse e, soprattutto, il mancato gettito fiscale derivato da queste minori vendite, valutabile sui 2,5 miliardi di euro.
Particolarmente grave è la contrazione delle vendite ai privati (-17,4%) e, in questo ambito, la perdita di molti acquirenti giovani scesi, nel volgere di 6 anni, dal 13,8 al 10,8% del mercato totale, con una contrazione di circa il 30%. E si tratta, ove ve ne fosse bisogno, di un ulteriore segnale delle difficoltà di stabile inserimento nel tessuto lavorativo delle giovani generazioni. La perdita di vendite ai privati è parzialmente compensata dall’aumento delle vendite al noleggio – con particolare incremento del noleggio a lungo termine - e delle vendite a società. In quest’ultimo comparto va tuttavia segnalata la componente significativa di crescita dovuta alle Km 0, ulteriore segnale di un mercato particolarmente difficile.
In un quadro complessivo certo non esaltante in termini assoluti, Filipponi ha, comunque, richiamato l’attenzione su alcune positività statistiche, indicando la forte crescita delle motorizzazioni diesel, arrivate a rappresentare oltre il 55% delle immatricolazioni, in linea con una crescita europea generalizzata, e il buon andamento della domanda di vetture come i crossover, i fuoristrada, le monovolume e le station wagon, tutte tipologie di auto accomunate dalla grande flessibilità d’uso «anche perché talvolta – ha affermato il Direttore Generale dell’UNRAE – l’acquisto di una di queste vetture va, nelle famiglie, a sostituirne due.»
Particolare accento, poi, sull’ulteriore passo avanti sia nell’ambito dell’ecologia, con il calo progressivo dei valori medi di CO2 (130 g/km nei primi 11 mesi del 2011, con il raggiungimento quindi dell’obiettivo UE per il 2012), sia per l’incremento della sicurezza attiva e passiva, che trova riscontro nella contrazione del numero degli incidenti stradali (-20,3% dal 2002 al 2010), dei feriti (-20%) e dei morti (-41,1%).
Guardando al 2012, l’UNRAE riconosce che l’ingresso nel nuovo anno con un bassissimo portafoglio di ordini e la tendenza, per ora irreversibile, verso una sempre più bassa quota di vendite a privati, e quindi alle famiglie (66,4% sul totale), non possono che produrre una previsione per l’intero anno non superiore alle 1.680.000 immatricolazioni. Secondo il Centro Studi UNRAE, nel 2012 ai privati andranno il 66% delle immatricolazioni, il 16% al noleggio e il 18% alle società, con una ulteriore crescita al 56% delle motorizzazioni diesel, con il 38% per quelle a benzina e con il
restante 6% suddiviso fra le altre tipologie (GPL, metano, ibride, elettriche).