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Lo abbiamo già anticipato, sulle pagine di Automoto.it: dal 2022 sono pronte a entrare in vigore nuove regole per la sicurezza delle auto in Europa: vari ADAS, ovvero sistemi di assistenza alla guida, saranno obbligatori e non più solo parte di una gamma ristretta, spesso premium, di auto che possono offirli a chi siede in vettura.
La sicurezza di tutti gli utenti della strada potrà fare grandi passi, se questi sistemi non restano opzionali ma sono invece montati di serie su tutte le nuove vetture immatricolate nell'Unione. Concluso l’iter burocratico, partito da tempo con le prime proposte, sono almeno una quindicina i sistemi, attivi o passivi, previsti.
La regola si applica alle nuove omologazioni, mentre le auto già in vendita si adegueranno dopo un paio di anni, nel 2024. Tra i sistemi più noti il tanto chiacchierato limitatore di velocità “intelligente”, che secondo molte stime incide positivamente per la mortalità in auto, riducendola di un quinto. Alcune Case come Volvo faranno scelte in questo senso anche prima delle regole europee.
Tra gli altri sistemi previsti e che vedremo diffondersi anche su auto compatte e citycar (a proposito ADAS = Advance Driver Assistance System) dopo i nuovi crash test ci sono: LDW, ovvero il mantenimento corsia di marcia; AEB, ovvero frenata automatica di emergenza (per i veicoli pesanti, rilevamento pedoni e ciclisti); ACC, l’adattamento intelligente della velocità; alcolock (etilometro); analisi stanchezza e distrazione del conducente; sistemi rilevamento in retromarcia; registrazione dati (incidente); TMPS, analisi pressione pneumatici.
Parlando di filiera automotive, indubbiamente il fatto di rendere obbligatori nuovi ADAS per tutte le auto e i mezzi in arrivo sul mercato Europa cambia il "valore" degli stessi. Una stima parla di oltre 3,7 miliardi entro sei anni, per il mercato europeo degli ADAS che è proiettato verso un +70% nel 2025. Pensando a come solo tre anni fa la percentuale di auto dotate di ADAS era al 5%, si comprende come aziende che li sviluppano e producono (non servono solo in produzione, ma vengono sostituiti per manutenzione in Aftermarket) hanno dei percorsi in grande salita.
Tra queste, da tenere d'occhio anche in ottica finanziaria, per chi ami vedere i trend borsistici, sono note ovviamente Bosch, Continental, Delphi e Marelli, ma anche storici "siliciai" che producono in formato "chip" dei veri e propri sensori sempre più diffusi e necessari al mondo auto, come Fujutsu o ST, ma non solo loro.
Come al tempo erano realmente pochi ad avere, o addirittura a fidarsi, di certi sistemi come ABS e Airbag, recentemente è accaduto per i nuovi ADAS evoluti. Pensando al percorso di utile popolarità fatto dai primi elementi di sicurezza attiva, un po' tutti gli automobilisti avranno presente anche le loro necessarie manutenzioni. Non solo quelle ordinarie, di verifica e raramente aggiornamento, ma soprattutto quelle straordinarie, per urto in primis. Non costa poco sostituire pompe idrauliche e centraline ABS, o peggio cariche multiple e controllori Airbag che si "portano dietro" altro come i pretensionatori. Vero è, che non capita a tutti e nemmeno spesso, ma quando i sistemi da qualcuno diventano decine, sull'auto..
La crescita degli ADAS abbligatori obbliga primi tra tutti i riparatori specializzati, quelli al di fuori della rete ufficiale, a uno step di crescita: per competenza. Loro si dovranno come minimo attrezzare e oltre che formare, per mettere mano alle auto piene di radar e camere, che vanno pure calibrate con tools dedicati.
Poi si complicherà anche la filiera del ricambio, visto che molti di questi sistemi sfruttano sensori e attuatori codificati se non monouso. A parità di marca, modello e versione di auto, il singolo allestimento diversifica (magari non visivamente) il ricambio da usare.
Per l'automobilista il rischio, potenziale ma anche reale senza precise regole in merito, è vedere crescere i costi per tenere nel dovuto ordine la propria auto in certi casi sfortunati, come gli urti. Da un certo punto di vista, si potrebbe dire che basta non avere colpe ed essere quindi correti e anche coperti, dalle assicurazioni. Ma la casistica è molto più estesa.
Questo articolo è stato pubblicato il 5 maggio 2019 e aggiornato il 12 novembre 2019