Una Hypercar del WEC vista da vicino: ecco la Isotta Fraschini Tipo 6 Competizione [Video]

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Isotta Fraschini ha presentato a Milano la sua Tipo 6 Competizione per il WEC. E noi l'abbiamo vista da molto vicino
1 marzo 2023

Il nome Isotta Fraschini è indissolubilmente legato agli albori della storia dell’automobile in Italia. Fu un’Isotta Fraschini l’unica automobile mai posseduta da Filippo Tommaso Marinetti. Che, dopo pochi chilometri alla guida, finì fuori strada e decise di non mettersi più al volante di una vettura. Ma in quei minuti sulla sua Isotta Fraschini fu talmente affascinato dalla velocità da concepire il manifesto del Futurismo. Ma fu un’Isotta Fraschini anche la prima auto con cui corse un certo Enzo Ferrari.

Oggi il marchio milanese rinasce come una fenice proprio dalle competizioni, grazie alla Tipo 6 Competizione LMH-C, presentata nella storica sede di Corso Venezia di ACI Milano. Si tratta di una Hypercar sviluppata con l’aiuto di Michelotto Engineering secondo i dettami del WEC. E punta proprio all’ingresso nel mondiale Endurance, probabilmente in occasione della 6 Ore di Monza in programma il prossimo luglio.

La Tipo 6 Competizione è equipaggiata da un motore V6 di 3.0 litri turbo sviluppato in collaborazione con HWA, che ha già restituito valori incoraggianti al banco, girando per l’equivalente di un paio di gare da 24 Ore. Ma l’endotermico è solo una parte del powertrain ibrido a trazione integrale, che comprende anche un gruppo motore elettrico inverter da 200 kW alimentato da una batteria da 900 Volt sviluppata da Williams Advanced Engineering. Il differenziale e il cambio a sette marce sono di Xtrac, mentre i freni Brembo vantano dischi in carbonio autoventilanti e pinze a 6 e 4 pistoncini rispettivamente all’anteriore e al posteriore.

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La Tipo 6 Competizione, la cui livrea è stata curata da Signum Stile, è equipaggiata con sospensioni Multimatic a doppio braccio oscillante e pneumatici Michelin con un battistrada largo 310 mm sia all’anteriore che al posteriore. Se vi chiedete se la Tipo 6 è diversa dalle sue concorrenti – la lista è lunga, e comprende tra le altre Ferrari, Peugeot e Toyota - la risposta è sì. Il regolamento tecnico delle LMH – Le Mans Hypercar - lascia libertà di progettazione, anche per quanto riguarda la power unit, che può essere ibrida o termica e posteriore o integrale, come nel caso della Tipo 6.

Le LMH competono nella classe regina del WEC insieme alle ibride LMDh, che presentano vari componenti standard, tra cui le batterie e la trasmissione. Per farle convivere nella stessa classe, LMH e LMDh hanno in comune il peso minimo di 1030 kg e la potenza massima di 500 kW, circa 687 CV, oltre a valori limite di carico e resistenza aerodinamica. In un contesto del genere, la chiave è quella della costanza della mappa aerodinamica, cioè la capacità di generare il massimo del carico consentito in ogni occasione e non solo attraverso dei picchi sporadici. La Tipo 6, una volta consumato il debutto nel WEC, come ogni Hypercar avrà un ciclo di omologazione di cinque anni, con solo pochi gettoni per lo sviluppo.

"In questa categoria ci sono tre mostri sacri, e per noi è una sfida incredibile – osserva il Managing Director Motorsport di Isotta Fraschini, Claudio Berro -. Qualsiasi cosa faremo sarà sempre un ottimo risultato. Bisogna avere un po’ di ambizione, però bisogna stare con i piedi per terra. Faremo tutto il possibile per essere nelle prime file. Io sono sempre stato un grande amante delle gare di durata e devo dire che vedo con piacere un grande ritorno di costruttori sia in queste corse, che in generale. Vuol dire che il motorsport è ancora una volta un banco di prova e di collaudo per dimostrare la capacità”.

Ma chi guiderà la Tipo 6 Competizione, le cui operazioni in pista saranno curate da Vector Sport? Per ora nessun nome, ma Berro ci offre un identikit del pilota ideale. “Oggi queste vetture sono una via di mezzo tra una GT e una monoposto di F1. Servono quindi driver che abbiano capacità duplici. Nelle gare di durata la vettura deve essere impiegata per molto tempo mantenendo la prestazione, un compito che in F1 i piloti non hanno, visto che la performance è l’aspetto più importante. Con queste macchine non è sempre così”.

La Tipo 6 Competizione, per la verità, potrebbe sviluppare molta più potenza rispetto al valore limitato dal regolamento. E per dei clienti molto speciali – il prezzo di attacco è di 2,75 milioni di euro – è stata pensata la Tipo 6 Pista, versione in cui i 1020 CV sono liberati dal giogo regolamentare a tutto vantaggio di chi vuole avere un giocattolo bestiale da portare in autodromo. Ma della Tipo 6 arriverà anche una variante stradale. Meno estrema, ma comunque molto prestazionale. Tre diverse anime, per un marchio che ha cuore e un piano preciso per tornare alla ribalta.

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