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"L'automotive è stato l'emblema di come non si sono fate le politiche industriali dell'Unione europea negli ultimi 10 anni. Ovvero: l'utilizzo esclusivo della leva della regolazione tramite la definizione di obiettivi e prescrizioni unito alla negazione delle conseguenze sociali e industriali di tali politiche con la negazione di strumenti e risorse per accompagnare le aziende in questa fase di transizione
Giancarlo Giorgetti, Ministro delle Finanze
All'Automotive Dealer Day 2024 di Verona, il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha affrontato una questione cruciale per il settore automobilistico europeo. Durante il suo intervento, Giorgetti ha criticato duramente le politiche dell'Unione Europea degli ultimi dieci anni, sottolineando come l'assenza di una strategia industriale adeguata abbia messo in crisi l'intero comparto.
L'accusa principale di Giorgetti è rivolta alle troppo rigide normative sulle emissioni di CO2 e alla mancanza di supporto per le aziende durante la transizione verso la mobilità elettrica. Queste politiche, secondo Giorgetti, hanno imposto obiettivi difficili da raggiungere senza fornire le risorse necessarie, penalizzando così le aziende automobilistiche europee rispetto alla concorrenza internazionale, in particolare dalla Cina.
La fusione di FCA con PSA per formare Stellantis è stata citata come un tentativo di aumentare la competitività europea a livello globale, ma altre grandi case automobilistiche come Mercedes, Volkswagen e BMW continuano a lottare. La mancanza di materie prime e competenze nel software per le auto elettriche in Europa, insieme all'imposizione di produzioni costose come le auto plug-in ed elettriche, ha ulteriormente aggravato la situazione.
Giorgetti ha evidenziato che, mentre in alcuni paesi le auto elettriche rappresentano una quota significativa del mercato, i consumi di carburante non sono diminuiti in modo proporzionale, dimostrando le difficoltà e le contraddizioni delle politiche attuali. Le aziende europee, costrette a realizzare prodotti costosi e non competitivi, vedono aumentare i costi di produzione, rendendo i loro veicoli meno appetibili rispetto a quelli cinesi.
La chiusura temporanea dello stabilimento Fiat di Mirafiori e la difficoltà nel vendere le 500 elettriche senza incentivi governativi sono sintomi di un problema più ampio. I consumatori, non trovando vantaggiosi i nuovi modelli europei, si rivolgono a quelli cinesi, più economici e competitivi.
Giorgetti ha esortato a una riflessione molto più profonda e realistica sulle politiche industriali dell'UE, auspicando un cambio di rotta prima che sia troppo tardi per recuperare terreno in un mercato sempre più difficile. E l'annuncio più atteso, quello della partenza dell'ecobonus per l'acquisto di auto nuove, non è arrivato.
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