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Il Parlamento Europeo ha adottato una nuova misura che stabilisce che la quota di energia consumata dai ciottadioni comunitari entro il 2030 dovrà provenire almeno al 32% da fonti rinnovabili.
Per arrivare all'obiettivo, i legislatori di Strasburgo hanno adottato un pacchetto di misure che contiene tra le altre cose la messa al bando di olio di palma, di colza e di soia come componenti del biodiesel, al fine di evitare il consumo di suolo per produzioni non destinate all'alimentazione umana.
Le nuove norme favoriscono la transizione verso i cosiddetti biocarburanti di seconda generazione, che dal 2030 dovranno rappresentare il 100% dei biocarburanti sul mercato.
L'obiettivo dell'Unione Europea è quello di incrementare la quota di carburanti provenienti da fonti rinnovabili e sostenibili al 14% entro il 2030.
Secondo la ong ambientalista Transport & Environment il biodiesel prodotto da olio vegetale vergine è il biocarburante più popolare ed economico sul mercato europeo, con una quota di mercato del 75% nel 2017. Di tutto il biodiesel, l'olio di palma ha le emissioni di gas serra più alte, pari a tre volte le emissioni di Diesel fossile, perché l'espansione delle palme conduce alla deforestazione e al drenaggio delle torbiere nel Sud-est asiatico, in America Latina e in Africa. L'anno scorso, il 51% dell'olio di palma utilizzato in Europa è finito nei serbatoi di auto e camion.