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E dopo giornate ad alta tensione, con veri e propri scontri per le strade tra taxisti e sostenitori di UberPop - il servizio della società Uber che consente anche ai privati cittadini di effettuare corse a pagamento - arriva la svolta, grazie ad un intervento diretto delle istituzioni. Non è da escludere in ogni caso che si tratti di una tregua momentanea, dal momento che la situazione sembra tutt'altro che risolta in maniera definitiva.
Al termine dell'incontro con i taxisti in Prefettura è intervenuto il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che ha avuto parole molto chiare: «La normativa vigente non consente l'uso dell'app Uberpop. Così come è formulata Uberpop è un esercizio abusivo della professione. Se viene riconosciuta questa violazione è chiaro che si tratta di un servizio illegale.»
Finito blocco alla Stazione Centrale
Hanno seguito i lavori dell'incontro in Prefettura dall'esterno e poi circa 300 tassisti si sono riuniti nella Stazione Centrale di Milano e, al termine di una breve assemblea, hanno deciso di riprendere il regolare servizio, sospendendo il blocco che durava da sabato sera. Anche l'ala più dura dei contestatori ha accolto favorevolmente l'esito dell'incontro con il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, il presidente della Regione Roberto Maroni e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia.
Lupi: 'No all'esercizio abusivo della professione'
«Qualsiasi app o innovazione che eroghi un servizio pubblico non autorizzato compie un esercizio abusivo della professione: non è permesso e non si può fare, che si chiami Uber o in qualsiasi altro modo». Rincara la dose il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi dopo aver incontrato i tassisti in Prefettura a Milano.
Le altre parole rilasciate dal ministro però sono forse ancora più importanti perché se da un lato condannano senza mezzi termini UberPop, dall'altro danno praticamente il via libera ad Uber – che permette di prenotare un'auto con conducente NCC via smartphone – altra novità che non è ancora andata giù ai tassisti milanesi: «Non accetteremo nessun caso che violi una norma che è chiarissima e non si presta a nessuna interpretazione. Si tratta di un servizio illegale». Lupi ha spiegato che il servizio pubblico non in linea può essere erogato unicamente dai taxi e dagli NCC: «Nel momento in cui viene poi fatto un servizio pubblico non autorizzato non ci sarà alcuna tolleranza».
“Al termine dell'incontro coi taxisti, con il Comune di Milano e la Regione Lombardia, il ministro ha sostanzialmente dato il via libera alla società Uber, mentre viene considerato illegale UberPop”
In sostanza al termine dell'incontro coi tassisti, con il Comune di Milano e la Regione Lombardia, il ministro ha sostanzialmente dato il via libera alla società Uber sulla quale però verranno fatte «verifiche perché si tratti di un servizio che rispetti la legge» mentre viene considerato illegale Uberpop, cioè il servizio che consente a qualsiasi privato cittadino che abbia i requisiti minimi di potersi di fatto sostituire ai taxi: «Chi eroga questo servizio - ha precisato Lupi - compie un esercizio abusivo della professione. Ognuno se ne deve assumere la responsabilità».
Uber, è scontro sul web
Lo scontro su Uber, l'applicazione delle auto a noleggio che ha scatenato la rivolta dei tassisti di Milano, dalle piazze si sposta sul web con due petizioni a favore (www.change.org/sostieniuber) e contro (www.change.org/chiudiuber) lanciate su Change.org, la più grande piattaforma di petizioni online al mondo. E Pro-Uber batte contro-Uber 3 a 1: le persone che hanno firmato la petizione a sostegno di Uber sono arrivata a 3.248 mentre quelle che chiedono al sindaco di Milano di chiudere il servizio sono distanziate di tre lunghezze e superano di poco le 1.000 adesioni.
«Gli autisti che sono nostri partner rimangono compatti e determinati, ma non possiamo ignorare e tacere questi atti violenti e intimidatori. L’unico modo per fermare queste ingiustizie è di far sapere al Sindaco quanto Uber abbia portato un valore aggiunto a voi e alla città!», è scritto nella petizione lanciata dalla stessa Uber su Change.org.
«C’è un vecchio adagio conosciuto in certi palazzi che vuole una balla ripetuta mille volte diventare una verità. Questa sembra l’intenzione di Uber nell’esercizio tipico del “chiagni e fotti” portato alla mia attenzione», scrive invece Alberto Cirea su Change.org che esamina in maniera dettagliata quelle che a suo avviso sono i 'gravi e ripetuti illeciti' commessi da Uber.